"La coalizione regionale del centrodestra unito è già a lavoro per le prossime elezioni amministrative che riguarderanno ben 72 comuni tra cui Francavilla, Lanciano, Roseto, Sulmona e Vasto".
A dirlo è il segretario regionale della Lega, il deputato Luigi D'Eramo che ribadisce come il centrodestra si presenterà unito agli appuntamenti elettorali con "nomi di alto profilo e di esperienza che sapranno rappresentare al meglio le varie città con personalità, credibilità e capacità politica di rinnovamento. Un candidato unico della coalizione che sia espressione anche dei portatori sani di interessi della cittadinanza attiva e della rappresentanza economica e sociale con cui abbiamo sempre avuto una campagna di ascolto costante; un candidato unico che sarà il portavoce di un programma condiviso nonché cartina tornasole del buon governo della Regione Abruzzo".
Parole che vanno interpretate, tra le righe, oltre la formale comunicazione di unità della coalizione nelle città che si preparano al voto amministrativo.
Non sfugge il richiamo al "buon governo della Regione Abruzzo", una 'carezza' al governatore di Fratelli d'Italia Marco Marsilio che, come anticipato da newstown [qui], sta lavorando per far rientrare la crisi di maggioranza al Comune dell'Aquila; non sfugge che le parole di D'Eramo suonino come un messaggio indiretto al sindaco del capoluogo, l'ennesimo tentativo di mettere il primo cittadino con le spalle al muro stante l'indicazione del tavolo regionale di centrodestra che, oltre a ribadire l'unità della coalizione alle amministrative, ha convenuto sulla necessità di ricomporre le fratture all'Aquila col reintegro degli assessori della Lega defenestrati, e con le medesime deleghe.
Un passo che Biondi non ha ancora compiuto.
D'altra parte, il capogruppo della Lega Francesco De Santis - colui che ha aperto formalmente la crisi, con il durissimo intervento consiliare del 14 luglio scorso - giusto ieri aveva preso posizione al fianco del sindaco dell'Aquila nella polemica politica - che, per inciso, ci saremmo volentieri evitati - col primo cittadino di Avezzano Gianni Di Pangrazio. "Il futuro delle nostre due comunità, separate solo da una mezza montagna ma unite da storia e sofferenza comune, è legato a doppio filo. Le parole del sindaco di Avezzano, come bene ha sottolineato il sindaco dell’Aquila Biondi, sono figlie di una mentalità dalla quale noi ci siamo staccati da tempo. Descriverci come chiusi al territorio perché chiusi nelle mura è antistorico. Non ci sorprende che Di Pangrazio rimanga ancorato ad un campanilismo dialettale, del resto in campagna elettorale ci ha abituato ad ironie e battute poco felici sugli aquilani".
Due indizi che fanno una mezza prova.
La Lega sta mostrando un atteggiamento "responsabile", forte della volontà delle segreterie regionali dei partiti di centrodestra di risolvere la crisi all'Aquila, e forte della presa di posizione del governatore Marco Marsilio che, in prima persona, si è speso per una ricomposizione necessaria verso le amministrative per gli equilibri della sua maggioranza in Regione. E non è un mistero che la Lega stia facendo leva, anche, sui rapporti non così idialliaci tra il governatore e il sindaco del capoluogo, il primo vicino al vice presidente della Camera Fabio Rampelli, il secondo fedele alla leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni che ha relazioni piuttosto tese con Rampelli.
In realtà, un accordo sembrava si fosse trovato nei giorni scorsi: è pronto un patto di fine legislatura su alcuni punti programmatici che dovrebbe essere accompagnato da una presa di posizione formale di Francesco De Santis in Consiglio comunale; il sindaco dell'Aquila voleva le scuse, si è arrivati alla mediazione di un intervento 'pacificatore' per rinnovare la fiducia al primo cittadino e alla sua Giunta. Mancano ancora le firme sull'accordo, però: a quanto si è potuto apprendere, da qualche giorno D'Eramo si sarebbe reso irreperibile.
Intanto, Biondi si ritrova a gestire anche un'altra grana: dinanzi al reintegro dei tre assessori della Lega, infatti, si potrebbe aprire un fronte interno al suo stesso partito, Fratelli d'Italia, con la corrente che fa riferimento all'assessore regionale Guido Quintino Liris che spinge per un incarico in Giunta a Vito Colonna al posto di Vittorio Fabrizi. Certo è che sarebbe davvero difficile da giustificare agli occhi della città il defenestramento di un assessore tecnico come Fabrizi, già dirigente del Comune dell'Aquila, lungamente inseguito e corteggiato da Biondi, presentato come il "risolutore" di alcuni problemi che avevano attanagliato la Giunta nel primo scorcio di mandato, e che verrebbe rimosso dall'incarico soltanto per mere logiche spartitorie da 'manuale Cencelli', della peggiore Prima Repubblica, e non per una motivata scelta politico amministrativa.
Staremo a vedere.
Resta da aggiungere una considerazione: si dovesse arrivare davvero alla sottoscrizione di un patto di fine legislatura, il sindaco Biondi, nel rispetto del Consiglio comunale espressione di tutti i cittadini - e delle norme, verrebbe da dire - dovrebbe portare il documento all'attenzione dell'assise e modificare, poi, il programma di mandato con un voto consiliare favorevole; d'altra parte, come testimoniato da newstown [qui], il programma di mandato è in larghissima parte irrealizzato e già presentava discrepanze evidenti con gli atti assunti dall'amministrazione; la Commissione 'Vigilanza', nei pareri espressi in questi anni, non ha mancato di sottolinearlo, e di chiedere al sindaco di modificare il programma di mandato riportandolo in aula nella versione aggiornata alle politiche messe in campo in questi anni. Si dovesse sottoscrivere un patto di fine legislatura, ciò sarebbe ancora più urgente.