Va strutturandosi l’associazione civico politica ‘Il Passo Possibile’ che, stamane, ha organizzato una conferenza stampa per informare i cittadini sulle attività svolte, per dare un resoconto dell’attività istituzionale dei primi due anni di legislatura e per esporre la propria idea di città e di territorio. A fare gli onori di casa, il presidente dell’associazione Fabrizio Ciccarelli che ha aperto i lavori mettendo la sede di via Verdi a disposizione “delle associazioni e degli enti territoriali che ne facciano richiesta, a titolo gratuito. A settembre – ha svelato – si terrà l’inaugurazione ufficiale”.
Accanto a Ciccareli, il gruppo consiliare: Americo Di Benedetto, consigliere comunale e regionale, il capogruppo Paolo Romano, Emanuela Iorio, Antonio Nardantonio ed Elia Serpetti. "La loro attività istituzionale è coadiuvata – ha spiegato Ciccarelli – dalla segreteria politica formata, oltre che dal presidente, dal segretario Massimiliano Pieri, dal tesoriere Marco Ceraso e da Massimo Scimia, Gianni Giacobbe, Vito Ciano, Marcello De Carolis, Giovanni De Bernardinis, Daniele Mingroni e Fabio Camilli, ciascuno con specifiche deleghe". Il collegio dei garanti, invece, è composto da Daniela Videtta, Marina Di Meo e Alessandro Tomassoni.
“Sentiamo l’esigenza di metterci a disposizione della città”, le parole di Americo Di Benedetto, “a partire dalla nostra sede, per avviare una fase di rilancio del dibattito culturale. D’altra parte, sin dall’inizio avevamo detto che la nostra azione sarebbe stata in favore della città, non contro qualcuno. Il giudizio sull’azione amministrativa lo lasciamo ai cittadini: noi intendiamo esercitare il nostro ruolo di principale gruppo di non governo in moto utile. La contrarietà non paga”, ha ribadito Di Benedetto.
Rivendicando il risultato delle elezioni regionali, “lo definirei epocale – ha sottolineato l’ex presidente della GSA – considerata la nostra condizione aggregativa che ha ottenuto una straordinaria visibilità regionale”, Di Benedetto ha tenuto a chiarire come nel Passo Possibile non prevalga la prospettiva del singolo “ma il lavoro fatto insieme per un obiettivo comune. Abbiamo l’ambizione di essere presenti in città con una proposta politica, di crescere sul territorio, di veicolare una emancipazione culturale smantellando il sistema della contrapposizione”.
Parole che, all’indomani della conferenza stampa tenuta dai gruppi di opposizione di centrosinistra, hanno il sapore di una chiara presa di distanza: “sappiamo fare questo, ci poniamo come complemento per generare una alternativa all’attuale amministrazione. Lo ribadisco: ci siamo strutturati in maniera ambiziosa, una ambizione positiva, con l’esigenza di catalizzare attenzioni che magari, in altre situazioni, non riusciremmo a catalizzare. La volontà è di crescere per poterci misurare, tra tre anni, in modo adeguato; in questo senso, ognuno deve fare la sua parte, come meglio crede: a noi non riesce di porci in termini di pura contrapposizione. Come gruppo consiliare, col lavoro del capogruppo Romano e degli altri consiglieri stiamo evidenziando anche in modo duro le criticità dell'azione di governo ma non intendiamo limitarci a questo: sentiamo l’esigenza di fare altro, e dentro un perimetro che ci è consono e dove non lediamo la sensibilità di chi, magari, ha un altro modo di fare opposizione. La nostra forza è l’autonomia, la capacità di avanzare proposte, nel rispetto delle proposte politiche altrui, lo stesso rispetto che chiediamo per le nostre. Non abbiamo contrarietà verso chi governa, sebbene lavoriamo per costruire una alternativa, figuriamoci se nutriamo contrarietà per chi ha fatto con noi un pezzo di strada. La nostra è una proposta di emancipazione politica: vogliamo essere sempre più forti così da avere tra tre anni la forza adeguata alla nostra struttura”.
