Mercoledì, 02 Dicembre 2020 09:38

Abruzzo zona rossa fino al 10 dicembre, centrodestra in subbuglio

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Ed ora, Marco Marsilio cerca disperatamente una via d'uscita: se non dovessero intervenire provvedimenti del Governo, infatti, l'Abruzzo resterà in 'zona rossa' fino al 10 dicembre, unica regione d'Italia. 

Il tessuto economico e produttivo della regione è in subbuglio: sulle barricate le opposizioni di centrosinistra, ma il problema per il governatore è che stanno emergendo pesanti malumori in seno alla sua stessa maggioranza. Ieri è emerso plasticamente, nei corridoi del Consiglio regionale; alcuni esponenti della maggioranza, ed in particolare i 'pezzi da 90' del pescarese e del chietino, sono infuriati e stanno minacciando Marsilio esplicitamente: 'portaci fuori dalla zona rossa', il senso della loro presa di posizione, 'o non avrai più una maggioranza'

D'altra parte, per l'economia abruzzese - e per la vendita al dettaglio, in particolare - sarebbe una mazzata insopportabile una zona rossa prolungata fino al 10 dicembre, considerato pure che, a ridosso delle festività natalizie, il governo - pur mantenendo tutte le regioni in 'zona gialla' - introdurrà altre misure restrittive; in questo quadro, perdere un'altra settimana sarebbe un problema enorme che avrebbe ripercussioni anche politiche, con gli esponenti del centrodestra nel mirino delle associazioni di categoria, degli imprenditori e dei sindacati. 

Per questo, Marsilio - stretto all'angolo - ha chiesto al Governo "una valutazione più ancorata ai dati reali, piuttosto che restare vincolati a un calendario rigido che può produrre esiti paradossali e penalizzazioni ingiustificate"; in sostanza, il governatore sta facendo pressione sui ministri Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Affari regionali) per provare a tirare fuori l'Abruzzo dalla zona rossa prima del termine previsto dalle norme che scadrebbe, appunto, il 10 dicembre, al culmine delle due settimane consecutive di calo dei contagi. "Ho riproposto il tema già sollevato ieri in Conferenza delle Regioni, sul quale tutti i colleghi hanno condiviso le mie osservazioni - ha dichiarato Marsilio in una nota - C'è un'evidente asimmetria nel passaggio da una zona a un'altra: quando si tratta di passare a un livello di rischio maggiore la classificazione avviene immediatamente, mentre il processo contrario comporta non meno di 21 giorni, stando almeno all'interpretazione ministeriale del Dpcm del 3 novembre. Su questo tema il confronto con Speranza proseguirà nei prossimi giorni in vista della scadenza dell'ordinanza vigente prevista per domani".

Qui sta il nodo, però. 

Così come la Calabria, l'Abruzzo è entrato in 'zona rossa' - su pressione del governo regionale - non per indici particolarmente critici sulla diffusione del contagio bensì per la delicata e specifica situazione della provincia dell'Aquila, con i contagi in aumento esponenziale, gli ospedali in difficoltà, il tracciamento saltato e la medicina territoriale travolta dalla seconda ondata; evidentemente, Marsilio non ha voluto assumere decisioni restrittive specifiche in provincia per motivi squisitamente politici, denunciano oggi gli esponenti della sua stessa maggioranza, e cioé per dare copertura alla gestione disastrosa della Asl 1, col manager Roberto Testa indicato dalla 'filiera' di Fratelli d'Italia, e per non mettere in difficoltà il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, decisivo per la 'discesa in campo' di Marsilio alle elezioni regionali. 

Tuttavia, non si è pensato alle conseguenze e al rischio, appunto, che l'intera Regione restasse in 'zona rossa' oltre il 3 dicembre sebbene le tendenze sulla diffusione del contagio a livello regionale non lo richiederebbero: di qui, le proteste che stanno montando nel pescarese e nel chietino e che rischiano, da una parte, di travolgere l'equilibrio della maggioranza e, dall'altro, di aprire un pericoloso fronte anti aquilano.

Ora, si sta provando a correre ai ripari: stando al presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, la via d'uscita potrebbe trovarsi tra le righe del decreto Ristori quater che prevede lo spostamento di una regione ad una fascia inferiore in tempi più rapidi a patto che la cabina di regia nazionale, dati alla mano, lo ritenga congruo, ritenga cioé che ne ricorrano le condizioni sanitarie. "Oggi tre quarti dell'Abruzzo è in queste condizioni, ovvero il virus ha raggiunto livelli calmierati. Condividiamo l'attenzione dovuta per l'Aquilano, ma la regione va riportata in zona gialla e venerdì il dato numerico, immediatamente verificabile, va acclarato e va tenuto in debita considerazione", le parole di Sospiri. Piuttosto chiare, in effetti.

Si sta facendo strada anche un'altra ipotesi: se il governo dovesse chiudere all'ipotesi di far scivolare subito l'Abruzzo in zona arancione, si potrebbe tentare di arrivare ad un compromesso lasciando in zona rossa fino al 10 dicembre soltanto la provincia dell'Aquila. Ma è una ipotesi, appunto, una strada davvero stretta da percorrere.

Ultima modifica il Giovedì, 03 Dicembre 2020 09:49

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