”Sulla vicenda della Roma-Pescara è necessario interrompere la catena di mistificazioni che i parlamentari del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle stanno montando in questi giorni”.
Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, affida a un duro e lungo post su Fb un nuovo attacco al Governo nazionale e ai parlamentari abruzzesi del Pd e del M5S, in merito al progetto di potenziamento e velocizzazione della tratta ferroviaria Roma-Pescara.
Dopo l'annuncio del premier Conte, in settimana è arrivata la bocciatura dell’emendamento presentato da Fratelli d'Italia.
La nota di Marsilio
Prima la sen. Gabriella Di Girolamo e l’on. Gianluca Vacca del M5S, poi il sen. Luciano D'Alfonso del Pd sono intervenuti per giustificare l’ingiustificabile, ossia la #bocciatura di un emendamento (presentato da Fratelli d’Italia) per inserire la Roma-Pescara tra le opere #ferroviarie prioritarie elencate all’articolo 208 del DecretoRilancio.
La loro tesi è che l’emendamento fosse ‘inutile’, persino ‘tardivo’, presentato solo per fare propaganda. D’Alfonso si spinge persino oltre, sostenendo che l’opera sia già finanziata (ovviamente da lui: tutto ciò che esiste in Abruzzo è frutto del suo genio incompreso…). Non manca l’invito a ‘lavorare’ con la maggioranza di Governo senza cedere alla ‘smania di fare propaganda’.
In realtà, l’enfasi che pongono sul tema della ‘propaganda’ denuncia quale sia la vera preoccupazione dei parlamentari giallorossi abruzzesi; abituati a vivere solo di annunci, proclami, promesse, quando non vere e proprie millanterie, misurano ogni atto su questo metro.
Perciò, di fronte a un emendamento giusto e opportuno, utile all’Abruzzo e al suo sviluppo, non si sono preoccupati di sostenerlo: il loro unico pensiero è stato quello di evitare che il Presidente Marsilio (che lo aveva sollecitato e sponsorizzato) e il suo partito di appartenenza (che lo aveva presentato in Commissione) potessero vantare una vittoria politica. Piuttosto che concedere all’opposizione l’onore dell’approvazione di un emendamento importante e atteso da tutto il territorio, su un’opera che lo stesso Premier Conte aveva rilanciato negli ultimi giorni più volte, si preferisce affondarlo e fare persino finta che ci siano pure i soldi, che è tutto già previsto, che non serve fare altro.
Ma davvero non serve fare altro? E allora perché lo stesso Conte si è premurato di fare l’esempio della Roma-Pescara per simboleggiare un caso eclatante di ritardo infrastrutturale? Se è tutto pronto…?
Torna utile riassumere gli ultimi passaggi per fare chiarezza e tappare la bocca a – queste sì – inutili polemiche.
- Il 27 aprile Marsilio convoca una videoconferenza con i parlamentari abruzzesi sul decreto ‘rilancio’ (che allora si chiamava ancora ‘Aprile’), alla quale i grillini non partecipano, e nella quale il Presidente chiede la collaborazione di tutti per ‘portare a casa’ alcuni risultati. In particolare, sulla sospensione dei Piano di rientro dal Disavanzo amministrativo (bocciato anch’esso) e sull’estensione alle zone rosse abruzzesi dei benefici previsti (che non è entrata nel testo del decreto e solo nelle ultime ore è stata accolta, dopo che tutti i gruppi hanno presentato emendamenti in proposito).
