"Per noi è fondamentale che dall'Abruzzo parta un importante messaggio di riscossa".
Parole del segretario uscente del Partito Democratico Maurizio Martina, candidato al congresso che si celebrerà un mese dopo le elezioni regionali, giunto a L'Aquila per aprire, di fatto, la campagna elettorale dei democratici a sostegno di Giovanni Legnini. Ad accoglierlo, un auditorium Ance riempito dai simpatizzanti: in platea, tra gli altri, il presidente vicario di Regione Abruzzo Giovanni Lolli, la deputata Stefania Pezzopane, l'ex sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, il capogruppo in Consiglio comunale Stefano Palumbo, il segretario comunale Stefano Albano, il segretario regionale Renzo Di Sabatino e il segretario provinciale Francesco Piacente oltre ad alcuni dei candidati alle elezioni del 10 febbraio prossimo, in particolare il presidente uscente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, il consigliere uscente Pierpaolo Pietrucci, il sindaco di Barisciano Francesco Di Paolo e Lorenzo Berardinetti.
Assente 'giustificato' il candidato governatore, impegnato a chiudere le liste.
"Penso che l'Abruzzo abbia bisogno di essere governato dagli abruzzesi - la stoccata di Martina - e penso che non servano estremisti, bensì la forza di una personalità come quella di Giovanni Legnini, del progetto civico, largo e aperto che sta interpretando. Siamo tutti con lui, con la voglia di lavorare per un territorio che ha bisogno di trovare in figure come Legnini dei punti di riferimento per il futuro".
Una coalizione, quella che sta costruendo Legnini, che può rappresentare un modello per il futuro. "Me lo auguro", ha sottolineato il segretario nazionale uscente. "L'importante è essere aperti, stare con i piedi per terra, incontrare le persone, fare un lavoro fianco a fianco, e dire a questa terra che le scorciatoie che vengono prospettate dai ministri che passano il loro tempo sui social, 24 ore su 24, piuttosto che governare i problemi con serietà, sono soltanto delle illusioni che fanno danni, rischiano di creare guasti che poi vengono pagati dalle persone, e generalmente dai più deboli. Il nostro spirito è quello di chi, aprendo il Pd, guarda ad un campo di forze democratiche e progressiste. Ho vissuto da vicino l'esperienza vittoriosa di Milano, contribuendo per la mia parte: so cosa vuol dire fare un Pd aperto, con una coalizione larga capace di coinvolgere tante esperienze. Si può fare e così si può vincere".
In questo senso, il Partito Democratico presenterà il suo simbolo, senza 'camuffamenti': "Abbiamo tante belle esperienze sui territori, di un partito che si mette fianco a fianco ad altri soggetti, movimenti e liste civiche, facendo un lavoro di squadra con la forza che può esprimere; l'importante è lavorare insieme".
Martina scansa il nodo, spinoso, della richiesta discontinuità col governo regionale uscente. "Quando si affronta una tornata elettorale c'è sempre bisogno di indicare una prospettiva per la comunità, di delineare delle novità e assumere degli impegni, con un lavoro serio, dove conti davvero la qualità del progetto che si mette in campo, delle persone che si mettono a disposizione della sfida. Invito i cittadini a misurare la differenza, anche di tono, di contenuti e di stile, tra chi ha davvero a cuore l'Abruzzo e chi passa di qui qualche ora e ha più a cuore la poltrona a Roma".
Accerchiato dai giornalisti, il segretario dem non si è sottratto ad alcune domande di politica nazionale. A partire dal contestato decreto sicurezza, con la lista di sindaci e governatori dissidenti che si allunga di ora in ora: "Salvini fa tanto il bullo ma scappa dalle argomentazioni che gli vengono proposte allorquando si spiega che questo decreto genererà più insicurezza e più irregolarità; fa finta di non vedere che il provvedimento serve soltanto a lui e alla sua propaganda, così che possa andare in giro a fare il finto sceriffo. Piuttosto, bisognerebbe pagare di più i sindaci, di ogni comune - dai piccoli comuni montani alle grandi città - e pagare meno qualche ministro".
Una stoccata anche al Movimento 5 Stelle, alla ministra della Salute Giulia Grillo e alla presunta schedatura di medici e scienziati. "Abbiamo dovuto scoprirlo oggi; il ministro pensa di imbrigliare la scienza, la medicina, chiedendo conto di appartenenze politico culturali a medici e scienziati: pensavamo di aver visto tutto, e invece anche oggi è stata scritta una pagina vergognosa. Il ministro si è affrettata a smentire: resta il fatto che si sta smantellando un'eccellenza straordinaria del paese, con una campagna anti scientifica alimentata da gente che sta al governo e che rischia di essere pericolosissima". Nessun appello, però, al Presidente della Repubblica: "Ho troppo a cuore le sue prerogative per strattonarlo di qua e di là. Ho grande rispetto per il suo ruolo, sta facendo un lavoro importante per tutti gli italiani e penso che il faro che guida il suo pensiero sia stato bene espresso nel discorso di fine anno, un intervento straordinario che, per quel che mi riguarda, guida anche tanta parte della nostra azione".
E sull'elogio dei 'gillet gialli' del vice premier Luigi Di Maio, Martina è altrettanto chiaro: "E' scandaloso che per uscire dalle difficoltà di competizione con Matteo Salvini inneggi a chi, in un paese amico come la Francia, sta provocando danni e guasti. Mi auguro che i cittadini riflettano su ciò che sta accadendo: non si governa così un grande paese".