"Parlare della ricostruzione del ponte Belvedere modello Calatrava dopo due anni passati a voler procedere alla sua riparazione è ridicolo. Parlare di restyling senza una progetto strategico di riqualificazione dell'intero contesto circostante fatto anche di civili abitazioni è un errore di valutazione che a dieci anni dal sisma non possiamo più permetterci".
A scriverlo, in una nota, è il capogruppo del Passo Possibile al consiglio comunale dell'Aquila Paolo Romano.
La nota completa
"Questa amministrazione rischia di diventare famosa per l'attitudine a cambiare continuamente idee sul disegno della città, ma questa volta, sul futuro del ponte Belvedere, ci sono di mezzo soldi già spesi dei contribuenti".
"Il com'era dov'era a L'Aquila, laddove possibile e cioè in riqualificazioni dove la parte pubblica è presente in quota maggioritaria, non è garantito da tutti i progetti unitari che sono stati lasciati in eredità dalla scorsa amministrazione. Progetti come la riqualificazione di viale della Croce Rossa, dove pure si era ventilato un altro project sul parcheggio poi sfumato, di Porta Barete e di Porta Leoni impantanate in permute ed espropri, di Piazza San Basilio, dove manca ancora il cambio di destinazione d'uso a cura del Comune, dell'ascensore su Viale Rendina che adesso approderà finalmente in Commissione Territorio".
"È ridicolo parlare della ricostruzione del ponte Belvedere modello Calatrava dopo due anni passati goffamente a voler procedere alla sua riparazione. Parlare di restyling senza una progetto strategico di riqualificazione dell'intero contesto circostante fatto anche di civili abitazioni è un errore di valutazione che a dieci anni dal sisma non possiamo più permetterci. Vuol dire essere ignari dello studio a cura dell'Università dell'Aquila che ha decretato la stabilità del ponte e che è stato già pagato dai contribuenti e delle indagini successivamente eseguite da una società privata, chiaramente liquidata".
"Ignari degli anni già trascorsi e di quelli che trascorreranno con un concorso di progettazione e una gara pubblica. Ignari delle problematiche emerse con lo Studio Romolini, precedentemente incaricato della progettazione definitiva e esecutiva del semplice consolidamento. Ignari delle false aspettative date al civico 29, i cui residenti sono stati imboniti giusto il tempo di una tornata elettorale".
"Ci chiediamo quale studio sia stato prodotto sul proiect financing di ponte Belvedere e sui margini certi di rientro economico da parte del promoter. È chiaro che debba esserci la certezza che un parcheggio sotto la collina del Belvedere o anche uno a S.Apollonia produca l'utile certo a rientrare dell'investimento sulle strutture e sul ponte. Per quanto riguarda il ponte di S. Apollonia poi, non è chiaro se questa amministrazione abbia in animo di perseguire il vecchio progetto della giunta Tempesta o quello che vede la costruzione di un silos al posto degli immobili di proprietà Inail su via XX settembre, nè in cosa consisterebbe l'eventuale permuta che, interessando il patrimonio comunale, dovrà necessariamente passare al vaglio dell'assise civica".
"C'è bisogno di serietà: siamo d'accordo con il sindaco quando sostiene che si ha bisogno di grandi opere che lascino il segno dei nostri tempi, ma allora ci chiediamo perché è stato fermato il concorso di progettazione per la sede del comune uccidendo il senso stesso di realizzare una grande opera che avrebbe racchiuso la maggioranza dei servizi pubblici cittadini, un'opera architettonica, sicura, moderna, non energivora".