Sono molti i candidati aquilani alle elezioni regionali del prossimo 25 maggio. Soprattutto dentro la coalizione guidata da Luciano D'Alfonso, molte le espressioni del capoluogo d'Abruzzo e del suo comprensorio, dentro e fuori i partiti.
A sinistra, già da qualche settimana il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo ha annunciato la propria candidatura a governatore: guiderà una lista all'interno della quale troveranno spazio non solo esponenti del suo partito, ma anche rappresentanti della società civile, dei movimenti e delle associazioni abruzzesi. Tra di loro, l'unica espressione del comprensorio aquilano sarà Simona Giannangeli. Avvocata classe 1969, Giannangeli è impegnata da più di venti anni su diversi fronti: già presidente della sezione aquilana di Amnesty International, si è occupata principalmente di pacifismo e donne. Ha viaggiato in zone di guerra come Iraq, Balcani e Gaza. E' co-fondatrice del Centro antiviolenza per le donne del capoluogo abruzzese, del quale ha sostenuto le istanze come parte civile nel processo contro l’ex militare Tuccia, condannato per il tristemente noto stupro di Pizzoli. È legale di parte civile anche in alcuni processi sui crolli del terremoto, come quello della Casa dello Studente o di un condominio in via Sturzo. Non è completamente nuova alla politica istituzionale: si è infatti candidata come sindaca dell'Aquila nel 2002, in una lista indipendente e in contrapposizione ai candidati Biagio Tempesta e Celso Cioni.
"Ho deciso di candidarmi – afferma Giannangeli ai microfoni di NewsTown – perché mi ha convinto l'idea di una lista indipendente dallo schieramento di D'Alfonso. C'è la volontà di rappresentare una serie di movimenti e realtà regionali che da sempre si occupano di temi importanti. Pratiche politiche non istituzionali e coerenti, dentro i rispettivi ambiti. Mi occupo da anni di donne, diritti di migranti e di cittadinanza: credo che possa essere utile portare queste istanze alla Regione".
Personaggio noto in città, Giannangeli potrebbe essere la risposta a chi, a sinistra, non voterà D'Alfonso, anche alla luce delle polemiche sulle candidature di chi fino a pochi mesi fa era nel centrodestra: "D'Alfonso è un soggetto politico evidentemente e completamente squalificato – sottolinea l'avvocata – votare per Acerbo presidente è un'occasione per chi, come me, non sarebbe andata altrimenti a votare. Insomma, si può andare alle urne in maniera più dignitosa".
La candidatura di Simona Giannangeli non è diretta espressione di Rifondazione Comunista, partito dal quale è ufficialmente uscita nel 2006, dopo il cenno di apertura della dirigenza alla missione militare in Libano. Come detto, la lista per Maurizio Acerbo non avrà né il nome né il simbolo di Rifondazione Comunista. In questi giorni si sta ragionando su nome e simbolo, cercando una sintesi che tenga in conto tutte le istanze che si vogliono esprimere.
Ma cosa distingue D'Alfonso da Acerbo e Giannangeli dagli altri candidati della coalizione dell'ex sindaco di Pescara? "Sarebbe stato molto più semplice inserirsi nella coalizione di centro – evidenzia Giannangeli – ma tutte le persone che comporranno la lista non provengono da luoghi di potere. Il potere non va stigmatizzato in sé, ma quando esso persegue interessi e fini non collettivi, deve essere combattuto. Noi siamo donne e uomini che vogliono provare a mettere in gioco un altro modo di fare politica, attraverso le competenze di ognuno. Saremo completamente autonomi".