Risorse extra per l'assunzione di nuovo personale, riorganizzazione dei cup (centri unici di prenotazione), apertura dei servizi diagnostici sei giorni a settimana.
La strategia della Regione Abruzzo per abbattere le liste di attesa delle Asl (che, come ha denunciato di recente la Cgil relativamente alla Asl dell'Aquila,raggiungono livelli drammatici) passa attraverso queste tre linee di intervento.
La delibera contenente il nuovo "piano operativo regionale 2019-2021 per il governo delle liste di attesa", con cui è stato recepito il piano nazionale sottoscritto a febbraio da Stato e Regioni, è stata già approvata ed è stata presentata dal presidente Marco Marsilio e dall'assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì.
Per ridurre le liste di attesa c'è bisogno anzitutto di potenziare l'organico in forza alle Asl, che soffrono tutte di gravi carenze di personale.
Per sbloccare le assunzioni, la Regione ha stanziato subito 2 milioni di euro, che serviranno a far fronte alle maggiori criticità.
Ad avere la priorità saranno i dipartimenti dove le liste di attesa sono più lunghe ovvero radiologia, cardiologia e diagnostica per immagini.
Tutto ciò avverrà, tuttavia, solo dopo che le asl avranno consegnato alla Regione un piano aziendale comprensivo dei propri fabbisogni.
"Abbiamo dato alle quattro aziende sanitarie 60 giorni" ha detto Nicoletta Verì "per redigere un nuovo programma attuativo, in cui saranno chiamate a dettagliare in maniera analitica la propria rete di offerta, distinguendo la quota di attività che sono in grado di produrre attraveso le proprie risorse e quella che può essere acquistata dalle struttura private accreditate. Le aziende dovranno prevedere prioritariamente per le prestazioni critiche un piano di recupero dell'efficienza attraverso l'ottimizzazione dei turni di personale e dell'uso di macchinari".
Ai 2 milioni di euro stanziati dalla Regione se ne aggiungeranno, nel prossimo triennio (2019-2021), altri 16 provenienti dal ministero della Salute. Risorse che serviranno, ha annunciato l'assessore Verì, non solo all'assunzione del personale ma anche all'informatizzazione del sistema, che ad oggi presenta gravi inefficienze.
Intimamente legati al rafforzamento del personale sono anche le altre linee di intervento annunciate, che agiranno su una riorganizzazione strutturale dei cup e sulla revisione delle prescrizioni diagnostiche.
Anzitutto, ha affermato Nicoletta Verì, ogni asl dovrà garantire l'apertura dei servizi diagnostici 6 giorni a settimana (dunque anche il sabato) e dovrà nominare un responsabile unico aziendale che avrà funzioni di coordinamento rispetto al nuovo piano di riduzione delle liste di attesa. Se gli obiettivi finali non saranno raggiunti, a saltare saranno i direttori generali.
Per quanto riguarda i cup, ci sarà una mini rivoluzione: gli uffici saranno dotati di un tutor (cup specialist) che dovrà risolvere problemi e criticità, sia del front che del back office. Inoltre ci sarà una sorta di sdoppiamento funzionale tra cup di 1° e 2° livello.
In pratica, la prima prescrizione spetterà sempre al medico di base ma le ulteriori prescrizioni per esami specialistici dovranno essere prenotate direttamente dal medico specialista ospedaliero o territoriale che ha preso in carico il paziente la prima volta tramite agende dedicate e differenziate, che elimineranno i doppi e tripli passaggi del paziente.
"Per quanto riguarda la prescrizione degli esami" ha spiegato Nicoletta Verì "i medici avranno l'obbligo di rispettare le classi di priorità, in modo da porre i cittadini nella possibilità di accedere alle prestazioni secondo le condizioni effettive di gravità clinica e non in ordine cronologico".
"E' un primo passo per rimettere la sanità abruzzese sui binari dell'efficienza, dell'organizzazione e dell'economicità" ha commentato Marsilio "e per farla tornare a essere un servizio percepito dai cittadini come accessibile e utile e non come una scommessa con la sorte. Con il nuovo piano avremo maggiore programmazione nell'offerta delle prestazioni e eviteremo l'effetto imbuto sulle liste di attesa, che oggi ha conseguenze drammatiche sul diritto alla salute dei cittadini. Quando le liste di attesa diventano troppo lunghe, infatti, i cittadini non possono far altro che rivolgersi altrove, al privato o in altre ragioni. La mobilità passiva in Abruzzo pesa per 80 milioni di euro".