Aggiornamento 20:30. Napolitano è "il vecchio e nuovo" presidente della Repubblica. Ha ottenuto 738 voti, oltre il 70% delle preferenze. "E' un prova difficile in un un momento cruciale", ha detto. Subito dopo l'elezione, è scoppiata la protesta in piazza Montecitorio. Si attendeva l'arrivo di Beppe Grillo che aveva lanciato parole durissime dalle pagine del suo blog. La tensione è cresciuta rapidamente, tanto che sono state immediatamente rinforzate le misure di sicurezza. Fino alla marcia indietro del leader del Movimento 5 Stelle che ha annunciato, all'improvviso, che sarebbe arrivato a Roma di notte e che non avrebbe raggiunto la piazza. Una dichiarazione che molti hanno interpretato come una retromarcia tattica, per evitare che la situazione di favore sfuggisse di mano. A conclusione di una giornata che non dimenticheremo facilmente.
Aggiornamento 18:48. La Boldrini comunica i voti ufficiali: Giorgio Napolitano 738, più o meno il 70% delle preferenze, Rodotà 217. Dopo il lungo applauso per il rieletto Presidente, applauso anche per il giurista, con i grillini che scandiscono il suo nome.
Aggiornamento 18:45. Le parole di Stefano Rodotà, sulla manifestazione di Grillo: "contrario a Marcia su Roma". Vendola: "misurare le parole". Intanto iniziano ad essere centinaia i manifestanti, di varia estrazione politica, radunati davanti montecitorio
Aggiornamento 18:35. Appena concluso lo spoglio della sesta e decisiva votazione: Giorgio Napolitano con 740 voti, a minuti il riconteggio, è stato rieletto presidente della Repubblica. Non era mai accaduto che un Capo di Stato uscente venisse riconfermato. Rodotà ha ottenuto, comunque, un ottimo risultato: 217 preferenze. La nuova formazione di sinistra, che potrebbe nascere sulle ceneri del Pd, ha iniziato a contarsi e guardarsi negli occhi. In aula, deputati e senatori del Movimento 5 Stelle non si alzano per l'applauso di saluto al Presidente. Proteste in piazza: rafforzate le misure di sicurezza a Roma dove sta per arrivare Beppe Grillo che sul suo blog ha scritto che "ci sono momenti decisivi nella storia di una Nazione. Dobbiamo essere milioni. Non lasciatemi solo o con quattro gatti. Di più non posso fare. Qui o si fa la democrazia o si muore come Paese". Parole durissime da cui ha preso le distanze Rodotà: "le decisioni del parlamento", ha detto, "sono sempre democratice. Il dissenso va espresso nelle sedi istituzionali". Di toni incendiari ha parlato Stefano Fassina del Pd. "Queste parole le pronunciavano Hitler e Mussolini", ha detto il governatore della Lombardia, Roberto Maroni. Militanti del Partito democratico stanno bruciando le tessere elettorali.
Aggiornamento 17:55. E' iniziato lo spoglio della sesta votazione: ad ora 126 per Napolitano, 33 Rodotà, 3 altri e 2 bianche.
Aggiornamento 16:30. Beppe Grillo sta viaggiando, in camper, verso la capitale: i suoi deputati e senatori, e un centinaio di elettori a 5 stelle, lo aspettano a Montecitorio. "E' in atto un colpo di stato", scrive sul suo blog. "Ci sono momenti decisivi nella storia di una Nazione. Oggi, 20 aprile 2013, è uno di quelli. Sto andando a Roma. Sarò davanti a Montecitorio stasera. Rimarrò per tutto il tempo necessario. Dobbiamo essere milioni. Non lasciatemi solo o con quattro gatti. Di più non posso fare. Qui o si fa la democrazia o si muore come Paese". Parole durissime.
Aggiornamento 16:00. In corso la sesta votazione. Con ogni probabilità, eleggerà Giorgio Napolitano. Non si fanno attendere le reazioni politiche: "incomprensibile che il PD non appoggi Stefano Rodotà o non proponga Emma Bonino", ha scritto su twitter Fabrizio Barca. Nichi Vendola ha annunciato che Sel voterà il giurista con il Movimento 5 Stelle e dichiara: "Berlusconi vero vincitore. Con vicenda Quirinale verso Governo di larghe intese". Puppato si dice affranta. Insomma, la nuova opposizione di sinistra inizierà contando i voti per Stefano Rodotà. Lui "deluso dal ceto politico italiano".
