Un miliardo di euro in più, "per nuovi investimenti" che consentano di "ripartire a settembre in piena sicurezza, di avere una scuola più moderna, più sicura, più inclusiva. Vogliamo classi meno affollate. Le cosiddette classi pollaio non ci piacciono affatto, non le tolleriamo più", hanno sottolineato in conferenza stampa il premier Giuseppe Conte e la ministra Lucia Azzolina.
E poi, distanziamento di almeno un metro tra gli studenti: escluso, per il momento, l'utilizzo di separatori in plexiglas, o altro materiale. Serviranno soluzioni "chiare ma flessibili: "portiamo gli studenti nei cinema, nei teatri, nei musei, facciamo in modo che respirino la cultura di cui hanno bisogno", la proposta di Azzolina, che si trova a fare i conti con un'edilizia scolastica che poco si coniuga con i dettami di una maggiore sicurezza. E così il neonato software implementato in queste settimane per censire edifici e strutture scolastiche porta alla luce già un "15% di studenti" che sarebbero costretti a restare fuori dall'aula.
Col miliardo di euro in più, "lavoriamo sull'edilizia scolastica leggera - le parole di Azzolina - Se non basta, abbiamo ripreso i 3.000 edifici scolastici dismessi. La scuola deve riaprire non solo in sicurezza, ma che sia nuova, più aperta e inclusiva". Con i fondi si dovrà integrare anche l'organico "per evitare classi sovraffollate. Saremo in grado di avere fra docenti e personale ATA 50mila persone in più", ha assicurato la ministra.
E sulle mascherine, "il Comitato tecnico scientifico - almeno due settimane prima dell'inizio dell'anno scolastico - aggiornerà, in considerazione del mutato quadro epidemiologico, le proprie indicazioni in merito all'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per gli alunni e per gli insegnanti all'interno dell'aula, o negli spostamenti e nella permanenza nei locali comuni".
Sono queste le linee guida del Piano scolastico 2020/2021 che dovrà riportare studentesse in studenti in classe, in sicurezza, il 14 settembre; nel tardo pomeriggio è arrivato l'accordo con le Regioni e gli Enti locali: a seguire, Conte e Azzolina hanno incontrato la stampa. "Le linee guida sono il frutto di un lungo confronto e di una condivisione con gli attori del mondo della scuola, comprese famiglie e studenti, con le Regioni, gli Enti locali, e ci consentono di fare un lavoro che non guarda solo alla riapertura, ma anche al futuro della scuola. Abbiamo le risorse economiche, gli strumenti, possiamo far sì che la ripartenza sia anche volano di innovazione", hanno ribadito il premier e la ministra.
Una cabina di regia nazionale con compiti di coordinamento e tavoli regionali, insediati presso gli Uffici territoriali del Ministero dell'Istruzione, guideranno le scuole verso la ripresa. Ai gruppi di lavoro parteciperanno i rappresentanti degli Enti locali. Una governance pensata per affiancare i dirigenti scolastici e facilitare le risposte alle loro esigenze. La ministra Azzolina, a partire dalla prossima settimana, andrà nelle diverse regioni per partecipare ai tavoli e monitorare l'andamento dei lavori.
Inoltre, il Governo ha annunciato che "a luglio gli stipendi del personale docente cresceranno, avranno tra gli 80 e i 100 euro in più. È un riconoscimento che meritano - ha sottolineato la titolare dell'Istruzione - perché gli stipendi dei docenti italiani sono tra i più bassi d'Europa. È il minimo che gli si può dare per lavorare in un'ottica che vada verso la crescita".
Il piano prevede, altresì, che le classi siano divise in più gruppi di apprendimento e, se adeguatamente pianificata, gli istituti di secondo grado potranno utilizzare anche la didattica a distanza, ma solo in maniera complementare. Ingressi ed uscite dovranno essere "differiti e scaglionati", mentre le lezioni saranno svolte a "turni differenziati". Possibile anche una "diversa modulazione settimanale del tempo a scuola", frase che ha sostituito nel testo definitivo della bozza il prolungamento delle lezioni al sabato, che non è più indicato come obbligatorio dal Ministero, ma è un'opzione. Su questi assi principali su cui si sviluppano le linee guida per la riapertura delle scuole a settembre, tuttavia, saranno le singole scuole a decidere.
Ciascun istituto potrà avvalersi delle varie possibilità proposte dal ministero, organizzando gli spazi interni ed esterni in modo tale da evitare assembramenti. Gli orari di inizio e fine delle attività scolastiche dovranno quindi essere scaglionati, mentre il personale ausiliario si occuperà delle attività di accoglienza e vigilanza.
Cauti i presidi: "Bisogna garantire ai ragazzi lo stesso numero di ore in tutta Italia. Stiamo aspettando di verificare che le linee guida siano messe in pratica, per ora sono ancora indicazioni generali. Abbiamo bisogno di indicazioni precise che garantiscano a tutte le scuole italiane il diritto allo studio" le parole di Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi del Lazio. A suo parare bisogna garantire ai ragazzi lo stesso numero di ore di lezione annuale in tutta Italia e chiede di avere indicazioni più precise sugli spazi esterni laddove siano necessari: "Con le risorse in più - conclude - si dovranno assumere più insegnanti e bidelli, di fondamentale importanza in questa nuova situazione".
Ad alzare gli scudi sono, invece, le organizzazioni sindacali.
Lena Gissi, segretaria nazionale della Cisl scuola ricorda che loro non hanno condiviso le linee guida: “Abbiamo la cornice ora serve il protocollo di sicurezza firmato con noi”. Sulla questione del distanziamento di almeno un metro "da bocca a bocca", Gissi lo definisce “troppo interpretabile”. La segretaria è preoccupata anche per la partita delle mascherine: “Gli scienziati ci devono dire se sono proprio necessarie e devono farlo al più presto”. Un ulteriore passaggio lo fa sul tema delle assunzioni: “Il miliardo di cui hanno parlato andrà sull’organico? Noi abbiamo calcolato che 110mila docenti di scuola primaria e materna hanno il valore di tre miliardi. La ministra con un miliardo ne assume 50mila. Speriamo che si tratti di un primo investimento”. Infine Lena Gissi non risparmia polemiche sulla questione dell’uso di cinema, teatri e archivi: “Voglio vedere come faranno ad Ariano Irpino. Non tutte le realtà hanno un circuito culturale”.
Francesco Sinopoli, segretario nazionale della Flc Cgil punta gli occhi sulla questione dei fondi: “Quel miliardo è un primo passo ma bisogna andare oltre. Non pensino a risorse spot. Servono investimenti sugli organici e le infrastrutture e cifre stabili nel bilancio dello Stato. Dev’essere chiaro che bisogna fare un grande investimento sulla prevenzione: test al personale e presidi sanitari nelle scuole”. Più clemente Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda insegnanti: “Conte ha promesso un miliardo in più e l’assunzione di personale. Questa è una buona notizia. Resto preoccupato per gli interventi di edilizia leggera che i Comuni dovranno fare entro sessanta giorni. Siamo in ritardo, non so come potranno fare gli enti locali. In conferenza stampa si è parlato di scuole dismesse ma anche quelle vanno risistemate”.