Martedì, 23 Luglio 2019 22:20

Fusione Camere di commercio L'Aquila-Teramo, Febbo: "Processo irreversibile"

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Il Consiglio Regionale e la Giunta hanno respinto l'approvazione della mozione per l'interruzione dell'iter della fusione delle Camere di Commercio di Teramo e L'Aquila sulla base delle considerazioni ormai note da tempo e ribadite dall'assessore Mauro Febbo. "La fusione tra Teramo e L'Aquila è su base volontaria e prende corpo da due distinte ma congruenti deliberazioni dei rispettivi consigli in ordine alla volontà di fondersi in un'unica Camera", ha sottolineato Febbo.

"Il motivo per cui diverse Camere di Commercio hanno impugnato la legge dinanzi alla Corte Costituzionale è invece diverso – ha proseguito Febbo – e deriva dal fatto che legge, nel caso di mancanza di accordi volontari per la fusione, imponeva la stessa senza una previa intesa della Conferenza Stato Regioni. Tale intesa le Camere di Commercio di Teramo e L'Aquila l'anno chiesta ed ottenuta nel gennaio del 2019 e pertanto il motivo della lagnanza di Teramo. A seguito di contatti che ho avuto con i vertici nazionali di Union camere e del Mise, è certo che, anche dopo la pronuncia della Consulta, indietro non si tornerà, perché il Governo ed il Parlamento sono fermi a tenere al massimo 60 Camere".

Quindi l'idea che dopo la pronuncia della Corte Costituzionale tutto possa tornare come prima è del tutto priva di fondamento e sbagliano alcuni politici teramani perseguire questa strada. "Non mi voglio addentrare in un terreno che non mi compete, poiché come Giunta Regionale siamo equidistanti e vogliamo fare solo gli interessi dei territori abruzzesi indistintamente – ha concluso l'Assessore – il problema della sede e della fusione volontaria o imposta lo devono risolvere i territori da loro stessi con il dialogo. Se Teramo non è più d'accordo, deve revocare l'accordo di fusione e inviarlo al MISE che si pronuncerà a sua volta sulla legittimità o meno di questa scelta e deciderà il da farsi. Ossia se considerare comunque l'iter concluso o commissariare le Camere di Teramo e L'Aquila ed applicare le norme di legge che sono al vaglio della Consulta."

"Spero tanto che i diretti interessati sappiano trovare una via d'uscita ed una mediazione senza alimentare inutile e sterili polemiche di campanile che non aiutano certo a definire la vicenda. Lo ripeto, Mise e Unioncamere hanno affermato che indietro non si torna e non ci sarà più una Camera di Commercio per ogni provincia. Bisognerà farsene una ragione. Infine - conclude Febbo - mi sono fatto garante anche della volontà espressa dai componenti di maggioranza D'Annuntis, Di Matteo e Quaresimale nel portare a termine il processo tenendo conto delle peculiarità del territorio da loro rappresentato".

 Il sindaco dell'Aquila Biondi: "Necessario unire e aggregare i territori"

"Ho appreso con grande favore della decisione del Consiglio regionale che ha respinto la mozione con cui si chiedeva di interrompere un percorso avviato da tempo e ineludibile, quello della fusione delle Camere di commercio dell'Aquila e di Teramo".

Lo dichiara il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi.

"Bene hanno fatto i rappresentanti della maggioranza all'Emiciclo a sancire un principio: quello della necessità di unire e aggregare territori, esperienze e competenze per fronteggiare le sfide imposte della globalizzazione dell'economia e dei mercati. – spiega il primo cittadino – Un processo di aggregazione, peraltro, chiesto e ottenuto dai due enti camerali che adesso mi auguro si possa concretizzare nel minor tempo possibile".

"Oltre alla valorizzazione di esperienze diverse, che con l'unione verranno messe a fattor comune, l'aggregazione delle due Camere può rappresentare una importante opportunità di crescita e rafforzamento del sistema produttivo ed economico delle aree interne e di quelle costiere" conclude il primo cittadino.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 24 Luglio 2019 17:49

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