Secondo giro di consulazioni.
Sentito telefonicamente il presidente emerito Giorgio Napolitano, il Capo dello Stato riceverà oggi alle 16 la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e alle 17 il presidente della Camera Roberto Fico; alle 18.20 sarà il turno del gruppo misto del Senato, poi il gruppo misto della Camera. Domani, mercoledì 28 agosto alle 10, Mattarella ascolterà invece il gruppo "Per le Autonomie" del Senato; alle 10.30 il gruppo "Liberi e Uguali" della Camera; alle 11 i gruppi del Senato e della Camera di Fratelli d'Italia; alle 16 i gruppi parlamentari del Pd. Dunuque, alle 17 i gruppi parlamentari di Forza Italia e, alle 18, i gruppi parlamentari "Lega-Salvini premier". Alle 19 chiuderanno i gruppi parlamentari del "M5S.
A quel punto si capirà che piega avrà preso la crisi di ferragosto aperta dalla Lega di Matteo Salvini.
Ieri, in serata, era filtrato ottimismo su un possibile accordo di legislatura tra Movimento 5 Stelle e Pd. "Credo che siamo sulla strada giusta. Avevamo chiesto che si partisse da idee e contenuti e stasera continueremo ad approfondire, sono ottimista: è partito il confronto per dare al Paese un governo di svolta", le parole del segretario del Pd Nicola Zingaretti al termine dell'incontro delle 18 con Luigi Di Maio. "Fare il governo è una cosa seria - aveva aggiunto Zingaretti - noi siamo persone serie, non vogliamo farne uno come il precedente che cada dopo 14 mesi".
Si lavorava all'ipotesi di un governo Conte bis: almeno, era caduto il veto dei democratici che, in cambio, avevano chiesto alcuni ministeri chiave: nella proposta di accordo sul governo giallo-rosso avanzata dal M5S - aveva riferito l'agenzia Dire - il segretario Zingaretti doveva ricoprire il ruolo di vicepremier insieme al capo politico del movimento, Luigi Di Maio.
Tuttavia, Movimento 5 Stelle e Pd si sono ritrovati in serata, alle 21 a Palazzo Chigi e, al termine del vertice fiume, durato quasi quattro ore, le posizioni sono parse assai più distanti: "Siamo al lavoro, ma c'è ancora molto da fare su contenuti e programmi. E non c'è ancora il via libera a Conte. La strada è in salita, differenza di vedute sulla manovra", è emerso da fonti dem. A stretto giro di posta la replica Cinquestelle: "E' un momento delicato e chiediamo responsabilità ma la pazienza ha un limite. L'Italia non può aspettare, servono certezze. Il Pd ha parlato solo di ministeri, non di programmi. Aspettiamo la posizione ufficiale del Pd sul Conte bis. Non c'è chiarezza finora. I dem lo dicano chiaramente, Conte merita rispetto".
Era stato fissato un nuovo incontro alle 11 ma, ad un'ora dal vertice, i pentastellati hanno lanciato un nuovo ultimatum: fonti molto accreditate del Movimento hanno lasciato trapelare che Di Maio avrebbe detto ai suoi: 'Se non dicono sì a Conte è inutile vedersi. Sono stanco dei giochini'. «Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l'ok all'incarico a Conte. Dunque, è stata fatta girare una nota stringata: "Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte", si legge. Una brusca frenata alla ripresa del dialogo: in sostanza, al Pd è stato chiesto un 'atto di fede' preliminare all’inizio dei lavori. Tuttavia, la strategia dei democratici è opposta: il veto a Conte si scioglierà definitivamente solo quando tutti i punti programmatici e i ruoli che spettano alle due forze nel futuro governo saranno chiariti e firmati.
Posizioni apparentemente inconciliabili. "L'accordo di governo - riferiscono fonti dem - rischia di saltare per le ambizioni personali di Luigi Di Maio che vuole fare il ministro dell'Interno e il vicepremier. Su questo non sente ragioni e va avanti a colpi di ultimatum". A queste condizioni, è la posizione del Pd, si va al voto. "Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5S. Prima per noi vengono i temi", la replica del M5S.