"Sulla ricostruzione so benissimo che ci sono tante cose ancora da fare e siamo sempre in ritardo; chiunque farà cose sarà sempre in ritardo perché dobbiamo colmare un gap di mesi e mesi in cui non si è fatto nulla. Credo si debba ridurre la burocrazia: servono procedure più snelle, anche a costo di prenderci qualche rischio".
Lo ha detto il vicepremier e ministro del lavoro Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 stelle, nel corso di una passeggiata al mercato comunale di Teramo, una delle tappe della sua tre giorni in Abruzzo per sostenere la candidata presidente della Regione Sara Marcozzi. Di Maio ieri era a Rigopiano, per il secondo anniversario della tragedia; oggi, ha molto insistito invece sul processo di ricostruzione del cratere sismico 2016 e 2017 che coinvolge Teramo e altri 27 comuni abruzzesi. Comuni che due giorni fa si sono uniti in comitato con le amministrazioni di Marche, Lazio e Umbria, esasperate dai ritardi per l'apertura dei cantieri.
"So che il sottosegretario Vito Crimi è al lavoro. L'obiettivo è sconfiggere il più grande nemico delle persone che sono nelle aree che devono essere ricostruite, la burocrazia, perché i soldi ci sono ma spesso si bloccano per leggi assurde".
Soffermandosi sulle elezioni regionali del 10 febbraio prossimo, Di Maio si è mostrato decisamente ottimista: "Credo che ce la possiamo fare. E' assurdo che chi ha distrutto questa regione stia dicendo come la si può salvare. Abbiamo da una parte Giovanni Legnini, che ha partecipato alle malefatte del Pd sin dai tempi del Governo Monti votando la Legge Fornero, dall'altra Marco Marsilio, che l'Abruzzo nemmeno lo conosce, in coalizione con coloro che hanno fatto parte di quel centrodestra regionale che ha contribuito a mettere in ginocchio la Regione". Per questo, il leader del M5S non presta attenzione ai sondaggi: "Io credo nei sondaggi delle persone, delle piazze, dei mercati, ma credo soprattutto ad un'altra cosa, ai dati che devono migliorare la qualità della vita degli italiani. Questa è la settimana in cui abbiamo approvato il reddito di cittadinanza, quota 100, è il terzo mese in cui è in vigore il decreto 'Dignità' che sta migliorando la qualità del lavoro, nel senso che sta migliorando la stabilità dei contratti. E poi, i sondaggi che non ci hanno preso alle politiche non ci prenderanno neanche alle Europee, come sempre".
Di Maio si è soffermato, in particolare, sul reddito di cittadinanza. "E' una riforma epocale, formiamo i giovani e meno giovani che non hanno lavoro e che non conoscono e che non hanno le competenze per fare nuovi lavori, per reinserirli lavorativamente. I dati ci daranno ragione, ma non sono solo i dati a dover aiutare le persone e a dare delle risposte agli italiani. Deve essere la percezione del miglioramento. Io sono veramente felice di quello che stiamo facendo sul welfare e sul lavoro - ha aggiunto - e mi fa veramente sorridere che sia la sinistra che quella che dovrebbe essere la destra sociale intenda promuovere un referendum contro il reddito di cittadinanza. Quelli che non hanno promosso un referendum contro la Fornero, non hanno promosso un referendum contro i vitalizi degli ex parlamentari e le pensioni d'oro, stanno promuovendo un referendum contro una misura che aiuta cinque milioni di italiani in difficoltà e manda in pensione un milione di italiani con quota 100".
Nel pomeriggio, verso le 17, il ministro si è recato anche a Pescara mentre alle 19.30,è stato a Vasto dove, nel teatro Rossetti, ha tenuto un incontro elettorale incentrato sul programma.
Per l'ultimo giorno di tour abruzzese, Di Maio, Marcozzi e gli altri candidati consiglieri pentastellati sono stati ad Avezzano, nella sala del Castello Orsini.
Pezzopane: "Di Maio usa terremoto solo per passerelle"
"Le parole di Di Maio rientrano nella solita prassi grillina di non fare nulla per risolvere i problemi delle persone ma di limitarsi a indicare un capro espiatorio, che oggi è la burocrazia".
Lo dichiara Stefania Pezzopane, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, a proposito delle dichiarazioni di Luigi Di Maio sul terremoto.
"Invece che parlare della burocrazia - continua - Di Maio ci spieghi come mai il governo ci ha messo sei mesi per nominare un sottosegretario e come mai il nuovo commissario, in quota 5 Stelle, si è rifiutato finora di incontrare istituzioni e sindaci e anche di venire in Parlamento. È grave che il governo, in ben 7 mesi, si sia limitato a qualche condono e alla proroga delle misure - e nemmeno tutte - adottate dai governi guidati dal Pd. Gravissimo che Lega e M5S abbiano bocciato quasi tutti gli emendamenti delle opposizioni e, in particolare, quello sulle facilitazioni fiscali per le popolazioni colpite. Tutto questo, nonostante avessero promesso ai terremotati di non far loro restituire le tasse sospese dopo il terremoto e, addirittura, che le avrebbero bloccate per tre anni. Invece, anche nella legge di Bilancio, hanno bocciato emendamento del Pd che prevedeva l'abbattimento restituzione tributi e contributi al 40%".
"L'incolmabile e vergognosa distanza tra le parole e i fatti fa purtroppo concludere che la visita odierna di Di Maio non era che l'ennesima passerella" conclude Pezzopane.