Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la legge n. 34 di Regione Abruzzo del 31 ottobre 2019 che modifica le norme per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica "in quanto varie norme violano i principi di ragionevolezza, di uguaglianza e non discriminazione di cui all’ articolo 3 della Costituzione, oltre a risultare invasive della competenza esclusiva statale in materia di 'ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali' e di 'ordine pubblico e sicurezza' di cui all’articolo 117 della Costituzione".
Uno brutto schiaffo alla Giunta regionale di centrodestra, se è vero che la legge è stata uno dei primi provvedimenti rivendicati politicamente da Fratelli d'Italia, il partito del governatore Marco Marsilio e dell'assessore al ramo Guido Quintino Liris - si pensi che la leader Giorgia Meloni aveva dedicato alla norma abruzzese un lungo post su facebook - salutata con soddisfazione anche dalla Lega di Matteo Salvini.
In particolare, il Governo ha deciso di impugnare l’articolo 2 "dal momento che si prevede che, per l’accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, i cittadini non comunitari devono produrre documentazione ulteriore rispetto a quella richiesta ai cittadini italiani e comunitari. La discriminazione fondata sulla nazionalità - aggiunge il Consiglio dei Ministri - viola altresì l’articolo18 del Trattato di funzionamento dell’unione europea e l’articolo 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, così come evidenziato dalla Corte Costituzionale laddove ha censurato la discriminazione dello straniero con riferimento alle prestazioni sociali".
Più chiaro di così.
"La legge che ho voluto portare avanti sin dall'inizio di questa consiliatura oggi è diventata realtà" era stato il commento del presidente Marsilio a margine dell'approvazione; "un provvedimento legislativo che diventerà sicuramente traccia per le altre regioni d'Italia. Con questo passaggio garantiamo più equità e più giustizia nell'assegnazione degli alloggi popolari e si riuscirà a far diminuire, fino all'azzeramento, gli aspetti delinquenziali che affliggono molti quartieri delle città abruzzesi".
"Vittoria!", aveva festeggiato Giorgia Meloni. "Da oggi la Regione Abruzzo ha una nuova legge sulle case popolari. Tre i principi introdotti: basta discriminazioni verso gli italiani e basta corsie preferenziali per gli stranieri; nessun alloggio popolare per chi si è macchiato di reati gravi, non manda i bambini a scuola e per chi insulta l’Italia, i suoi simboli e le Forze dell’Ordine. Grazie al Governatore Marco Marsilio e a Fratelli d’Italia", le sue parole.
Oltre a norme più stringenti per i cittadini stranieri, la legge - composta di 6 articoli - prevede, altresì, l'ampliamento della categoria dei reati in capo ai richiedenti che non consentono di accedere all'alloggio, ricomprendendo tra le condanne definitive anche i reati di vilipendio di cui agli artt. 290 e ss. c.p. (vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate, vilipendio alla nazione italiana, vilipendio o danneggiamento alla bandiera o ad altro emblema dello Stato), tutti i reati contro la PA (dal peculato alla corruzione, passando per concussione e violenza o minaccia a pubblico ufficiale), contro l'amministrazione della giustizia (es. reati di favoreggiamento e falsa testimonianza), contro l'ordine pubblico, contro il patrimonio, fino ad arrivare ai delitti contro la persona (maltrattamenti in famiglia, lesioni, omicidio, ecc.). La proposta di legge ha introdotto inoltre una disposizione di favore nei confronti dei coniugi separati o divorziati, i quali, seppur titolari di case di proprietà, non possono usufruirne in quanto assegnate dalla legge all'altro coniuge, il che determina spesso una situazione di forte difficoltà economica e abitativa. In questi casi, si prevede che la casa assegnata al coniuge separato o all'ex-coniuge non sia considerata ai fini del requisito di cui alla lettera d), ossia quello relativo alla non titolarità di diritti di proprietà o altri diritti reali di godimento.
E' chiaro che la decisione del Consiglio dei Ministri getta un'ombra anche sui progetti di legge annunciati dalla Lega, ed in particolare quello che prevede si inserisca il principio della residenzialità per l'accesso ai servizi.
