Il presidente Marsilio valuti la possiblità di favorire la ripresa degli sport individuali nella fase 2.
A chiederlo è il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci.
“Con l’approssimarsi della fase 2” afferma Pietrucci “i problemi da affrontare risultano di grande complessità. Alla soglia di attenzione – che dovrà restare altissima – rivolta alla salute dei cittadini, alla cura dei pazienti e alla gestione delle strutture sanitari, alla diffusione di DPI e di quanto concerne la tutela di tutti, si affianca oggi uno sforzo programmatico di notevole portata. Si tratterà di capire e organizzare il “come” non solo il “quando” si potrà ricominciare a fare economia, per consentire a tutto il Paese di guardare con serenità ad un graduale ritorno alla normalità”.
“Fra le priorità in campo, c’è senz’altro lo sport, che racchiude in sé sia il benessere dei cittadini, sia un evidente e importantissimo fattore economico. Pur nella gradualità necessaria, appare strategico valutare quali sport e con quali modalità, possano tornare ad essere praticati in sicurezza”.
“Mi riferisco naturalmente prima di tutto alle pratiche sportive individuali. A quelle attività che possono essere svolte all’aperto e con modalità che consentono per loro natura, il distanziamento sociale necessario. Penso:
• ai “runners”, a chi ama passeggiare spesso lungo i sentieri;
• ai ciclisti in solitaria, a chi usa la mountain bike;
• alle escursioni e ai trekking di media e alta montagna;
• all’arrampicata in falesia;
• al golf;
• agli sport all’aperto in acqua come il windsurf, la canoa, la barca a vela;
• al tennis (la Federtennis, ad esempio, è già a lavoro per elaborare un decalogo dei comportamenti, in rigorosa osservanza delle norme presenti e future).
“Penso a queste, ma si possono immaginare anche altre possibili pratiche sportive, o attività all’aperto che non implicano aggregazione e consentano una intelligente, sana e proficua uscita dall’emergenza”.
“Naturalmente tutto dovrà essere programmato e graduato sulla base delle diverse realtà, a seconda del trend tendenza epidemiologico e dunque degli standard diffusi di sicurezza sul territorio”.
“Sappiamo tutti ormai che gran parte del lavoro di prevenzione per arginare il contagio risiede nella responsabilità sociale di tutti e nei nostri comportamenti individuali, che gli italiani hanno sedimentato durante questa difficile quarantena e continueranno a praticare ancora a lungo. E’ necessario e urgente aprire nuovi scenari”.