“Ci risiamo. Nella città posizionata ai piedi del più alto massiccio degli Appennini è caduta della neve e la stessa è sprofondata nel caos. Nessun catastrofismo. Ci è bastato uscire e “vivere” per rendercene conto”.
Così, in una nota, Potere al Popolo L’Aquila
“Può essere di stimolo andare a leggere sulle "bacheche" social degli amministratori, i quali comunicano in varie zone l'operatività di tutti i mezzi a disposizione, di fatto però non pervenuta nelle arterie principali prima delle 9:30. Una "valanga" di commenti ha travolto giustificazioni che non stanno in piedi di fronte all'impreparazione di chi di dovere. Lavoratrici e lavoratori, pensionati, genitori di studentesse e studenti, precari e disoccupati che, a volte con sagacia ma, più spesso, con malcelato disappunto sottolineano l’insufficienza e l’approssimazione del cosiddetto Piano neve”.
“Come Potere al Popolo abbiamo raccolto dati, informazioni, pareri, proteste, rabbia. Il leit-motiv è sempre lo stesso: non è possibile che in questa città di media montagna, quello che d’inverno è un fenomeno naturale e prevedibile provochi tali disagi. Forse è giunto il momento di rimettere in discussione l’idea stessa di “Piano neve” a vantaggio di un’azione diversa. E’ forse il momento di dire basta al ragionare sempre in termini di emergenza e risposta alla stessa”.
“Il giorno 8 marzo alle 13:04 - è evidenziato nella nota - la piattaforma Allarmeteo (http://allarmeteo.regione.abruzzo.it/bollettini/4481/previsioni-meteorologiche-dal-8-al-9-marzo-2021) della Protezione Civile comunicava la possibilità di neve per il giorno 9 marzo sopra gli 800 metri ma comunque teneva a raccomandare: "Al fine di garantire la salvaguardia della popolazione e la riduzione di possibili disagi, si raccomanda alle Amministrazioni comunali, tra l’altro:
di prestare particolare attenzione a sottopassaggi pedonali e veicolari nonché ad altro manufatto tendente a rapido allagamento;
assicurarsi della tempestività di intervento degli addetti in quanto potrebbero verificarsi blackout elettrici e telefonici anche prolungati;
verificare la disponibilità del proprio personale;
*verificare la disponibilità e l’efficienza di materiali e mezzi a disposizione delle stesse*;
*contattare preventivamente le eventuali ditte convenzionate per lo sgombero neve*;
*mettere in atto ogni altra misura necessaria e prevista nei piani di emergenza/piani neve*;
*assicurarsi di aver provveduto alla manutenzione di alberature*".
“In caso di nevicata - osserva Potere al Popolo - (peraltro prevista da Dip. Prot, Civile Nazionale, avviso di condizioni meteorologiche avverse n. 21026 PROT. PRE/11715 del 08.03.2021 recante: “nevicate a quote superiori a 800 mt (…) da moderate ad abbondanti”) evidentemente, il Piano neve è ormai arnese vecchio. Con tutta la città a polemizzare se gli spazzaneve sono usciti o no. Se alle otto o alle nove. E’ forse il caso, invece, di dotarsi di “modalità” operative che non aspettano che si otturi il tombino e si allaghi il quartiere. O che 15 cm di neve blocchino una città di montagna”.
“Delle modalità - spiega ancora PaP - che prevedono, anche al minimo accenno di condizioni climatiche avverse, una risposta in tempo reale che superi l’idea stessa dell’emergenza. Invitiamo gli addetti al settore a lavorare affinché efficienza, partecipazione, creazione di reti d’ascolto e interazione, monitoraggio delle eventuali criticità, che favoriscano l’opera della Pubblica Amministrazione non siano solo il solito fumo negli occhi”.
“Nell’era dei social e del “sempre connessi” non può più sfuggire, la brutta sorpresa, l’incredibile imprevisto. Nell’era che viviamo ci si aspetta da una Pubblica Amministrazione l’efficacia della risposta. Se ad Oslo o a Copenhagen ragionassero nei termini del Piano antineve aquilano gli scolari locali andrebbero a scuola da giugno ad agosto”.
“Ma c’è di molto peggio. Anche l’osservatore più distratto si sarà accorto che, oltre alla chiusura delle scuole e all’attivazione di spartineve più o meno pubblici o privati, i piani antineve non producono mai quanto di buono pur dovrebbero e potrebbero”.
“Quello che maggiormente colpisce è che questa idea fatta di “Piani e di Emergenze” è carente proprio nella parte più importante delle nostre vite, quella più vicina a tutte e tutti noi, il nostro quotidiano. Perché la stragrande maggior parte delle persone usa le proprie gambe per spostarsi. E’ carente perché non ci permette le cose della vita quotidiana, camminando per andare a fare la spesa, dal medico, al negozio, alla scuola, all’ufficio o verso qualsiasi posto di lavoro pubblico o privato che sia. Chiunque potrà notare come, all’indomani di seppur modeste nevicate, i marciapiedi e i passaggi pedonali siano impraticabili. Letteralmente. E dunque ben si vede come, proprio nell’immediatezza delle vicende di vita quotidiana, che i tanto sbandierati Piani neve siano fallati e fallaci”.
“Evidentemente bambini in passeggino od anziani, così come esseri umani con sedie a rotelle possono interessare poco a lor signori. Li sfidiamo a camminare oggi stesso, ora, per i marciapiedi che portano al cimitero a per la stessa via Strinella. Magari - conclude la nota- riuscirebbero a capire che è ora di porsi al “servizio” del popolo".