Sabato, 09 Gennaio 2021 10:19

L'Aquila: programma di mandato Biondi, lo stato di attuazione

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Va verso una soluzione la crisi di maggioranza al Comune dell'Aquila che si trascina da un anno: come anticipato da newstown, il sindaco Pierluigi Biondi sarebbe pronto a riaccogliere in Giunta i leghisti Daniele Ferella, Fabrizio Taranta e Fabrizia Aquilio, con le medesime deleghe, a condizione che il capogruppo del Carroccio, Francesco De Santis, si rimangi in Consiglio comunale ciò che ha detto nella seduta del 14 luglio scorso che, di fatto, ha aperto formalmente la crisi. 

In queste ore, le ambasciate sono al lavoro per fare in modo che De Santis non sia costretto a 'cospargersi il capo di cenere', come vorrebbe Biondi, e il sindaco, d'altra, non si ritrovi a dover restituire le deleghe agli assessori del Carroccio come se nulla fosse accaduto, digerendo le critiche durissime piovute in Consiglio comunale dal principale partito di maggioranza, stando almeno ai risultati elettorali di politiche ed europee. 

E' questo il nodo da sciogliere, è su questo scoglio che si è incagliata l'amministrazione del capoluogo di Regione. 

Una via d'uscita si troverà, c'è da scommetterci, ed è già pronto un accordo di fine legislatura su alcuni punti programmatici con cui si proverà a restituire senso politico ad una crisi che, di politico, ha poco o nulla; una modalità vecchia, da prima repubblica.  

Ci siamo chiesti, però: a tre anni e mezzo dall'insediamento, a che punto è l'attuazione del programma di mandato del sindaco Pierluigi Biondi e della sua maggioranza? Quali obiettivi dichiarati sono stati raggiunti, quali si stanno realizzando e quali sono rimasti soltanto degli intendimenti, delle promesse da campagna elettorale?

Fact checking, dicono 'quelli bravi': verifica dei fatti; così abbiamo lavorato: abbiamo analizzato e verificato, voce per voce, il programma di mandato, approvato dal Consiglio comunale il 12 settembre 2017 e pubblicato sul sito istituzionale del Comune dell'Aquila [qui]; si tratta di un documento di 22 pagine diviso in 4 capitoli: identità, inclusione, ricostruzione e sviluppo.

Questa la premessa: "La ricostruzione e la rinascita dell'Aquila città-territorio hanno bisogno di una corretta amministrazione che superi la conflittualità permanente e persegua esclusivamente gli interessi comuni"; a leggerla oggi, nel pieno di una crisi di maggioranza che si trascina da un anno, con una contrapposizione tra le forze di centrodestra che ha caratterizzato questi tre anni e mezzo di mandato, con una Giunta completamente rivoluzionata rispetto all'insediamento e gruppi consiliari che hanno cambiato volto decine di volte, lascia piuttosto interdetti. 

 

Ma partiamo dal primo capitolo: Identità

Nel programma di mandato si prevedeva di "promuovere i quarti" della città "anche attraverso la creazione nel centro storico dei Consigli dei Quarti – S. Giusta, S. Maria, S. Pietro, S. Marciano - e di una Casa dei Quarti, quale spazio fisico di incontro e di promozione di iniziative culturali ed economiche dei centri del territorio": una intenzione rimasta su carta. 

Per la Perdonanza celestiniana, ci si impegnava a riformulare la celebrazione "in termini maggiormente aderenti alla sua altissima valenza spirituale, restituendole, nel contempo, quell’impronta storica che la tradizione antica ci ha consegnato per valorizzarla, non per stravolgerla": si è tentato di farlo, in realtà, con la costituzione di un comitato che ha lavorato alla redazione di linee guida che prevedevano, tra le altre cose, "la riorganizzazione del corteo storico con la diminuzione del numero dei figuranti, la cancellazione degli spettacoli e dei concerti dal piazzale antistante la basilica di Collemaggio, l’eliminazione e il ridimensionamento di alcune figure, come quella del Giovin Signore (cancellato) e della Dama della Bolla, per la quale non sarebbero più state fatte selezioni da reginetta di bellezza". Non se ne è fatto nulla, tant'è vero che Walter Cavalieri e Francesco Zimei, che facevano parte del comitato, hanno fatto un passo indietro.

