I 10 milioni di euro statali attesi dal Comune dell’Aquila per approvare il bilancio sono “nel cosiddetto decreto sblocca cantieri di imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale”, ma il provvedimento “contiene alcuni elementi di criticità, a partire dal prelievo di 65 milioni di euro dirottati su altri territori colpiti da calamità naturale”.
E’ la denuncia contro il Governo del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, a diciassette giorni dal ritiro delle dimissioni presentate per le spaccature in seno alla sua maggioranza, ma anche per protestare contro i ritardi del governo nell’erogazione dei fondi necessari al riequilibrio di bilancio per le minori entrate e le maggiori spese dovute al terremoto.
Un contributo statale indispensabile per approvare il bilancio, il cui termine è stato prorogato a fine aprile.
Le criticità, secondo il sindaco, sono “l’annualità della norma, che contrasta con la richiesta di formulazione di una disposizione di portata pluriennale che permetta di evitare, come accaduto quest’anno, corse contro il tempo. Non sfugge, inoltre, che, oltre ai 10,5 milioni necessari per lo strumento di programmazione finanziaria comunale e delle altre esigenze del cratere, vengono prelevate ulteriori risorse pari a 65 milioni di euro da destinare ad altri territori colpiti da calamità naturale“.
Il primo cittadino auspica che “si individui una copertura finanziaria alternativa, tanto più che da tempo reclamo la necessità di procedere celermente alla quantificazione del fabbisogno per il completamento della ricostruzione pubblica e privata, considerato che i finanziamenti della legge di bilancio troveranno il 2020 come ultima annualità normativa”.
L’attribuzione dei fondi per la copertura delle maggiori spese e le minori entrate del Comune dell’Aquila, necessari per l’approvazione del bilancio di previsione, “è la misura minima per consentire a questa terra di guardare con serenità all’immediato futuro e non aumentare il carico fiscale nei confronti dei cittadini”.
Al primo cittadino, però, ha replicato Paolo Romano, capogruppo del Passo Possibile. "Biondi urla contro il Governo, ma chi non ha protetto gli stanziamenti assegnati a L'Aquila con il decreto Legge 43/2013 è proprio lui", la stoccata; "in quel testo normativo, infatti, erano previsti circa 200 milioni di euro annui fino al 2019 che il precedente sindaco si era conquistato con una forte battaglia politica culminata con la riconsegna della fascia da primo cittadino al Capo dello Stato. Oggi il Governo decide che ben 65 milioni di euro di quel plafond siano dirottati su altri territori colpiti da calamità e la spiegazione dovrebbe fornircela Biondi stesso in qualità di ex assessore alla ricostruzione privata; la verità è che se il tiraggio finanziario della ricostruzione del capoluogo è in continua decrescita, si può procedere alla rimodulazione delle somme stanziate per L'Aquila su altri territori, nel caso di specie le province di Campobasso e Catania".
Spiega Romano: "L'art. 7bis del Dl 43 recita: 'le risorse sono assegnate ai Comuni interessati previa presentazione del monitoraggio sullo stato di utilizzo delle risorse allo scopo finalizzato'. Forse il Sindaco pensava che il Governo avrebbe abboccato all'ultimo comunicato stampa dai toni trionfalistici fatto in accordo con Usra, ma basta dare un'occhiata allo storico degli elenchi contributo per capire quanto la ricostruzione privata annaspi: il totale del 2016 è pari a circa 462,6milioni, quello del 2017 si attesta a circa 323milioni (di cui oltre 200milioni afferenti ancora alla giunta Cialente), mentre l'annualità 2018 solo a circa 303,7 milioni. Il calo costante si evince ancora di più se paragoniamo i primi tre mesi del 2018 con i medesimi del 2019; vediamo infatti che si passa da circa 95 milioni ai soli 68 milioni di quest'anno. La preoccupazione è tanta e non risiede solo nella difficile situazione della ricostruzione privata, ma anche nella completa stasi dei progetti pubblici della città (progetto unitario di Porta Barete, di viale della Croce Rossa, di Porta Leoni, Sede Unica Comunale) che subiranno lo stesso criterio di rimodulazione, se non addirittura di cancellazione, delle somme previste e stanziate nelle CIPE".
Sta di fatto che il sottosegretario con delega alla ricostruzione dei Beni culturali, il parlamentare abruzzese Gianluca Vacca (M5S), ha voluto gettare acqua sul fuoco: “Neanche un centesimo sarà sottratto al fondo per la ricostruzione”, ha promesso. “Per L’Aquila ci sono ancora 1.7 miliardi non assegnati e programmati, risorse che sicuramente non sarebbero state utilizzate quest'anno e dalle quali è stato possibile togliere temporaneamente una piccolissima parte per il sisma a Catania. Bisognerebbe preoccuparsi innanzitutto delle molte risorse già stanziate per lavori che però sono ancora fermi o non sono affatto partiti. Quello che oggi viene strumentalizzato come furto non è altro che un passaggio temporaneo come si fa di prassi nella programmazione economica di un Governo”, la stoccata del sottosegretario.
