"Esattamente un anno fa si svolgeva un infuocato Consiglio comunale, richiesto a gran voce dai gruppi di maggioranza, a conclusione del quale fu anche approvato un ordine del giorno, per stigmatizzare la riorganizzazione degli uffici regionali voluta dall'allora giunta D'Alfonso, rea di penalizzare la città dell'Aquila a favore della sede regionale pescarese relativamente a importanti funzioni, in particolare quelle delle Opere pubbliche, delle Infrastrutture e Trasporti e del Genio civile, tradizionalmente ubicati nel capoluogo".
"Oggi, a distanza di un anno, la nuova giunta regionale di centro destra approva una riforma della macrostruttura regionale che, di fatto, ricalca quella effettuata da D'Alfonso e dal suo esecutivo".
Ad affermarlo è il capogruppo Pd in Consiglio comunale Stefano Palumbo, che interviene sulla riorganizzazione della macrostruttura regionale disposta dalla Giunta in occasione dell'approvazione del rendiconto di gestione 2018. Il piano di riorganizzazione dei Dipartimenti, era già finito nel mirino della Cgil, che qualche giorno fa ha accusato la giunta di non aver recepito le proprie osservazioni, rispetto alle quali lo stesso presidente Marsilio aveva dato segni di apertura.
Palumbo, fa notare come "contro tale riassetto tuonarono, sindacati, consiglieri e assessori comunali, a cominciare da chi, come Liris, Imprudente e Santangelo, oggi siede su un importante scranno in Regione. Anche io, contrario a quella riorganizzazione, manifestai il mio dissenso sia all'interno del mio partito che pubblicamente".
"Oggi, a distanza di un anno - sottolinea Palumbo - la nuova giunta regionale di centro destra, mai così bene rappresenta numericamente da esponenti aquilani, vara una riforma della macrostruttura regionale che, di fatto, ricalca in maniera pressoché identica quella effettuata da D'Alfonso e dal suo esecutivo, confermando il dislocamento di alcune funzioni dall'Aquila a Pescara, senza che nessuno dei protagonisti della rivolta sollevata non più di un anno fa senta il bisogno di dire una sola parola".
"Non una parola - prosegue il consigliere dem - da parte di alcuni sindacalisti ex UGL che invece, per la riorganizzazione targata D'Alfonso, si scatenarono letteralmente gridando allo sciacallaggio. Non una parola dal presidente del consiglio comunale Tinari o dall'attuale capogruppo di Forza Italia De Matteis, all'epoca tra i più accalorati contestatori. Non un cenno dal sindaco dell'Aquila".
"Uno dei più fieri oppositori di quella riorganizzazione, l'allora vice sindaco Liris, oggi, quale assessore regionale, firma addirittura la delibera di giunta con la quale si stabilisce il nuovo assetto degli uffici".
"Insomma - evidenzia Palumbo - ciò che lo scorso anno era ritenuto il male assoluto per la regione e, soprattutto, per la città dell'Aquila, adesso è approvato e confermato dall'attuale esecutivo regionale (lo stesso che doveva, stando a quanto affermavano in campagna elettorale, restituire al capoluogo il peso dovuto e riparare alle ingiuste penalizzazioni operate da D'Alfonso), con il silenzio assenso della maggioranza che amministra il Comune".
"L'Aquila è storicamente un centro amministrativo burocratico, la perdita di dipendenti della Regione sarebbe dunque letale per l'economia cittadina. La mia personale preoccupazione, di allora e di adesso, è che lo spostamento di funzioni, porti ad una graduale crescita dei dipendenti sulla costa, in virtù del fatto che i pensionati saranno sostituiti laddove servono, secondo fabbisogni di fatto".
"È opportuno dunque ridefinire le funzioni e le strutture in capo all'Aquila, stabilendo anche rigidamente le sedi dei responsabili di dipartimento, così come è per gli assessorati. Differentemente - conclude Palumbo - si tornerebbe ad essere sottoposti alla dirigenzialismo che in diversi periodi ha governato in Regione, indipendentemente dal cambio di reggenza politica".