Così come non si è dato seguito alla proposta di valorizzare la rete delle città che hanno presenze e segni importanti di Papa Celestino V, ripristinando il forum delle città celestiniane.

Obiettivo colto dall'attuale amministrazione, invece, è stato il conseguimento del riconoscimento della Perdonanza a Patrimonio immateriale dell’Unesco.

Capitolo cultura: nel programma di mandato, si prometteva il "pieno recupero degli spazi - legato a un progetto di pianificazione degli stessi - destinati alle attività culturali e dello spettacolo, in linea con gli standard richiesti per l’ammissione ai finanziamenti statali": sul punto, non si sono fatti passi avanti significativi. Altra volontà programmatica era la "creazione di un cartellone unico" facendo lavorare insieme le istituzioni culturali cittadini  per rendere "più efficace l’offerta e più agevole la scelta da parte degli utenti, anche attraverso un portale informatico aggiornato e fruibile a livello nazionale". Non si hanno notizie di iniziative che siano andate in questa direzione.

Si è dato seguito, invece, al proposito di costituire un Albo delle Associazioni culturali. 

Altro proposito dell'amministrazione, messo nero su bianco, era la definizione "immediata" di una "ricognizione degli spazi pubblici disponibili per capire dove collocare gli studenti ospitati in scuole in cui non siano state effettuate le verifiche di vulnerabilità degli edifici": putroppo, non si è proceduto in questo senso. Anzi. Le verifiche di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici sono state portate avanti con estrema lentezza, su alcune strutture non sono state portate neanche a termine e, comunque, a tre anni e mezzo dall'insediamento gli studenti frequentano ancora le stesse scuole del settembre 2017.

In generale, l'amministrazione entrante proponeva un "Piano straordinario per le scuole", che garantisse "la piena sicurezza degli edifici" e che individuasse "soluzioni architettoniche, arredi e strumenti di lavoro correlati alle metodologie didattiche": di nuovo, non si è dato seguito alle promesse così come non si è dato seguito alla idea di incentivare l'offerta formativa di qualità attraverso, per esempio, "l'istituzione del Liceo Sport Invernali e Scientifico Sportivo" che si proponeva di ospitare presso una porzione del progetto C.a.s.e. di Assergi.

L’Amministrazione comunale, poi, si diceva pronta a farsi parte attiva presso la Provincia e la Regione "per la ricostruzione o l’adeguamento sismico al 100% di tutte le scuole superiori presenti sul territorio comunale". Non è stato fatto. 

Altro proposito rimasto su carta, nel paragrafo dedicato ai rapporti con l'Università, è la promozione di un Centro di eccellenza sul costruire sicuro, che ci si proponeva di realizzare con il coinvolgimento del Ministero per l'Istruzione e l'Ateneo, in sinergia con la Facoltà di Ingegneria. E' rimasta soltanto una intenzione anche la sottoscrizione di un sorta di 'patto' tra Comune, Università, Azienda per il diritto allo studio e studenti "per la fornitura agevolata di servizi vari (trasporti, sport, spettacoli, cinema, etc.) attraverso una 'Carta dello studente'".

Leggiamo ancora dal programma di mandato: "La mancata utilizzazione dei fondi della legge regionale n. 41 del 2011, destinati al Comune dell’Aquila per interventi sul sociale, sui giovani e sugli anziani è un gap che deve essere immediatamente colmato": sono passati tre anni e mezzo e l'amministrazione, ad oggi, non riesce ancora a spendere i due milioni di euro [qui, l'approfondimento].

pds

Capitolo 2: Inclusione

"L’Aquila come città accessibile può diventare un grande esperimento di progettazione sociale. L’immagine monotona, degradata e inospitale della attuale 'città diffusa' riflette l'inefficienza della macchina comunale e la sofferenza psicologica dei cittadini. Basti dire che i sette ottavi della nostra città sono attualmente costituiti da periferie mancanti di luoghi di accoglienza": anche da questo punto di vista, purtroppo, non si sono fatti passi in avanti. Anzi.