Aggiornamento 14:20. Giorgio Napolitano ha accettato la ricandidatura: "sono disponibile", ha detto. Alle 15, il sesto scrutinio: sulla carta, avrebbe 790 voti. Insomma, se non ci saranno altre sorprese, in serata sarà confermato presidente. Pagina storica per l'Italia: è la prima volta nella vita repubblicana. "Mi attendo responsabilità da tutti", le parole di Napolitano. "Mi muove il sentimento di non potermi sottrarre". Subito dopo l'elezione, via libera ad un governo di ampia coalizione con Pd-Pdl e Scelta civica.
Aggiornamento 13:30. Manifestazione del M5S a Montecitorio. Sono usciti dall'aula per incontrare i loro elettori. Intanto, il presidente della Repubblica scioglierà le riserve alle 15.
Aggiornamento 13:10. Tra venti minuti, Giorgio Napolitano darà una risposta alla proposta di un secondo mandato. La sensazione è che potrebbe accettare, con delle precise condizioni. Un governo di larga condivisione, Pd-Pdl-Scelta civica. Siamo ad un passo da un evento storico: nessun Presidente è stato mai rieletto nella storia repubblicana. In aula, intanto volantinaggio pro Rodotà.
Aggiornamento 12:30. Concluse le operazioni di voto per il quinto scrutinio. Ancora una fumata nera, come ampiamente annunciato. Intanto, il Pd è in pressing su Napolitano: richiesta ufficiale di disponibilità ad un secondo mandato. Si attende una risposta del presidente che potrebbe cambiare le carte in tavola.
Aggiornamento 10:50. E' in corso il quinto scrutinio. Si concluderà, come detto, con un nulla di fatto. Il segretario dimissionario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, è in questi minuti al Colle da Napolitano. C'è un pressing sul presidente della Repubblica perché accetti un nuovo mandato. Sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica. Scettici Pdl e Scelta civica: Monti ha sottolineato di voler rispettare le volontà espresse, in questi mesi, da Napolitano.
Aggiornamento 10:15. Iniziato il quinto scrutinio a Camere riunite. Non si arriverà alla elezione, però. Il Pd voterà scheda bianca, starebbe tentando di convincere Napolitano ad accettare una rielezione. Scheda bianca anche per Lega Nord e Scelta civica. Il Pdl non parteciperà alle operazioni di voto, vuole evitare di bruciare un'ulteriore candidatura: potrebbe convergere nel pomeriggio, se ci fossero le condizioni, su Anna Maria Cancellieri. Il Movimento 5 stelle scriverà, ancora, il nome di Stefano Rodotà insieme a Sel che, dopo lo tsunami di ieri, ha annunciato che voterà il giurista.
Venerdi sera le dimissioni di Pier Luigi Bersani. "Abbiamo prodotto una vicenda di una gravità assoluta. E' stata una giornata drammaticamente peggiore di quella di ieri. Tra di noi, uno su quattro ha tradito. Non posso accettarlo". Con queste parole, al termine di una tesissima riunione dei grandi elettori al Teatro Capranica, ieri sera alle 22:30 sono arrivate le dimissioni del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Lascia anche Rosi Bindi, presidente dell'Assemblea del partito. Tutti a casa, urlava Beppe Grillo negli incontri dello Tsunami Tour. Un primo risultato lo ha ottenuto: ha gettato nel caos il Pd, svelando le lacerazioni che da tempo stavano indebolendo un partito senza anima e profondamente diviso. "Ho mandato a casa cinque partiti in due mesi", ha gioito ieri.
Chi pensava che quella di giovedi fosse stata la giornata più nera per il centro sinistra, si è dovuto ricredere: dopo le schede bianche, in terza votazione, nel pomeriggio di ieri è arrivata la clamorosa bocciatura della candidatura di Romano Prodi, che ha ottenuto soltanto 395 voti. Ben 100 voti in meno del previsto.
Il professore, subito dopo lo scrutinio, ha annunciato di ritirarsi dalla corsa: "Oggi mi è stato offerto un compito che molto mi onorava anche se non faceva parte dei programmi della mia vita. Ringrazio coloro che mi hanno ritenuto degno di questo incarico. Il risultato del voto e la dinamica che è alle sue spalle mi inducono a ritenere che non ci siano più le condizioni", ha scritto l'ex premier in una nota. Aggiungendo poi un vero e proprio atto di accusa nei confronti di Bersani e che, evidentemente, ha avuto il suo peso: "Chi mi ha portato a questa decisione deve farsi carico delle sue responsabilità".
E Bersani le responsabilità se le è assunte: le dimissioni verranno formalizzate con l'elezione del presidente della Repubblica. Subito dopo la riunione al Capranica, il segretario è corso da Mario Monti a Palazzo Chigi: "Il Partito Democratico - ha detto - non è in grado da solo di eleggere un presidente".