A dire che l’obiettivo del Passo Possibile è costruire una proposta alternativa alla destra in vista delle prossime elezioni comunali: la porta verso le altre forze civico progressiste è aperta; intanto però, questo il senso, ognuno faccia l’opposizione come meglio crede, nel rispetto delle diverse posizioni. Si vedrà poi se e come dar vita ad una coalizione, e con quali rapporti di forza soprattutto.
In questo senso, Americo Di Benedetto – a due anni dal ballottaggio che ha sancito la vittoria elettorale di Pierluigi Biondi – ha voluto rilanciare la sfida al sindaco su alcune questioni strategiche. “Oggi, si è finalmente compreso che amministrare la nostra città è difficilissimo, per i problemi da affrontare e per l’inadeguatezza, in termini numerici, della struttura comunale cui la politica deve porre rimedio attraverso l’impegno materiale per la risoluzione dei problemi. Le criticità oggetto di campagna elettorale stanno ancora lì sul tavolo: non si tratta di una critica, è una constatazione. Lasciando da parte la ricostruzione delle scuole, oramai è chiaro che sarebbe servita maggiore responsabilità in campagna elettorale, intendiamo appunto rinnovare una sfida positiva al sindaco e all’amministrazione attiva, per il bene della città”. Su quatto temi, come aveva già spiegato in Consiglio comunale: l’intervento pubblico nell’economia, la gestione del progetto Case, il turismo e la pianificazione.
Stando al primo punto, “in fase di approvazione del bilancio abbiamo votato contro l’indicazione di vendita dei beni del Comune – ha spiegato il consigliere comunale e regionale – determinerà, infatti, uno stress nel momento in cui dovessimo immetterli nel mercato immobiliare che, al contrario, dovrebbe essere lasciato al dominio della contrattazione privata. Non possiamo permetterci di essere ingerenti e di livellare verso il basso il valore degli immobili”. Da questa considerazione, la proposta: “abbiamo capito che cosa si rischia ad assicurare investimenti pubblici a chi insedia qui un'impresa: non sappiamo mai chi viene e come intenda investire; dobbiamo piuttosto incentivare il calmieramento della forbice tra il costo del lavoro e la retribuzione dei dipendenti e dobbiamo farlo istruendo un bando di rilevanza nazionale affinché chi venga all'Aquila ad investire risorse proprie possa avere la disponibilità di immobili per proporre assunzioni a tempo indeterminato non riconoscendo una retribuzione piena ma una retribuzione più bassa con la possibilità, però, di assicurare una abitazione. Abbiamo 500 immobili: ebbene, immagino un piano di 500 assunzioni a tempo indeterminato con i ragazzi che avrebbero la possibilità di trovare un lavoro e una abitazione; d’altra parte, con le attuali retribuzioni non avrebbero mai la possibilità di acquistare una casa. Metteremmo così in campo una inversione di tendenza per lo sviluppo economico del territorio”.
Tornando al progetto Case, invece, “l’amministrazione non può continuare a fare l’amministratore di condominio”, ha aggiunto Di Benedetto. “Lo avevo già proposto in campagna elettorale, siamo ancora in tempo: mi accingo a presentare in Consiglio regionale un disegno di legge attuativo della norma sugli usi civici, una riforma gestionale, così da offrire alle amministrazioni separate la possibilità di divenire enti esponenziali di diritto privato. Dobbiamo creare più fondazioni, con i futuri enti esponenziali, le Asbuc e l'amministrazione comunale, dedite alla gestione del progetto Case, alla disciplina del pagamento degli occupanti e al ristoro dei territori circoscritti dal perimetro nei quali insistono gli alloggi attraverso attività manutentive, di decoro, di gestione che le realtà di prossimità possono fare meglio di noi”.
