Collegamento ferroviario diretto L’Aquila-Roma; valorizzazione della montagna; piano strategico per l’impiantistica sportiva e fiscalità a vantaggio delle imprese che investono nelle aree interne.
Sono i quattro punti alla base del programma con cui Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale uscente del Partito democratico, proverà a centrare la rielezione il 10 febbraio, sperando di bissare il successo di cinque anni fa, quanto fu uno dei candidati più votati d’Abruzzo.
Pietrucci, grazie all’introduzione della doppia preferenza di genere introdotta nella legge elettorale regionale, correrà in ticket con Patrizia Masciovecchio, direttore dell’Unità operativa di Medicina Legale alla Asl dell’Aqiuila.
I due hanno presentato la propria candidatura alla stampa nel comitato elettorale di piazza Duomo, che sarà inaugurato al pubblico e agli elettori giovedì sera alle 18:30.
“Alla ricandidatura di Pierpaolo, che non è un mero atto formale ma un scelta fatta con convinzione, visti gli ultimi cinque anni passati a dare battaglia sugli scranni del consiglio regionale in difesa e per la valorizzazione dell’Aquila e del suo comprensorio e delle aree interne” ha detto il segretario comunale del Pd Stefano Albano “abbiamo affiancato quella di Patrizia Masciovecchio perché pensiamo sia un valore aggiunto. Patrizia è una professionista importante di questo territorio, che ha svolto il ruolo di direttore sanitario nei difficili anni del post sisma”.
Il segretario del Pd dell'Aquila ha poi definito "decisiva" per il territorio la competizione elettorale del 10 febbraio, e "patetiche" le dichiarazioni del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi su Giovanni Legnini: "Per lui parlano i fatti, grazie al suo impegno da sottosegretario L'Aquila ha avuto sei miliardi di fondi".
“Mi sono candidata perché ho sentito dentro di me una chiamata alle armi e perché da questo territorio ho avuto tanto e mi piacerebbe restituire almeno una parte di quello che ho ricevuto” ha affermato la Masciovecchio “E’ un momento difficilissimo, per il Paese e per la Regione. Ho sentito il dovere morale e civile di impegnarmi e di farlo nel Pd perché è l’unico partito, a sinistra, capace di arginare questa destra illiberale e a trazione leghista. Da una parte abbiamo la presenza di una figura istituzionale così valida come Giovanni Legnini, dall’altra quella di un console romano circondato da pro consoli che trattano l’Abruzzo come una Galilea, espressione della destra romana che è quella di Storace e Alemanno, sotto i quali a Roma e nel Lazio si è consumato un periodo disastroso”.
Anche Pietrucci ha sottolineato il sorgere di un “dovere morale” per contrastare “quello che accadendo nel Paese: Salvini è l’emblema di una destra pericolosa, che rievoca il passato. La candidatura di Marsilio è un’offesa per l’Abruzzo. La nostra regione, una regione difficile per conformazione geografica e con tanti problemi, non può essere governata da una persona che non conosce il territorio. L’Abruzzo ha una classe dirigente all’altezza, non può essere eterodiretto”.
Pietrucci ha rivendicato, come risultati raggiunti in questi 5 anni di legislatura, lo stanziamento di risorse e la stesura di leggi a vantaggio delle aree interne: “Porto con me il bagaglio delle cose fatte, come i 23 milioni di euro per la pista ciclabile (il progetto si è impantanato per colpa dell’inerzia della giunta Biondi, ha detto Pietrucci, ndc); i 16 milioni per i nuovi impianti dell’Altopiano delle Rocche, la legge Reasta, la legge che istituisce la Film Commissione e quella sull’Aquila Capoluogo, che stanzia 800mila euro l’anno; il salvataggio della sede distaccata del Centro sperimentale di cinematografia, i 2 milioni di euro con i quali abbiamo rifatto la sentieristica del Gran Sasso, i 700mila euro per gli impianti di Pescocostanzo. Abbiamo creato le basi e le condizioni per uno sviluppo futuro, ora dobbiamo lavorare per spendere qui soldi”.
“All’Abruzzo servono L’Aquila e le aree interne” ha continuato Pietrucci, che non ha speso parole su D’Alfonso se non per ricordare “il grande lavoro sulle infrastrutture europee sulla dorsale costiera. Noi adesso dovremo completare la seconda parte di questo lavoro sulla dorsale tirreno-adriatica, sull’asse transfrontaliero che parte della Croazia e attiva fino a Barcellona”.
Pietrucci è tornato anche sulla questione dell’eccessivo numero di candidati aquilani in seno al centrosinistra, sulla quale si era già espresso criticamente qualche giorno fa con uno sfogo su Facebook: “Legnini ha sensibilizzato un certo mondo e tutti quanti si sono sentiti in dovere di candidarsi. La registro come cosa positiva, io stesso ho chiesto a molte persone, anche a miei potenziali elettori, di scendere in campo. Qualche candidatura, però, poteva rientrare dentro il nostro progetto politico anziché intraprendere un percorso individuale. E quando si scelgono percorsi troppo individuali si rischia di generare mostri. C’è bisogno di unità e coesione perché se L’Aquila dovesse rimanere senza consiglieri sarebbe un dramma”.