Marsilio: "Difenderemo questa legge di fronte alla Corte Costituzionale"
"Il Governo ha impugnato la legge di buon senso approvata dal Consiglio regionale dell’Abruzzo perché ha ritenuto discriminatorio chiedere ai cittadini stranieri di certificare la loro condizione di reddito e patrimonio prima di assegnargli una casa popolare. Il governo giallorosso vuole continuare a difendere il principio contrario: gli italiani devono certificare e dimostrare carte alla mano la loro condizione e sono sottoposti ai controlli di rito, mentre per gli stranieri bisogna fidarsi delle loro dichiarazioni e della loro auto certificazione di essere poveri e di non avere proprietà in patria".
Così il governatore Marco Marsilio sulla decisione del Governo di impungnare la legge regionale che modifica alcune norme per l'assegnazione di alloggi di edilizia popolare.
"Difenderemo questa legge di fronte alla Corte Costituzionale e con il sostegno dei tanti cittadini perbene che ci hanno chiesto regole nuove e più severe per ripristinare la legalità e il diritto nelle case popolari".
Fratelli d'Italia: "Staremo al fianco del presidente Marsilio"
“Con stupore apprendiamo che il Governo Pd-M5S ha deciso di impugnare la nuova legge di assegnazione delle case popolari recentemente approvata dal Consiglio regionale, una scelta evidentemente di carattere politico tesa ad evitare che gli italiani possano avere gli stessi diritti nell'accesso alle case popolari".
E’ questa la prima dichiarazione del coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Etelwardo Sigismondi, dopo l'ufficialità della decisione di palazzo Chigi. "Saremo al fianco del Presidente Marsilio - continua - a difesa della legge e determinati acché cessino le discriminazioni nei confronti degli italiani".
Dello stesso tono il commento dell’assessore regionale Guido Quintino Liris. “È assurdo che i cittadini stranieri non debbano certificare il loro reddito ed il loro patrimonio, potendo così precedere in graduatoria, in molti casi, i cittadini italiani costretti a denunciare fino all'ultimo centesimo. Si tratta – precisa - di una disparità in totale controtendenza rispetto ad una valutazione equanime di tutti gli aventi diritto ad un alloggio”. Sull’impugnazione della legge regionale è intervenuto anche il capogruppo in Consiglio regionale, Guerino Testa. “Come consiglieri regionali, e come legislatori, ci sentiamo offesi da un metro di giudizio che va oltre il buon senso e che in maniera evidente crea irregolarità e disuguaglianza nelle valutazioni oggettive di redditi e patrimoni. Auspico che il parere dei giudici della Corte Costituzionale – sottolinea - prevalga sulle decisioni del Governo che hanno solamente il sapore di una presa di posizione politica, per giunta inappropriata”.
SI L'Aquila: "Fallimento annunciato"
La legge regionale sull'edilizia popolare firmata dal presidente Marsilio e l'assessore e già arrivata al capolinea perché discriminatoria, ora lo asserisce anche il Governo che la impugna. E ancora una volta ci ritroviamo, a distanza di mesi al solito mantra: l'avevamo detto".
Ad affermarlo, in una nota, è il circolo di Sinistra Italiana L'Aquila.
"Dispiace che ancora una volta L'Abruzzo balza alle cronache nazionali non per il rilancio dell'occupazione soprattutto giovanile, non per il risanamento dei conti o per risposte concrete alla piaga della povertà ma per l'impugnazione di una legge. Non è così, a colpi di impugnazioni, che si risolvono i problemi degli abruzzesi semmai con azioni concrete e all'interno dei canoni legislativi e costituzionali del nostro paese. Altrimenti si lancia solo fumo negli occhi ai cittadini abruzzesi come è successo in questo caso. Le campagne elettorali permanenti se condotte dall'interno delle istituzioni oltre a fornire un pessimo servizio ai cittadini, rischiano di minare la credibilità degli Enti stessi che si rappresentano".
"Nell'impugnazione si legge che nel testo si ravvisano norme che "violano i principi di ragionevolezza, di uguaglianza e discriminazione, di cui all'articolo 3 della Costituzione, oltre a risultare invasive della competenza esclusiva statale in materia di ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali e di ordine pubblico e sicurezza di cui all'articolo 117 della Costituzione".
Gamal Bouchaib Responsabile immigrazione e sociale".