Nelle bozze dell’epoca non c’era alcun riferimento a opere ferroviarie;
- Il 19 maggio avviene la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale e la trasmissione alla Camera dei Deputati (A.C. 2500). All’articolo 208 compare un elenco di opere per il potenziamento della rete ferroviaria. In particolare, il comma 3 autorizza RFI a utilizzare l'importo di euro 25 milioni per l'anno 2020 e di euro 15 milioni per l'anno 2021 per la realizzazione del progetto di fattibilità tecnico-economica degli interventi di potenziamento, con caratteristiche di alta velocità, delle direttrici ferroviarie Salerno-Reggio Calabria, Taranto Metaponto-Potenza-Battipaglia e Genova-Ventimiglia. Il 27 maggio inizia l’esame in V Commissione Bilancio;
- Il 4 giugno avviene la prima dichiarazione di Conte sulla Roma-Pescara e il Presidente Marsilio invia una lettera al Presidente del Consiglio sul medesimo tema. Alle ore 14 dello stesso giorno scadeva il termine per la presentazione degli emendamenti in V Commissione. FdI presenta un emendamento per aggiungere la Roma-Pescara all’elenco delle opere (nessuno ha impedito a Pd e M5S di fare altrettanto… bastava leggere l’articolo per accorgersi che per l’Abruzzo non ci fosse nulla, come se in Abruzzo avessimo già l’Alta Velocità);
- Il 5 giugno il Presidente Marsilio scrive ai parlamentari abruzzesi per sostenere l’emendamento 208.22 Rotelli ed altri sulla Roma-Pescara, chiedendo loro di sottoscriverlo (e non di votarlo semplicemente: con la sottoscrizione, l’emendamento assume la ‘paternità’ di tutti i firmatari, a dimostrazione che non c’era alcun intento propagandistico);
- Il 9 giugno scade il termine per la ‘segnalazione’ degli emendamenti da porre in votazione in V Commissione Bilancio. FdI ‘segnala’ anche il 208.22;
- Il 12 e il 21 giugno Conte torna a dichiarare sulla Roma-Pescara (come mai… non è tutto già fatto e pronto? Dichiarazioni ‘inutili’?)
- Il 2 luglio in V Commissione Bilancio l'emendamento 208.22 Rotelli ed altri viene bocciato.
Come i fatti (e i documenti) dimostrano, gli unici che fanno propaganda sterile sono i parlamentari abruzzesi giallorossi, sempre più marginali e ininfluenti nelle dinamiche di Governo. Si è persa un’occasione per sancire in un testo di legge che la Roma-Pescara fosse un’opera prioritaria per il Paese, e non un ramo secco o un’opera troppo costosa per i bassi coefficienti di trasporto previsti (le famose analisi costi-benefici che condannano le zone interne e le aree a bassa densità demografica a muoversi con il calesse).
Un’ultima precisazione a proposito del finanziamenti: da anni giacciono nelle casse del Ministero fondi che nessuno è stato capace di utilizzare. Da 20 anni i ‘programmi’ di RFI e del MIT restano sulla carta, nessuno fa un progetto, di cantieri nemmeno l’ombra. L’ultimo della serie di questi ‘accordi’ è quello rivendicato da D’Alfonso con il ministro Del Rio, che destina circa un miliardo e mezzo sin dal 2017. Anche questo, rimasto fermo.
Quando sono entrato in carica, due anni dopo quell’accordo a RFI non c’era un solo progetto vero, solo qualche ‘slide’ con ‘ipotesi progettuali’ allo studio, senza cronoprogrammi. Ho lavorato, grazie anche alle competenze del nuovo Direttore Generale della Regione Barbara Morgante (che ho scelto non a caso per la sua notevole esperienza in campo ferroviario), per mettere insieme RFI, Ministero e le due Regioni interessate, per arrivare finalmente a un progetto condiviso, superando lo stallo determinato da mille contese e diverse visioni ‘territoriali’.
Ci siamo riusciti a marzo scorso, insediando un Tavolo di lavoro che – nonostante il Covid – ha concluso nei tempi previsti (evento più unico che raro) lo studio affidatogli, e che nei prossimi giorni sarà presentato pubblicamente con il Ministro De Micheli. Siamo finalmente passati dalle chiacchiere ai fatti. Ma per realizzare l’opera prevista, con l’obiettivo di portare a due ore la percorrenza tra Roma-Pescara (che, comunque, non è l’Alta Velocità, ma solo il potenziamento dell’infrastruttura esistente…), servono almeno il triplo dei fondi previsti dall’accordo D’Alfonso-Del Rio (mentre ne servirebbero dieci volte tanto per fare una vera linea AV/AC integrata con la rete nazionale ed europea).
Ai parlamentari giallorossi abruzzesi affido il compito di trovare questi fondi e stanziarli in bilancio (avranno tutta la mia collaborazione e quella dell’opposizione in Parlamento, glielo assicuro)… anche se resta il forte dubbio che una delegazione incapace di inserire in un decreto un’opera annunciata in pompa magna dal Capo del loro Governo, sappia centrare l’obiettivo.