“Sono soldi che erano bloccati e che grazie a questo provvedimento potremo spendere subito a sostegno delle imprese e delle famiglie. Lo Stato ce li ridarà con la nuova programmazione dei fondi europei, quella 2021-2027, in aggiunta a quelli già previsti”.
Ad affermarlo è stato il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio nella conferenza stampa convocata per rispondere alle accuse di alcuni consiglieri regionali di opposizione che, nei giorni scorsi, lo avevano attaccato per la delibera con cui la giunta ha deciso di stornare 217 milioni di fondi europei dal Masterplan e usarli per finanziare provvedimenti in sostegno di famiglie e imprese per fronteggiare l'emergenza Covid.
La delibera, la 416 del 2020, è conseguente a un accordo sottoscritto dalla Regione con il Dipartimento delle politiche di coesione, che fa capo al ministro per il Sud Giuseppe Provenzano.
Le opere del Masterplan che saranno temporaneamente “congelate” sono 22. Nell’elenco - contenuto in una tabella allegata alla delibera – sono ricompresi, Il completamento del Porto di Ortona, con l’approfondimento del dragaggio e il prolungamento della diga Sud; la riqualificazione del parcheggio antistante la stazione di Pescara; la realizzazione della rete irrigua a pressione nella Piana del Fucino; i sette lotti in cui è articolato l’intervento di valorizzazione turistica delle stazioni invernali Passolanciano-Maielletta; la riqualificazione dell’ex manicomio S. Antonio Abate di Teramo e quella dell’ex ospedale psichiatrico dell’Aquila, la funicolare che dovrebbe collegare l’università di Chieti al centro storico della città e il rifacimento della rete stradale della Val Fino, la ciclopedonale Valle dell’Aterno e quella Barrea-Pescasseroli.
I 217 milioni di euro dirottati provengono dal Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) risalente alla vecchia programmazione (2014-2020). Sono sSoldi che, secondo Marsilio, l’Abruzzo rischiava di perdere: “Il Dipartimento della Coesione” ha affermato il presidente della Regione in conferenza stampa, affiancato dal vice presidente Emanuele Imprudente e dal sottosegretario alla Presidenza Umberto D’Annuntiis “ci aveva detto che 392 del Fsc erano a rischio definanziamento perché non erano ancora stati spesi. Sfruttando una possibilità espressamente prevista dal decreto rilancio agli articoli 241 e 242, abbiamo deciso di usare una parte di questa somma, i 217 milioni di euro della delibera, per finanziare subito interventi finalizzati a fronteggiare l'emergenza sanitaria, economica e sociale conseguente alla pandemia, blindando la parte restante destinandola a opere di interesse strategico”.
“Le 22 opere che abbiamo scelto” ha spiegato Marsilio “sono quelle la cui progettazione era ancora molto indietro, per molte di esse erano stati fatti solo studi di fattibilità. Per ogni intervento è stato riprogrammato il 93% dell’importo complessivo: il restante 7% è stato mantenuto per permettere comunque alle varie stazioni appaltanti di andare avanti con i progetti. In questo modo abbiamo ottenuto due risultati: potremo spendere subito sul territorio risorse che altrimenti sarebbero rimaste ferme per ancora chissà quanti anni e non abbiamo perso un euro, visto che i soldi che oggi rimoduliamo ci verranno restituiti nel prossimo ciclo di programmazione, quello 2021-2027, in aggiunta a quelli già previsti”.
“Non potevamo fare altrimenti” ha detto Marsilio “visto che degli oltre 100 miliardi di euro frutto di scostamenti di bilancio che il Governo ha destinato ai vari provvedimenti presi dopo il Covid, non un euro è finito per finanziarie politiche in favore dei territori. Anzi, per far fronte alle spese emergenziali abbiamo speso 84 milioni di euro, per rientrare dei quali è ancora in corso una trattativa con Arcuri, Borrelli e il ministro Boccia. In più, abbiamo accumulato un deficit di 65 milioni di euro dovuto alle maggiori spese e alle minori entrate. La riprogrammazione dei fondi europei era l’unica strada per accedere alle risorse di cui avevamo bisogno”.
Dal Pd, ha concluso Marsilio “è stata montata una campagna stampa vergognosa, uno sciacallaggio mistificatorio, fatto solo per motivi elettorali. E’ stato il Pd, con il suo governo e i suoi ministri, a volere la legge che ci ha imposto questa riprogrammazione. Dovrebbero vergognarsi per come hanno governato questa Regione e per non aver saputo spendere i fondi del tanto decantato Masterplan”.