Così come non si è dato seguito alla proposta di "recuperare spazi di risulta del tutto ignorati, vere riserve di verde che vanno rese fruibili per il benessere dei cittadini", all'idea di riusare edifici inutilizzati; non c'è traccia della "realizzazione di orti urbani da dare in concessione a chi ne faccia richiesta e di orti terapeutici connessi alle problematiche sanitarie". Tanto meno si sono realizzati "nelle periferie dei parchi lineari".

Leggiamo ancora dal programma di mandato: "Sarebbe auspicabile rendere funzionali per l’intero sistema città‐territorio i singoli sistemi rurali‐ambientali, capaci di entrare all’interno di una sorta di rete ecologica cittadina con forte propensione verso l’esterno, fatta di emergenze ambientali quali, per esempio, la fascia bassa della Pineta di Roio‐Monteluco; il fiume Aterno; la Riserva del Vetoio; il laghetto di Pile; il complesso di San Giuliano‐Monte Castelvecchio; il fosso di San Giuliano. Va, infine, sottratto all’abbandono e al degrado il paesaggio dell’Aterno, ipotizzando la realizzazione di un parco fluviale attrezzato". Propositi rimasti su carta.

Siamo ancora lontanissimi, inoltre, dal rendere l’area di Piazza d’Armi, il Centro polifunzionale di Paganica, il Parco del Sole "dei grandi luoghi di aggregazione polivalenti, delimitati, controllati e monitorati. Luoghi accoglienti, dove bambini, genitori, diversamente abili, adolescenti, giovani, anziani possano trovare, ognuno, degli spazi attrezzati al chiuso e all’aperto per il loro tempo libero, in sicurezza". Se è vero che il Parco del Sole è stato riaperto a seguito dei lavori svolti dall'Eni, le opere non sono mai state completate: la casetta degli Alpini, in fondo al viale d'accesso, è ancora stretta nelle transenne, col tetto sfondato e, per questo, inagibile e potenzialmente pericolosa per i bambini che frequentano il parco. Non ci sono bar, luoghi di ristoro e persino i bagni, per uomini, donne e disabili, restano chiusi a chiave. Abbandonata anche la struttura che sorge accanto al laghetto, laddove ricorderete la vecchia serra, uno spazio polifunzionale che il Comune dell'Aquila avrebbe dovuto realizzare con i 223 mila euro donati nel 2010 da Assilt; del fabbricato è stata completata solo l'armatura esterna.

E' stata istituita invece, come promesso col programma di mandato, la figura del disability manager, preposta a orientare la progettazione della città nel rispetto delle fasce sociali più deboli (portatori di handicap, anziani, bambini).

Col programma di mandato, inoltre, si prevedeva di avviare i lavori di ricostruzione dei luoghi destinati al culto dei defunti: sul punto, sono stati approvati alla fine di ottobre progetti per circa 10 milioni di euro. In particolare, è stato approvato il progetto definitivo per la realizzazione nel cimitero monumentale dell'Aquila di un loculario da 2000 salme, che sarà costruito nel luogo dove nei mesi scorsi è stata demolita un’analoga struttura - il così detto 'ecomostro' - mai completata. Sempre per quanto riguarda il cimitero monumentale del capoluogo, la giunta comunale ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica da 4 milioni di euro per la riparazione e l’adeguamento antisismico dell’edificio monumentale situato alle spalle del monumento ai Nove Martiri. L’intervento prevede il completo recupero della struttura, attraverso il progetto definitivo-esecutivo che dovrebbe essere acquisito dal Comune a breve per poi poter procedere alla gara d’appalto dei lavori. Interventi che si aggiungono alla nuova pavimentazione nei pressi dell’ingresso generale, ultimata nel mese di ottobre, e al prossimo completamento delle opere per l’ossario. La giunta, inoltre, ha approvato il progetto per la demolizione e ricostruzione della camera mortuaria del cimitero di Camarda, per un importo di 150mila euro. Via libera anche all’analogo progetto relativo alla camera mortuaria del cimitero di Pianola, che prevede anche in questo caso lavori per 150mila euro. 

