“L’Abruzzo arriva a questa scadenza con una situazione a macchia di leopardo, diversa a seconda dei tavoli prefettizi attivati. E' mancata una cabina di regia unica”.
Il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci commenta così la riapertura delle scuole in Abruzzo, che avverrà in due fasi: da domani, giovedì 7 gennaio, ritorneranno in classe i bambini delle scuole d’infanzia, gli alunni delle elementari e delle medie mentre a partire dall’11 gennaio, come stabilito dall'ultimo Dpcm del Governo, sarà la volta gli studenti delle superiori, sebbene solo al 50%.
“Conosciamo bene il valore assoluto della scuola e della formazione, del diritto allo studio, di una didattica che consenta a ragazze e ragazzi di crescere insieme nella cultura, di relazionarsi tra loro, di formarsi e vivere in una dimensione e in un rapporto creativo e di comune maturazione” scrive Pietrucci in una nota “La scuola, dunque, insieme alla sanità pubblica come perno della nostra società”.
“Ma conosciamo anche la delicatissima e fragile situazione che il Covid ci costringe ancora ad affrontare, pena il ritorno a lockdown totali e prolungati che già in altri paesi europei si sono decisi”.
“La strada maestra è perciò la sicurezza, l’organizzazione condivisa di procedure e protocolli, la sincronizzazione delle attività, il coordinamento istituzionale tra tutti i soggetti interessati: perché solo in questo modo si garantisce la conoscenza dei problemi, la responsabilizzazione collettiva, la condivisione delle scelte e la loro efficacia”.
“Purtroppo – come hanno denunciato la Flc-Cgil e tutti i sindacati dei lavoratori e lavoratrici della scuola – in vista del rientro nelle scuole in Abruzzo è mancata una cabina di regia unica con gli assessorati regionali ai Trasporti, all'Istruzione e alla Sanità che coordinasse gli interventi prefettizi e poi interfacciarsi a livello provinciale”.
“Sarebbe stato giusto e utile – oltre il Dpcm che prevede il coinvolgimento dei Sindaci delle città più grandi, gli ambiti provinciali di aziende di trasporto e le Asl – rendere partecipi anche i sindacati e le scuole (tutte rappresentate dal dirigente dell'Ufficio scolastico regionale e quindi senza un quadro dettagliato e complessivo)”.
“Per questo l’Abruzzo arriva a questa scadenza con una situazione a macchia di leopardo, diversa a seconda dei tavoli prefettizi attivati. Nella provincia aquilana tutti i sindacati della scuola hanno espresso rammarico e timore”.
“Rammarico perché da quando si è interrotta la didattica in presenza fino ad oggi si sarebbe dovuto elaborare, con la collaborazione di tutti, un piano efficace e di sistema per consentire il rientro a scuola con un minimo di serenità per gli studenti e le studentesse, le loro famiglie e il personale della scuola: ad esempio parlando di presidi sanitari nelle scuole per effettuare tracciamenti veloci e garantire soluzioni immediate. Invece non è ancora chiaro come avverrà il potenziamento della rete dei trasporti, mentre da parte delle agenzie di trasporto locali e regionali, continuano ad arrivare richieste di maggiori dettagli operativi”.
“Timore perché senza una regia programmata, senza coinvolgere le parti sociali e senza azioni infrastrutturali, la situazione resterà preoccupante, con rischi sanitari incombenti che ricadranno sul mondo della scuola”.
“E invece le amministrazioni scolastiche – che hanno già fornito un piano di scaglionamento degli ingressi e delle uscite per permettere a Tua di avere 120 minuti di tempo per differenziare le corse – svolgono un lavoro enorme per limitare i danni. E già dall’estate scorsa hanno fatto tutto il possibile per garantire il distanziamento e la sicurezza nelle scuole, pur in assenza di cambiamenti strutturali, di nuovi spazi, di interventi strategici”.
“Se la Regione promuovesse un migliore coordinamento, si potrebbe finalmente avviare una programmazione adeguata nell’interesse della scuola e dei nostri ragazzi e ragazze che sono la più grande risorsa della nostra società”.</p