Anche per ciò che attiene il turismo, e in particolare il Gran Sasso, Di Benedetto propone una riforma radicale: “il Ctgs in mano pubblica non può gestire una realtà così fatta. Dobbiamo provare a farla diventare una società a patrimonio, col patrimonio conferito dal Comune: non si può sopravvivere facendo turismo con il Tpl. Gli investimenti pubblici, così, troverebbero sfogo, e pure l’impiantistica sportiva cittadina che è in stato di degrado e che potrebbe essere affidata al Ctgs attraverso gli introiti che scaturirebbero da una gestione privata”. Ha aggiunto il consigliere del Passo Possibile: “a ridosso delle Regionali, è stata approvata una delibera di Giunta per chiedere alla Regione la modifica dei Sic. Alcune procedure, però, non sono difficili ma impossibili. Piuttosto, chiediamo al Parco di calare nel suo piano il così detto Piano d’area che il Consiglio comunale ha approvato e dichiarato urbanisticamente valido molti anni fa: il Parco sarebbe obbligato a farlo, d’altra parte il Piano d’area è stato approvato e reso definitivo prima dei Sic e delle Zps. E dunque, diffidiamo il Parco per il tramite della Regione e avviamo le attività che ci consente il Piano d’area”.
L'ultima proposta, l'ultima sfida lanciata da Di Benedetto, attiene alla pianificazione; il consigliere comunale e regionale ha richiamato l’incontro organizzato dall’Ance per la presentazione del libro ‘Riscritture urbanistiche’ del prof. Fabio Andreassi. “All’evento ha partecipato l’avvocato Paolo Scopano, colui che ha fatto sì che ci fosse una riconciliazione tra la politica e la città negli anni ’70, approvando il primo – ed unico – strumento urbanistico. Prima, un comitato di sacerdoti non religioso bensì politico che faceva riferimento agli schieramenti politici dell’epoca decideva le sorti urbanistiche della città. Ebbene, Andreassi ha detto una cosa di rara profondità: stiamo per arrivare al tempo in cui non esisterà in vita chi ricordi il nostro strumento urbanistico. Ci vuole una accelerazione: lo strumento urbanistico non è una funzione strutturale, non solo almeno, è una funzione romantica e per poterlo redigere e renderlo esecutivo c’è l’esigenza di ascoltare le pulsioni della città e, attraverso queste pulsioni, recuperare il bello che L’Aquila ha e che, purtroppo, è ancora ai margini della proposta politica”.
A partire da questi quattro punti, "vogliamo costruire un progetto politico di qualità - ha ribadito Di Benedetto - di controllo fermo dell'azione amministrativa ma anche di proposta. Daremo vita ad una serie di iniziative sul territorio per alzare l'asticella del dibattito politico: d'altra parte, L'Aquila è una città culturalmente metropolitana, dobbiamo ricordarlo".
Con Di Benedetto. ha preso la parola il capogruppo del Passo Possibile Paolo Romano, tra i consiglieri d'opposizione più attivi. "Americo è più propositivo, io più critico", ha chiarito, "e non perché io voglia male al sindaco Biondi, ma per l'impasse che vive la città. A partire dal bilancio, vorrei rendere conto del lavoro fatto dal gruppo consiliare: sono stati presentati 17 emendamenti, 16 a firma unica del Passo Possibile, che avevano l'obiettivo di arricchire la discussione sui maggiori settori dell'ente. Purtroppo, al di là degli emendamenti proposti, il giudizio sul bilancio è assolutamente negativo: si presta all'ordinaria amministrazione, non ad una città che va ricostruita. Il vice sindaco Raffaele Daniele ha evocato un cambio di passo: a mio parere, invece, siamo ad un punto di non ritorno", l'affondo.
Non c’è alcuna prospettiva, "si evince sfogliando il Piano triennale delle opere pubbliche" ha proseguito Romano: "siamo passati dai 203 milioni di euro previsti per il 2019 nello scorso piano triennale, ai 24 del piano annuale di quest'anno. Viene a mancare lo sguardo prospettico sulla ricostruzione, sulle opere pubbliche: registriamo 59 milioni in meno sulla ricostruzione delle scuole comunali, 62 milioni tolti dai progetti unitari dove vanno inseriti anche i parcheggi pubblici (viale della Croce rossa, Porta Leoni, Porta Barete e così via). Non c'è più nulla, non c'è più alcuna progettualità. Vale lo stesso per il progetto di sede unica comunale: abbiamo in cassa 35 milioni, che cosa vogliamo farci? E sulla viabilità? Scompaiono dal Piano triennale opere importanti, come il Ponte Belvedere. Di nuovo: non si tratta di una critica, ma dell'amara constatazione che questa giunta è allo stremo, sempre più divisa e incapace di costruire una prospettiva per il futuro".