Meglio lasciar correre sul proposito di creare una apposita task force municipale, che facesse capo all’Asm, "per il mantenimento della pulizia delle strade sia del centro storico sia della periferia".

Sul piano della sanità pubblica, l'amministrazione attiva si era impegnata a sostenere la realizzazione all'Aquila di un hub di secondo livello: Regione Abruzzo, tuttavia, pur non avendo ancora definito il provvedimento di riordino della rete ospedaliera, sembra intenzionata ad andare in altra direzione, e cioé verso la definizione di quattro ospedali hub di primo livello nei capoluoghi di provincia. 

Per ciò che attiene la sicurezza, infine, non è stato ancora realizzato il servizio di videosorveglianza nei punti sensibili del territorio, già nell'agenda della passata amministrazione di centrosinistra: tuttavia, ad agosto scorso, la Giunta ha dato almeno il via libera all’installazione di telecamere in centro storico, in alcuni dei luoghi più frequentati dai cittadini e dove è maggiore la concentrazione di pubblici esercizi, e al Parco del Sole.

ricostruzione

Capitolo 3: Ricostruzione

Arrivando alla ricostruzione, nel programma di mandato si prevedeva di "superare l'anarchia della ricostruzione privata" stabilendo "regole certe, scadenze e penalità": ad aprile 2019, il sindaco Biondi e l'assessore Fabrizi hanno illustrato i contenuti della delibera di Giunta che fissa nuovi criteri operativi per l’assegnazione delle pratiche e, di conseguenza, modifica il cronoprogramma degli interventi in città e nelle frazioni anche per risolvere il problema delle poche schede parametriche parte seconda depositate; in sostanza, si è data priorità alle prime abitazioni abbandonando la filosofia dei comparti.

E' stata introdotta, inoltre, la possibilità di presentare progetti unitari, in particolare per le frazioni. Per ciò che attiene le "penalità", impossibili da comminare a dire il vero, si è introdotto, di converso, una sorta di incentivo: passati i 90 giorni stabiliti dalle norme per la consegna delle sp2, ci dovessero essere ulteriori ritardi, superiori ai 4 mesi, il pagamento della progettazione verrà posticipato alla fine dei lavori e non anticipato col così detto ‘sal 0’, ad avvio del cantiere. Vanno ancora pienamente misurati gli effetti delle misure introdotte.

Si è ancora molto indietro, invece, per ciò che attiene la ricostruzione delle frazioni che pure era stato inserito come punto qualificante del programma di mandato. Ad oggi, nessuna frazione è arrivata al completamento del 50% della ricostruzione privata, alcune sono sotto il 30%; tanto meno si è assegnato "ad ogni singolo centro una vocazione derivante dall'analisi storica del luogo e del tessuto sociale, nonché delle prospettive" come pure si prometteva.

Inoltre, non è mai stata realizzata una task force per la ricostruzione pubblica; nel programma di mandato si assicurava che si sarebbe formata una squadra tecnica "composta da personale del Comune, della Provincia (per l'aspetto urbanistico), della Regione (genio civile) e del Provveditorato alle opere pubbliche, con la supervisione dell'Autorità nazionale anticorruzione e con l'apporto di ulteriore personale a tempo determinato" che avrebbe dovuto occuparsi esclusivamente degli appalti pubblici "in una sorta di conferenza dei servizi permanente".

Veniva indicata come prioritaria la ricostruzione delle scuole: ebbene, ad oggi sono state riconsegnati gli edifici scolastici di Arischia e la primaria Mariele Ventre di Pettino (entrambi  procedimenti erano stati avviati dalla passata amministrazione). Tuttavia, si è colto l'obiettivo di "una deroga rispetto alle procedure" per velocizzare i processi: a seguito degli eventi sismici del 2016, il governo Gentiloni ha infatti previsto una procedura derogatoria per gli appalti delle scuole che ha consentito al Comune, tramite accordo col Provveditorato alle Opere pubbliche e l’Anac, di semplificare e ridurre i tempi; con il “DL Scuola” poi, varato a primavera dello scorso anno dall’attuale Governo, si sono attribuiti ai Sindaci e ai presidenti di Provincia i poteri commissariali per la realizzazione di interventi di edilizia scolastica. 

