Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al commissario Domenico Arcuri "al fine di trovare una soluzione che snellisca la burocrazia per far fronte all’emergenza pandemica".
"L’accelerazione" si legge in una nota della presidenza della Regione "è necessaria dopo quattro mesi trascorsi dalla preparazione del decreto al trasferimento delle deleghe al presidente Marsilio il quale in tempi ristretti ha già emanato il primo decreto per definire le competenze ed ha delineato la filiera operativa individuando i professionisti chiamati alla realizzazione dei progetti".
"Le proposte del presidente Marsilio, al fine di far fronte a un’emergenza in atto sono quelle, vista l’urgenza, di modificare le condizioni generali previste dal contratto di progetto, in condivisione con la Bei, di eliminare la necessità di svolgere le procedure di evidenza pubblica che comporterebbero attese di almeno tre mesi, utilizzandone altre, sempre in evidenza pubblica, che consentirebbero una notevole riduzione dei tempi. Procedure che la Regione Abruzzo ha già adottato con successo in occasione della realizzazione dell’ospedale Covid di Pescara".
La lettera di Marsilio
Scrivo nella qualità di Commissario Delegato, giusta ordinanza n. 20/2020 del Commissario Straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 con cui mi è stata conferita delega per l’attuazione degli interventi finalizzati alla realizzazione delle opere previste nel piano regionale già approvato dal Ministero della Salute con proprio decreto.
Pervenuta la cennata delega all’esercizio dei poteri di cui all’art. 122 co.1 del D.L. 17 marzo 2020, n. 18 solo in data 8 ottobre 2020, e dunque già in piena seconda ondata pandemica, nel rispetto del cronoprogramma sottoposto al Commissario straordinario, ho immediatamente provveduto a dare adempimento alla delega ricevuta, come da appresso brevemente mi premuro di rappresentare:
• con comunicazioni ai competenti Uffici, financo precedenti al giorno 8 ottobre, ho svolto ogni utile attività di indirizzo per ottimizzare i tempi evitando ritardi successivi alla formalizzazione della delega;
• con provvedimento in data 9.10.2020, ho immediatamente delineato una filiera operativa fornendo indicazioni alle Aziende sanitarie territoriali ed all’Agenzia regionale competente in materia di committenza nonché previsto figure di raccordo tra gli Enti detti;
• in data 10.10.2020 sono state pubblicate manifestazioni d’interesse per l’individuazione di operatori economici per l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria;
• con apposito Decreto n. 1 in data 15.10.2020, ho definito competenze ed attribuzioni funzionali dei prefati Enti nonché individuato il referente per la rimodulazione degli interventi nell’invarianza degli importi assegnati;
• in data 15.10.2020 sono stati, inoltre, individuati gli operatori economici per l’affidamenti dei detti servizi di architettura e di ingegneria, segnatamente trattasi di professionisti incaricati della progettazione, della direzione dei lavori, del coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed in fase di esecuzione delle opere;
• con gli stessi professionisti ho convenuto termini massimamente ristretti per la definizione delle prestazioni professionali affidate, al fine di limitare la tempistica realizzativa delle opere, addirittura ulteriormente ristretta rispetto a quanto indicato nel cronoprogramma in atti.
Ebbene, nonostante la massima solerzia nello svolgimento delle funzioni delegatemi, non posso non condividere con Voi la naturale preoccupazione che deriva dal rapido avanzare della pandemia: la puntuale osservanza di quanto disposto nella delega ricevuta, che consente lo svolgimento di procedure ad evidenza pubblica entro il quadro delle semplificazioni ordinariamente consentite dalla legge, infatti, rischia di vanificare la funzione stessa degli interventi, come noto, tesi a rafforzare il sistema sanitario per fronteggiare una pandemia, di cui è ampiamente in atto la seconda ondata che va affrontata - condividerete - con misure emergenziali e straordinarie.
È per questa ragione che Vi chiedo di voler valutare un’alternativa di soluzioni che, in via gradata, mi permetto di sottoporVi per realizzare l’interesse pubblico della tutela della salute nello svolgimento delle funzioni delegatemi:
• eliminazione della necessità di svolgere procedure di evidenza pubblica, ove ricorrano motivate condizioni di urgenza. Tale ipotesi, naturalmente, dovrebbe essere condivisa con la BEI, in modificazione delle condizioni generali previste dal Contratto di Progetto;
• possibilità di svolgere procedure che, pur essendo ad evidenza pubblica (in tal senso si ritengono sufficienti anche le procedure ex art. 63 d.lgs. 50/2016 e ss.mm. e ii.), possano definirsi nei tempi più ristretti possibile. Tale seconda ipotesi andrebbe chiaramente recepita in apposito intervento normativo. In argomento, quanto meno, sarebbe da utile consentire l’assegnazione del termine di cinque giorni per la presentazione delle offerte da parte degli operatori economici nonché la previsione del termine di un solo giorno per l’eventuale soccorso istruttorio.
Con l’occasione, rammento che la Regione Abruzzo ha già espresso le proprie potenzialità amministrative con la recente realizzazione del Covid Hospital in Pescara, allorquando, in ossequio a tutti i principi anzi cennati ha, tuttavia, accelerato massimamente le tempistiche realizzative delle procedure seguite: in quello specifico caso siamo stati favoriti dalla possibilità di procedere all’aggiudicazione della procedura ad evidenza pubblica sulla scorta del solo studio di fattibilità, circostanza che, per la realizzazione degli interventi de quibus, è stata, invece, purtroppo preclusa.
L’esigenza delle presente nasce dall’importanza di coordinare i principi inderogabili di trasparenza, pubblicità, parità di trattamento, efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa con l’attuale contesto emergenziale che impone tempi serrati, un’assunzione di forte responsabilità da parte dei tutti noi ed un’attenta valutazione anche dell’effettiva tutela del bene della salute.
Confido nell’attenzione che vorrete riservare alla problematica posta.
Confido, dunque, in una precisazione della delega all’esito della condivisione con la BEI che consenta la realizzazione degli interventi in urgenza, ovvero nell’emanazione di apposita disciplina che, riferibile alla sola attuazione degli interventi ricompresi nella c.d. “rete Covid”, anche in deroga al quadro delle semplificazioni già consentito dalla legge, possa stabilire una ulteriore sensibile riduzione dei termini della durata delle procedure di cui al cennato art. 63, come più sopra precisato.
In difetto di misure adeguate ad affrontare una simile emergenza, il rischio concreto è che l’ondata pandemica in atto possa saturare le strutture sanitarie attualmente a disposizione provocandone il collasso ricettivo.