Lunedì, 16 Novembre 2020 17:42

Marsilio firma l'ordinanza: da mercoledì Abruzzo in 'zona rossa'. No alla chiusura di tutte le scuole: sospese attività in presenza alle medie (eccetto le classi prime) e alle superiori

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Abruzzo in 'zona rossa'. 

Da mercoledì 18 novembre, e fino al 3 dicembre, la Regione andrà in lockdown: l'ordinanza è stata firmata da Marsilio questa sera ma era stata annunciata dallo stesso governatore a margine della visita all'ospedale di Sulmona. 

Sciolto l'ultimo nodo, che riguardava la chiusura delle scuole: il Presidente della Regione, "dopo una lunga serie di incontri e doverose consultazioni con parti sociali, sindacali, politiche, con i prefetti e i sindaci del territorio, le categorie, il mondo della scuola", ha deciso di rispettare le misure previste nell'ultimo dpcm del Governo; dunque, 'no' alla chiusura di tutte le scuole, di ogni ordine e grado come era stato chiesto ieri, a maggioranza, dal Comitato tecnico scientifico: oltre alle superiori, verrà sospesa l'attività in presenza anche alle scuole medie, eccezion fatta per le classi prime, con l'estensione della didattica a distanza.

Lezioni in presenza, insomma, per l'infanzia, la primaria e le classi di prima media.

"Sulla scuola c'è stata una discussione molto ampia ma abbiamo ritenuto, e siamo tutti daccordo, in Giunta e in maggioranza, di non poter accogliere, al di là del merito, la richiesta del Comitato tecnico scientifico, di chiudere cioé tutte le scuole, di ogni ordine e grado", ha tenuto a precisare Marco Marsilio. "L'attuale disciplina di legge non consentirebbe alle famiglie di avere gli strumenti per affrontare il problema di dover tenere i figli in casa: con le attività economiche aperte, infatti, non essendo previsti congedi parentali o bonus baby sitter, il peso che graverebbe sulle famiglie sarebbe insostenibile".

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Per questo, ha proseguito Marsilio, "riteniamo che sia sufficiente un atto di responsabilità, con l'applicazione del principio di precauzione dichiarando la zona rossa a partire dalla giornata di mercoledì. Guardiamo in faccia la realtà, ascoltiamo il grido di dolore dei medici, dei sanitari dei pazienti che hanno difficoltà ad accedere ai pronto soccorso e ai reparti di terapia intensiva: pensiamo sia giusto adottare questa misura, per quanto dolorosa, per quanto difficile da sostenere, e contiamo sulla responsabilità della popolazione; siamo convinti che prima applichiamo le misure restrittive e prima usciremo da questa situazione, e così, forse, riusciremo a salvare la stagione natalizia che, anche dal punto di vista economico, è l'ossatura del commercio".

Oltre le dichiarazioni del presidente della Giunta, è evidente come abbia prevalso la 'linea' del presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri e degli esponenti politici delle province di Pescara e Chieti che si erano messi di traverso rispetto all'ipotesi di una chiusura totale delle scuole; d'altra parte il vice presidente della Giunta, l'aquilano Emanuele Imprudente, aveva dichiarato che, "a volte, si deve fare anche ciò che non si vuole fare, perché è giusto ed opportuno; nessuno può sfuggire alle responsabilità - aveva aggiunto - questi non sono momenti per fare giochi politici e propagandistici ma sono momenti in cui prendere posizione e anticipare scelte. L'Abruzzo deve essere zona rossa con chiusura delle scuole".

Anche l'assessore Guido Quintino Liris, aquilano pure lui, pur mostrando un atteggiamento più aperto, aveva spiegato che "l’obiettivo della Regione" era "anticipare i tempi rispetto a scelte nazionali che oggi appaiono inevitabili, in modo tale da contribuire alla tutela della salute pubblica e provare a garantire una ripartenza quanto più ampia possibile, soprattutto in vista del periodo natalizio".

E' piuttosto chiaro che si è consumato uno strappo in maggioranza, e che ciò ha influito sulle decisioni assunte in queste ore.

Tornando a Marsilio, ha chiarito che l'interlocuzione col Governo è costante: "parlerò a breve col ministro della Salute Roberto Speranza, ma vi posso anticipare che ha già preventivamente apprezzato e sostenuto la nostra decisione". Sta di fatto che il governatore ha inteso inviare un messaggio all'esecutivo: "già la settimana scorsa, avevo fatto presente che la scelta del governo di non concedere ristori nel caso in cui le misure non fossero state assunte dal Governo ma dalle Regioni creava una situazione pericolosa; se ci si pensa una volta di più nell'adottare ulteriori misure restrittive è proprio perché si conoscono le conseguenze economiche. Non dovremmo avere questa preoccupazione. Chiedo al governo di non frenare l'adozione di misure necessarie per salvare vite umane per la preoccupazione di non avere coperture economiche".

La zona rossa

Da mercoledì, dunque, stretta sugli spostamenti che saranno vietati anche all'interno del proprio comune, salvo che per motivi di lavoro, di salute o di necessità. Per qualunque spostamento nell’area rossa, da casa al supermercato o da casa al lavoro, sarà sempre necessaria l’autocertificazione. I genitori separati o divorziati potranno andare a trovare i figli minori, anche in un altro comune; non è consentito, invece, far visita a parenti o amici non conviventi.

Bar e ristoranti saranno chiusi: sarà consentito l’asporto fino alle 22; non ci saranno limiti d’orario, invece, per la consegna a domicilio. Chiusi i negozi, tranne supermercati, generi alimentari e commercio al dettaglio di beni di prima necessità. Oltre a edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie resteranno aperte le lavanderie, le ferramenta, i negozi di vernici e materiali per costruire, i rivenditori di elettrodomestici, prodotti di informatica ed elettronica di consumo, di ottica e fotografia, benzinai e autosaloni.

Rimarranno aperti anche parrucchieri e barbieri, librerie e cartolerie, fiorai, rivenditori di macchine per l’agricoltura e attrezzi da giardinaggio, concessionari di auto e moto, rivenditori di cosmetici, saponi e prodotti igienico-sanitari, articoli sportivi, biciclette e articoli per il tempo libero; aperti i negozi di biancheria, di confezioni e calzature per bambini e di giocattoli. Chiusi, invece, i negozi di abbigliamento per adulti e i centri estetici. Resteranno aperte le industrie, le attività legate all’artigianato, all’edilizia e ai servizi.

Chiese e cimiteri saranno aperti, con l'obbligo di drestare all'interno dei confini comunali, di indossare la mascherina evitando assembramenti. L’attività motoria (come la passeggiata) è consentita solo in prossimità della propria abitazione, nel rispetto della distanza di almeno un metro da altre persone e con obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezioni individuali.

L’attività sportiva (come jogging o bicicletta) è possibile solo all’aperto e in forma individuale e può essere svolta, con l’osservanza del distanziamento interpersonale di almeno due metri e del divieto di assembramento, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, ove accessibili, non necessariamente ubicati in prossimità della propria abitazione. Non è più praticabile all’aperto presso centri o circoli sportivi, che verranno chiusi.

Ultima modifica il Lunedì, 16 Novembre 2020 23:10

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