Nei giorni scorsi, il sindaco Biondi ha annunciato che nel 2021 potranno essere avviati i cantieri di diverse scuole, dai poli scolastici di Santa Barbara, Gignano-Sant’Elia e Sassa, ai plessi della materna e dell’infanzia Pettino-Vetoio, della primaria Celestino V, dell’infanzia e della primaria di Pianola e di Bagno Grande. 

Al momento non è stato ancora colto, invece, l'obiettivo di rivitalizzare il centro storico con un "funzionante piano della mobilità, basato sullo scambio intermodale e su un intelligente piano dei parcheggi": il Pums è in fase di redazione, sul piano parcheggi regna ancora l'incertezza.

Inoltre, ci si proponeva una 'lista della spesa' che non è stata attuata: in particolare, si parlava del miglioramento della rete dei servizi con interventi infrastrutturali, compresa la realizzazione di nodi di scambio gomma-ferro; della attivazione della metropolitana leggera, con un uso intensivo del treno tra le stazioni di Sassa e Onna-S.Gregorio (Rfi ha comunque realizzato le nuove fermate di Sassa Nsi-Aquilone-Bazzano-San Gregorio, con la soppressione dei passaggi a livello); di progetti di servizio a chiamata per gli anziani; di interazione della società per la mobilità Ama con la società di trasporto regionale Tua spa e con il Centro turistico del GranSasso; della redazione del progetto 'Movida sicura', con il coinvolgimento del servizio taxi cittadino; del potenziamento del collegamento tra L’Aquila e Roma, anche attraverso la ferrovia.

Passi in avanti, sebbene ancora timidi, sono stati fatti per la "mobilità pedonale nel centro storico": sono diventate permanenti le zone a traffico limitato (ztl) e le aree pedonali urbane (apu) del centro storico istituite la scorsa estate in via temporanea e sperimentale. Siamo all'anno zero, invece, nelle periferie e nelle frazioni.

L’Amministrazione sta dando seguito, inoltre, al proposito di realizzare il parcheggio di scambio per gli autobus nella zona ovest della città, in corrispondenza con il motel Amiternum.

Drammatico lo stallo, invece, per ciò che attiene la pianificazione urbanistica. Leggiamo dal programma di mandato: "Il nuovo Prg sarebbe dovuto essere il presupposto per poter riorganizzare il territorio nell'immediato post-sisma. Una nuova pianificazione urbanistica avrebbe dovuto affiancare il piano di ricostruzione dell'Aquila e diventarne parte integrante, estendendo l'idea di città anche alle periferie. Invece si è scelta la logica del 'com'era, dov'era' senza slanci e senza un sogno di effettiva rigenerazione urbana in un'ottica di resilienza". E ancora: "L’iter del nuovo Piano Regolatore procede stancamente, sottovalutando la condizione di una città che si è allungata a dismisura, che si è polverizzata rispetto ai suoi centri tradizionali di aggregazione, che ha conosciuto il fenomeno dei manufatti provvisori e che ha sparpagliato le funzioni. Il nuovo Piano dovrà prevedere innanzitutto una ricucitura infrastrutturale del territorio: più di uno studio condotto sui giovani aquilani evidenzia come la lunghezza dei percorsi e i tempi di percorrenza necessari per raggiungere le destinazioni di interesse per il tempo libero sono insostenibili in rapporto all'offerta resa dai servizi. La nostra idea è che il nuovo Prg non debba essere solo un piano teso a sistemare situazioni già precostituite, ma vada pensato quale necessario supporto allo sviluppo delle politiche economiche e alla ricostruzione del tessuto sociale della città, contenendo al massimo il consumo di suolo rifunzionalizzando l'esistente, promuovendo l'efficienza energetica, la produzione di energie alternative e l'utilizzo di nuove tecnologie".

Rispetto agli annunci, non si è fatto alcun passo in avanti verso la redazione del nuovo Prg: è rimasto tutto com'era e dov'era, appunto.

