Mancano due mesi e mezzo alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale in Abruzzo e, ovviamente, iniziano a scaldarsi i motori dei partiti per le candidature e l'imminente avvio della campagna elettorale. Ieri vi abbiamo raccontato i rumors e le indiscrezioni all'interno delle candidature aquilane nel Partito Democratico, che sosterrà il vincitore delle primarie di domenica prossima. Nell'intervista, il segretario del Pd aquilano Stefano Albano ha ribadito la volontà del partito di voler organizzare elezioni primarie per i candidati alla carica di consigliere. Se infatti il ruolo di governatore sembra già assegnato in pectore a Luciano D'Alfonso (favoritissimo nelle primarie di domenica), c'è gran confusione attorno ai candidati consiglieri dell'Aquila e dintorni.
Nei mesi scorsi i nomi circolati maggiormente sono quelli degli assessori del Comune dell'Aquila Alfredo Moroni e Pietro Di Stefano, del coordinatore dei comuni del cratere Emilio Nusca e del consigliere provinciale Pierpaolo Pietrucci. Proprio il volto di quest'ultimo è stato il primo ad apparire ieri su un paio di manifesti nella zona ovest del capoluogo abruzzese (foto a sinistra). Una "visione" che ha, di fatto, creato confusione sulle modalità che intraprenderà il partito aquilano nella scelta delle candidature. Come si concilia il messaggio, chiaramente riferito alle elezioni regionali – Pierpaolo Pietrucci. Adesso, per il futuro. Il cambiamento in regione è il claim del manifesto – con la forte voglia di primarie da parte di Stefano Albano?
I candidati del Partito Democratico nella provincia dell'Aquila saranno sette: due (un uomo e una donna) per ognuna delle tre maggiori zone geografiche della vasta provincia aquilana: comprensorio aquilano, Valle Peligna e Alto Sangro, e Marsica. Aquilani e marsicani si giocheranno il settimo posto. La zona di Avezzano, infatti, spinge per avere due uomini candidati, vista la convivenza dei pezzi forti Giovanni D'Amico e Giuseppe Di Pangrazio, entrambi consiglieri uscenti.
Finora, infatti, nulla è stato ufficializzato da parte dei dirigenti democrat aquilani. Che siano le voci che vogliono Moroni candidato con una delle liste civiche legate direttamente all'aspirante governatore, i rumors che vorrebbero il giovane ex consigliere ed assessore comunale Vincenzo Rivera in un ruolo di prim'ordine nel gabinetto del presidente o le indiscrezioni riguardanti le candidature di Pietrucci, Nusca e Di Stefano.
Negli ultimi giorni, buona parte della stampa locale ha eclissato la candidatura di Di Stefano. L'assessore comunale alla ricostruzione, tuttavia, non ha mai smentito la sua iniziale volontà di candidarsi. Ma, in seno al maggior partito della città, la confusione sembra regnare sovrana, tra dichiarazioni, smentite e faccioni sui manifesti elettorali.
"Domenica invito tutti ad andare a votare D'Alfonso alle primarie, ovviamente – esordisce ai microfoni di NewsTown Pietro Di Stefano – è il miglior presidente che l'Abruzzo possa avere in questo momento. Queste sono elezioni cruciali per la regione e per la nostra città, per questo non possono rappresentare un momento di carriera". Anche se non lo ammette, la riflessione di Di Stefano sembra chiaramente diretta a chi, a prescindere dalle decisioni ufficiali del partito, si sta autocandidando per un posto all'Emiciclo: "A volte si insegue troppo il giovanilismo. Sono il primo a dire che le classi dirigenti devono avvicendarsi, è il sale della democrazia. Ma bisogna dare un po' di sostanza agli argomenti, altrimenti diventa solo una rissa e non ci guadagna nessuno".
