“Una rimozione illegittima quella di Armando Mancini da manager della Asl di Pescara, che l’esecutivo regionale ha portato avanti scientemente, sapendo che sarebbe stata una causa persa e costosa per la Regione, pur di liberare una poltrona da occupare con nomenclatura propria. Faremo un esposto alla procura della Corte dei Conti, per l’ingente danno causato all’Ente e agli abruzzesi con la scelta di troncare comunque il rapporto”.
E' durissimo il commento del capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci e del consigliere Antonio Blasioli all’esito del ricorso istruito dall’ex manager pescarese, all’indomani dell’atto dell’esecutivo che un anno fa ha posto fine al suo mandato. “Un atto palesemente illegittimo – sottolineano i due consiglieri - Il Tribunale, infatti, oltre a stabilire che non c’erano i presupposti per dichiarare decaduto Mancini, ha tassativamente escluso che il pensionamento, pur raggiunto durante il mandato da direttore generale, proprio per questo potesse essere causa di decadenza, come invece gli atti regionali ventilarono, pur di liberare la sua poltrona. Parliamo di un professionista stimato e capace, che ha saputo imprimere alla Asl di Pescara una visione e obiettivi che la Giunta Marsilio ha messo a repentaglio quando ha deciso di troncare il rapporto”.
Da qui la condanna al risarcimento di quello che è a tutta evidenza un atto illegittimo. “Siamo certi che la Regione conosceva i rischi a cui sarebbe andata incontro e questo rende ancora più grave la scelta compiuta, sicuramente non dettata da ragioni di urgenza, visto che la carica è rimasta vacante fino a poche settimane fa, rivestita ad interim dal direttore sanitario, a scapito, ancora una volta, della sanità pescarese e della buona gestione portata avanti da Mancini durante il suo incarico”.
La delibera che la Giunta regionale ha approvato un anno fa per 'far fuori' Mancini, "dà la precisa misura di cosa rappresenti la sanità per questa destra” l'affondo di Paolucci e Blasioli: “occupazione del potere e basta. A riprova del metodo c’è il recente 'licenziamento' di un altro vertice importante della sanità stavolta regionale, quello dell’Agenzia Sanitaria Regionale, al cui direttore, oggi ormai ex, Alfonso Mascitelli, la Giunta regionale ha dato il benservito nello stesso modo di Mancini, con una delibera illegittima. Nel frattempo, la sanità è allo sbando con un’emergenza covid che viene sottovalutata al punto da affrontare l’attuale risalita dei contagi senza scorte di vaccini anti influenzali, senza un piano capace di assicurare prevenzione e tempestività, con decine di migliaia di servizi e prestazioni che restano fermi e impraticabili e un diritto, quello alla sanità, messo in discussione da giochi di potere che si ripercuotono sui cittadini abruzzesi, come le due vicende citate ben rappresentano. Avevamo detto che l’allontanamento di Mancini avrebbe generato contenziosi che si sarebbero abbattuti o ancora una volta sui tempi, sui servizi sanitari e sulle tasche degli abruzzesi e così è stato. Ma, evidentemente, di questo a Marsilio & Co, poco importa”.