Dello stato della ricostruzione delle frazioni, dei centri storici in particolare, abbiamo detto; va aggiunto che non è mai stata istituita la delega specifica per il territorio, che doveva rappresentare l'intenzione della città di "aprirsi alle istanze delle frazioni e dei Comuni limitrofi per porre le basi di una seria ed efficace politica di rilancio dell’intero comprensorio". Qualche passo in avanti si è fatto, invece, verso la trasformare delle delegazioni in veri e propri Uffici per le relazioni con il pubblico (Urp).

Arriviamo così al patrimonio pubblico, costituito dal progetto C.a.s.e. e dagli immobili oggetto di riacquisto equivalente. "Uno dei problemi che la prossima amministrazione dovrà affrontare è proprio l’utilizzo e la gestione di questo enorme patrimonio", si legge nel programma di mandato; "la prima azione dovrà essere quella di compiere una ricognizione della situazione debitoria del Comune collegata al progetto C.a.s.e. al fine di ridurre l’impatto negativo sulla utilizzazione dell’avanzo di gestione del Comune, che ad oggi è impiegato per i debiti contratti per la mancata riscossione di bollette e canoni di locazione": ebbene, dal giorno dell'insediamento l'esposizione debitoria è persino aumentata, un vero e proprio buco nero che, a maggio 2020, si attestava ad oltre 15 milioni di euro.

Leggiamo ancora: "La gestione e l’utilizzazione futura del complesso dovranno essere argomento di discussione con il governo nazionale per ricontrattare le modalità attraverso le quali gli insediamenti sono stati inopinatamente acquisiti al patrimonio comunale"; di nuovo, passi in avanti non se ne sono fatti se non per l'intuizione di destinare una parte del progetto Case alla costituenda scuola di formazione dei Vigili del Fuoco che troverà una delle sue tre sedi nazionali all'Aquila. Per il resto, si naviga a vista.

Chiusi in un cassetto anche i progetti di riqualificazione urbana, di "sperimentazione urbanistico-architettonica su porzioni di territorio significative come, per esempio, nel caso del quartiere di Valle Pretara e del complesso dell'edilizia residenziale pubblica di San Gregorio, oggi luoghi abbandonati", che pure erano stati promessi.

Un velo pietoso va steso sulla gestione dei rifiuti, considerato pure che la Tari all'Aquila è tra le più alte d'Italia per le famiglie. L'amministrazione metteva nero su bianco che "la qualità urbana e ambientale non può prescindere da una corretta gestione dei rifiuti: attualmente nel territorio comunale dell'Aquila il livello di raccolta differenziata è al 36%, molto al di sotto dell'obiettivo fissato per legge del 65%". Oggi, siamo agli stessi livelli di tre anni e mezzo fa. L'obiettivo era di estendere il sistema di raccolta porta a porta sull'intero territorio comunale per evitare 'zone franche' di abbandono indiscriminato di ingombranti, inerti e rifiuti pericolosi: non è stato colto. 

Si sono fatti passi importanti, invece, verso l'allargamento del raggio d'azione di Asm su altri comuni del circondario (ad entrare nel capitale sociale sono stati i comuni di Montereale, Capitignano, Campotosto e San Pio delle Camere).

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Capitolo 4: Sviluppo

Resta aperta la partita sul 4% dei fondi per la ricostruzione destinati allo sviluppo economico: sulla questione, però, il dibattito cittadino è all'anno zero. Ciò che si può dire è che non è stato istituito "un ufficio dedicato ai bandi comunitari, in collaborazione con Confindustria, Ance, Sindacati, Api, Confcommercio e Università", come era previsto nel programma di mandato. E non è stata neanche ricontrattata in sede comunitaria europea la zona franca urbana, altra promessa di campagna elettorale.

L'amministrazione comunale si è mossa, invece, per ricovertire l'aeroporto dei Parchi di Preturo "ad usi e vocazioni più attinenti al territorio, abbandonando inutili velleità civili prive di sostenibilità economica", così come aveva previsto di fare; nei mesi scorsi, dopo un lungo contenzioso col vecchio gestore, lo scalo è stato dato in affidamento alla Sunrise Aviation

E' rimasto un 'sogno di mezza estate', invece, il così detto 'compra aquilano': da intenzioni dell'amministrazione, ci si proponeva di istituire un fondo comunale che garantisse un credito virtuale; una sorta di moneta parallela scambiabile anche tramite app per smartphone. Tale credito sarebbe stato utilizzabile solo per acquisti all'Aquila e nelle frazioni, presso esercenti del posto, per sostenere l'economia locale.