L'assessore sembra deciso nel voler chiedere una discussione chiara e condivisa sui temi da portare all'interno della nuova assise regionale: "Sono tra quelli che credono ancora che i partiti siano luoghi importanti, se fanno quello che la Costituzione suggerisce – afferma – il Pd deve avere il coraggio delle scelte. Quando ero segretario provinciale dei Ds, alla vigilia del suo scioglimento, ho scelto. Le primarie sono uno strumento importante, ma non possiamo derogare ad esse una discussione politica profonda su cosa fare e come farlo. Su cosa portare dentro l'Emiciclo. Una forza politica come la nostra deve avere il coraggio di questa scelta, che coinvolge anche le candidature, considerando la legge elettorale che prevede le preferenze".
Le primarie, lanciate informalmente già diversi mesi fa dall'esponente democrat Giovanni Lolli, servirebbero a trovare un candidato di spicco aquilano, su cui puntare per un ingresso sicuro all'Emiciclo da parte di esponente del Pd proveniente dal capoluogo abruzzese. Infatti, nella scorsa tornata elettorale, i candidati Pd espressione del territorio aquilano (Gianni Anastasio e Mimmo Srour) furono votati complessivamente da circa 8mila persone. Una cifra che non bastò all'ingresso di un "aquilano" nel consiglio regionale, all'interno del quale invece si insediarono i "marsicani" D'Amico e Di Pangrazio. Con in lizza diversi candidati provenienti dal cratere, il rischio è che – neanche stavolta – il Partito Democratico possa esprimere un consigliere regionale aquilano. Il che, in caso di vittoria del centrosinistra, rappresenterebbe un risultato disastroso: "A causa delle liste civiche e del M5S è chiaro che sia in atto una profonda erosione di voti nei confronti dei partiti – sottolinea Di Stefano – per questo è importante avviare immediatamente una discussione seria". Ma, secondo l'Assessore alla ricostruzione, il problema non è solo quello di una eventuale assenza di consiglieri aquilani, ma soprattutto del lavoro che aspetta gli eletti: "Entriamo nel consiglio regionale a fare cosa? - si chiede – attualmente 'vantiamo' un assessore, un vicepresidente del consiglio e un consigliere (Giuliante, De Matteis e Ricciuti, ndr). Ma non mi sembra che abbiano portato grandi risultati all'Aquila, soprattutto dopo il sisma".
Una discussione di cui non sembrano aver bisogno altri possibili candidati, come lo stesso Pietrucci, considerando che con il vistoso manifesto comparso ieri ha già dato il via alla sua campagna elettorale. Un atto esclusivamente volto a condizionare quelle che saranno le candidature? Lo scopriremo solo nei prossimi giorni.
Certo, invece, è lo sfogo di Di Stefano e la richiesta di regole chiare per le candidature: "Vorrei candidarmi – afferma laconico – ma lo farò solo quando ci saranno regole chiare, è quello che sto chiedendo. Le autoinvestiture non possono che accadere quando c'è una indeterminatezza nelle discussioni interne. Io sto avvertendo un pericoloso vuoto, nel confronto di idee, da parte della forza politica cui appartengo. Proprio nel momento in cui, al contrario, dovrebbe essere più feconda".
Il vuoto può dunque essere colmato solo da un'ampia (e imminente, visti i tempi elettorali) discussione all'interno delle assisi del partito: l'assemblea cittadina e quella provinciale. Potrebbe, azzarda Di Stefano, essere convocata anche un'assemblea delle sezioni del cratere sismico. In tal senso, l'Assessore non vede male neanche una candidatura del coordinatore dei comuni del cratere Emilio Nusca: "Anzi – evidenza – chi afferma che è inopportuno che si candidi, dice a mio avviso una stupidaggine. Ha un'esperienza politica adeguata, e non è incompatibile né dal punto di vista giuridico, né da quello etico. Per esempio, anche questo può essere un elemento di discussione, come gli altri. Il Pd deve interrogarsi, a partire dai temi, sulla sua funzione rappresentativa nei confronti delle reali esigenze del cratere. Le forze politiche non sono comitati elettorali".
Vedremo nei prossimi giorni quali saranno i candidati del Partito Democratico aquilano e se, come vorrebbe la dirigenza cittadina, ci saranno primarie per i candidati alla carica di consigliere regionale.
Nel frattempo, diamo il benvenuto alla campagna elettorale.