Palumbo: "L'Aquila bancomat del Governo: prende voti e soldi senza dare nulla indietro"
"L'Aquila è diventata ormai il bancomat del Governo. Il dirottamento di 65 milioni di euro, previsto nel decreto sblocca cantieri, dai fondi destinati alla ricostruzione dell'Aquila e strappati con le unghie e con i denti al Governo Letta con il DL 43/2013, è infatti solo l'ultimo prelievo effettuato dal governo gialloverde. Segue infatti al prelievo di 18 milioni, precedentemente assegnati alla nostra città attraverso il bando delle periferie o a quello di altri 15 milioni previsti per la realizzazione di un centro di competenza sulla sperimentazione 5G, per non parlare del tentativo di utilizzare per la messa in sicurezza delle autostrade 200 milioni già assegnati alla regione a valere dei fondi del Masterplan Abruzzo, tutti finanziamenti concessi dai Governo Renzi e Gentiloni".
L'affondo è del capogruppo dem in Consiglio comunale, Stefano Palumbo. Che aggiunge: "Siamo passati così da quei Governi che, nonostante difficoltà di bilancio non meno pesanti di quelle di adesso, riuscivano comunque a trovare tutte le risorse necessarie a garantire continuità alla ricostruzione della nostra città ad un Governo che, dal giorno del suo insediamento, dall'Aquila ha solo preso, voti e soldi, senza dare nulla indietro. Siamo passati, d'altro canto, dalla precedente amministrazione comunale capace di garantire un tiraggio sulla ricostruzione di 1 miliardo di euro l'anno, all'attuale giunta che non riesce ad andare oltre i 300 milioni, fondi non spesi che diventano preda del Governo centrale. Una concomitanza di responsabilità, dunque, dal livello nazionale a quello locale, che sta rimettendo in discussione, uno dopo l'altro, i tanti risultati faticosamente acquisiti negli anni precedenti. E a nulla vale il fatto che al governo della città ci sia lo stesso partito che è alla guida anche della regione e del Paese, con i rappresentanti locali della Lega sempre allineati al supremo volere del Capitano, mai con una presa di posizione in difesa degli interessi della città. Mi chiedo e vi chiedo, fino a che punto siamo disposti ad accettare questa condizione?".
Pezzopane: "Da governo colpo mortale a ricostruzione"
"Mentre a parole il governo non perde occasione per fare passerelle e sottolineare il suo impregno in favore dell'Aquila, nei fatti ha posto le condizioni per contraddirsi in modo vergognoso: nel codice degli appalti sono state inserite due norme capaci di assestare un colpo mortale alla ricostruzione della città".
Lo dichiara Stefania Pezzopane, della presidenza del gruppo Pd alla Camera. "Nelle stesse ore in cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte era a L'Aquila per una passerella in occasione del decennale del terremoto - l'affondo della deputata dem - i suoi ministri mettevano nero su bianco la possibile fine del sogno di restituire alla città la normalità promessa dal premier. Da un lato, sottraendo i 65 milioni già destinati al capoluogo abruzzese e ai Comuni del cratere, per dirottarli verso altre localita terremotate, con uno squallido gioco delle tre carte finanziario mai visto nella storia della Repubblica; dall'altro, non prorogando la sospensione della restituzione agevolata delle tasse, che salirá dal 40 al 100%. E questo significa costringere centinaia di imprese a compiere uno sforzo che rischia di ucciderle. Il governo ha voluto indorare la pillola con i 10 milioni di euro dovuti e tardivamente concessi, necessari a chiudere il bilancio previsionale ma, alla luce delle altre norme, questa mossa risulta una intollerabile presa di giro".
"Ci impegneremo con tutte le nostre forze perché in fase emendativa il governo rimedi a questa vergogna", ha promesso Pezzopane. "Se decidessero di tirare dritto, però, confermerebbero ancora una volta che per Lega e 5 Stelle L'Aquila ha un interesse puramente propagandistico. Il sindaco Biondi fa bene a denunciare questa ignobile azione, ma quando Vito Crimi al convegno dell'Ance spese parole pesanti per giustificare questo furto, fui l'unica a ribellarmi. Anzi, notai e denunciai una grave e stravagante compiacenza. In quel convegno al consiglio regionale il sottosegretario affermò che era assurdo tenere soldi per L'Aquila in programmazione quando lui aveva urgenza di prelevarli per altre Emergenze. E li tutto condito da sorrisoni e complimenti. Ora seppur tardivamente ci si accorge che stanno rubando presente e futuro agli aquilani".
Quagliariello: "No a guerra tra poveri a spese dell'Aquila"
"Il dovere della solidarietà tra territori colpiti da eventi catastrofici, in particolare sismici, non è in discussione. Quel che invece è a dir poco discutibile è che lo spostamento dei fondi sia stato stabilito nel decreto 'sblocca-cantieri' senza prevedere alcuna misura di alleggerimento burocratico e certezza di orizzonte temporale che, come esigenza giustamente rappresentata dal sindaco dell'Aquila, consenta almeno di impiegare i fondi già stanziati e fin qui non utilizzati".
Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, leader di 'Idea'. "E' inoltre stupefacente - aggiunge Quagliariello - che per fronteggiare finanziariamente altre calamità non si sia saputo fare nulla di meglio che sottrarre fondi all'Aquila. Questo risiko di risorse tra territori colpiti - conclude - è una sorta di 'guerra tra poveri' e tutto ciò, nel momento in cui il governo spreca ingenti risorse per misure con ogni evidenza improduttive, risulta francamente inaccettabile".