Proseguiamo con l'analisi del programma di mandato. "Lo sviluppo dell’Aquila e del suo territorio passa anche per la capacità di reinventarsi la vocazione e la destinazione di importanti strutture pubbliche e private oggi poco o per nulla utilizzate come il complesso di Collemaggio, la caserma 'Rossi', l'ex Sercom, la Reiss Romoli": ebbene, la Reiss Romoli è stata acquisita da privati sebbene l'intenzione dichiarata fosse di agevolarne l'acquisizione pubblica, ricorrendo a fondi Inail non ancora utilizzati; per ciò che attiene la caserma Rossi la vocazione è stata individuata, a valle di una lunga trattativa con l'Agenzia del Demanio, il Ministero della Difesa e il Provveditorato interregionale per le Opere pubbliche ma siamo ancora lontani dall'avvio dei lavori. Dell'ex complesso di Collemaggio si è parlato a lungo, come possibile sede di alcune funzioni comunali in particolare, ma la destinazione delle palazzine va ancora definita. Sulla ex Sercom, invece, tutto tace.

Di certo, il futuro di questi "spazi" fondamentali per il capoluogo non è stato "immaginato attraverso la partecipazione attiva dei cittadini - parole che leggiamo dal programma di mandato - con i quali andrà disegnato il progetto complessivo dell'Aquila città-territorio".

Stallo anche per ciò che attiene lo sviluppo del Gran Sasso.

Biondi in campagna elettorale, da candidato sindaco, aveva sottoscritto la 'Carta del Gran Sasso' proposta dalle associazioni Save Gran Sasso e Progetto Montagna: i propositi di quel documento si ritrovano nel programma di mandato. Ma non si è dato seguito alle indicazioni che dalla 'Carta' provenivano. Non si sono fatti passi avanti verso la revisione del perimetro dei Sic, non si è data attuazione al Piano speciale territoriale Scindarella-Montecristo.

Ad ottobre 2018 è stato presentato il progetto di restauro dell'albergo di Campo Imperatore: si spera che i lavori possano partire in primavera dopo che il Comune ha deciso di farsi stazione appaltante; l'Hotel Cristallo non ha ancora un gestore (è stato usato come struttura di quarantena durante la prima ondata di coronavirus), l'ostello per lo meno, dopo i lavori di restauro avviati dalla passata amministrazione, è stato affidato in gestione ed è aperto e funzionante. 

Tutto fermo anche per le altre ipotesi progettuali abbozzate sul programma di mandato: tra le altre, la creazione di "un marciapiede che colleghi l’aria di Fonte Cerreto con quella di Montecristo" con "una pista ciclabile di fianco la strada"; un parco giochi, un parco bici e un solarium nell'area dove insiste il rifugio di Montecristo; "itinerari per le mountain bike e per il trekking nella piana di Campo Imperatore", col "collegamento della Piana, l’area dell’albergo e del rifugio Fontari, a Castel del Monte e Santo Stefano di Sessanio" riattivando tutte le strutture presenti in questa ampia zona, "in modo da creare una rete di rifugi di bassa quota, in grado di fornire quei servizi che in queste aree sono sempre mancati". Si prevedevano, inoltre, "collegamenti diretti invernali ed estivi da e verso il territorio aquilano; delle convenzioni, per dei pacchetti montagna, con la ricettività presente sulla costa nel periodo estivo, di uno o più giorni". Esiste, poi - leggiamo ancora dal programma di mandato - "tutta una fascia pedemontana che include le nostre frazioni, da Arischia a Filetto, su cui è necessario intervenire in termini di valorizzazione turistica, anche attraverso interventi infrastrutturali e di rete che ne soddisfino le ambizioni di sviluppo e ne sostengano la connessione secondo l’unicum della città-territorio". Non si è fatto nulla di tutto ciò.

 

Ultima modifica il Martedì, 12 Aprile 2022 10:40

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