Era luglio quando, in conferenza stampa, il centrosinistra lamentava che dei 147 milioni annunciati dal Cura Abruzzo 1 e 2, solo un’esigua parte era arrivata a famiglie e imprese piegate dall’emergenza Covid e alle prese con una ripresa dura e difficile; "a tre mesi da quella data, la situazione è ancora ferma a causa di ritardi, mancate coperture e mancati pagamenti": per questo, il centrosinistra è tornata a denunciare stamane la situazione in cui si trovano famiglie e imprese a cui erano dirette le misure, peggiorata dai numeri della nuova pandemia.
"Abbiamo chiesto la convocazione delle parti sociali per avere contezza non solo delle cifre ma anche delle azioni messe in campo dal governo regionale sia sul fronte economico che sanitario, perché la situazione è tutt’altro che nei ranghi come dimostrano le affermazioni contraddittorie, e i nervi tesi, dello stesso presidente Marco Marsilio e non risultano provvedimenti seri e concreti di contenimento della pandemia - sottolineano i consiglieri del PD, Legnini Presidente, Abruzzo in Comune e Gruppo Misto, Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto, Sandro Mariani e Marianna Scoccia – A giorni incontreremo le parti sociali, grandi escluse dalla condivisione di un percorso di gestione e ripresa dall’emergenza a favore della comunità, delle imprese e dei lavoratori, per capire a che punto siamo e cosa aspetta l’Abruzzo, stanti le cifre che abbiamo rilevato sull’impegno propagandato dalla maggioranza di centrodestra e le intenzioni di aumentare i contributi a fondo perduto e altre poste manifestate a parole dal presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, che ha dovuto anche ammettere che le azioni sono ad oggi ancora al palo".
Atti alla mano, restano ancora a 22 i milioni realmente trasferiti ai beneficiari, di questi solo 12 i milioni erogati a sostegno delle famiglie e imprese, chiariscono i consiglieri: "Per le altre misure risultano impegni recenti, o una corsa alle coperture, o, peggio, alcuna notizia, ad esempio per gli oltre 4 milioni donati dai privati alla protezione civile nella campagna nazionale “Aiutate il sistema sanitario nazionale” che ha visto l’Abruzzo fra le ultime regioni d’Italia. Una classe dirigente inerte e pasticciona, come conferma la cancellazione di 13 milioni di euro che non saranno recuperati, a causa dei rilievi fatti dal governo ai provvedimenti adottati, perché senza copertura o con vizi letali di legittimità: così svaniscono le risorse per i piccoli prestiti e le controgaranzie e per la polizia locale".
Da aprile il centrodestra annuncia l’arrivo delle risorse del Cura Abruzzo, ma siamo ormai a novembre e dei milioni annunciati sono stati impegnati solo 42.912.371 euro: "si tratta di fondi attesi da enti, consorzi, imprese, editoria, che porterebbero respiro, ma che costringono i beneficiari a un’apnea resa ancora più difficile dalla nuova impennata dei contagi e dalle prossime misure per contenerli. Non basta, a fronte di un quadro che sarebbe già grave fin qui: ammontano a 65.092.741 milioni di euro i provvedimenti che non risultano né impegnati, né erogati, fra questi c’è il milione e mezzo atteso dalle ormai vecchie zone rosse abruzzesi, i 20 da dare ai fornitori, i 15 di anticipazioni di fondi statali, oltre a vari altri sostegni a comparti turistici ed economici in sofferenza, anche nelle zone interne".
Questa è la fotografia di oggi, l'affondo dei consiglieri del centrosinistra, "a cui mancano le risorse aggiuntive ricevute dal Governo sul fronte sanitario per la rete covid, quelle sottratte al Masterplan, impegnate quasi in toto, con la conseguenza di fermare anche opere e cantieri che potevano andare avanti creando indotto; quelle arrivate dall’Europa e non ancora spese, per cui a causa della gestione Marsilio & Co abbiamo indossato un’altra maglia nera, in quanto non sono stati in grado di spenderle, nonostante i fondi Fesr e Fse fossero già pronti e disponibili. Dopo le nostre rimostranze di luglio, l’Agenzia per la Coesione territoriale sui programmi operativi regionali 2014-2020 vede l’Abruzzo fermo ancora all’aggiornamento di giugno, con il 22,79 di percentuale di spesa del Fesr, avendo certificato appena 61,9 milioni dei 271,5 a disposizione e il 47 per cento per i fondi Fse, 30,6 milioni di euro. È notizia di questi giorni che mancherebbero all’appello 9 milioni sul Fesr e 9,4 sul Fse per evitare il disimpegno e che, dunque, l’Europa si riprenda le risorse non spese".
Cattive notizie anche in merito al fondo relativo al Piano di sviluppo rurale, che vede l’Abruzzo terzultima regione d’Italia per avanzamento della spesa con una percentuale del 37% al 30/9/20 "e nessuna politica incisiva per dare sostegno e sollievo alla filiera. Abbiamo invano chiesto di accelerare i procedimenti, ma si continua a perdere tempo, una lentezza che trova spiegazione non solo nell’eccessiva burocrazia degli interventi, negli intralci che hanno frenato sul nascere e persino cancellato risorse preziose. Con questa approssimazione come si comporterà l’Abruzzo quando si aggiungeranno i fondi previsti dal Recovery Found? Ma soprattutto, come si fa a dire che va tutto bene?".