“Il Presidente Marsilio continua a utilizzare il Consiglio regionale alla stregua di uno strumento di propaganda, da sfruttare alla bisogna. Non solo, la cosa realmente preoccupante è che sembra non leggere nemmeno le raccomandazioni del Ministero della Salute. Le sue parole di oggi, con cui afferma come non ci siano falsi negativi ai test rapidi, vanno in contrasto con quanto scritto in una Circolare ministeriale del 15 febbraio scorso, nella quale si mette nero su bianco questa possibilità, da cui nasce l'esigenza di informare la cittadinanza a mantenere le stesse identiche precauzioni contro il Covid anche qualora il test risultasse negativo. Sono cose che il Presidente Marsilio sembra ignorare. Per questo, depositerò una ulteriore interpellanza per sapere su quali basi possa aver fatto un'affermazione del genere, in direzione opposta rispetto alla circolare ministeriale, quali dati abbia analizzato e quale comparazione sia stata fatta”.
Ad affermarlo è la capogruppo M5S in consiglio regionale Sara Marcozzi, che prosegue: “Dopo essere fuggito per un mese alle nostre domande, mette in atto un'azione di mistificazione della realtà, lanciando accuse prive di fondamento che sono costretta a smentire in toto. Nessuno del MoVimento 5 Stelle ha mai negato l’utilità degli screening di massa sul territorio, ma abbiamo evidenziato le criticità sugli strumenti utilizzati. Ciò che abbiamo sempre chiesto è che si rispettassero le prescrizioni ministeriali e che, specialmente laddove non si possano organizzare controlli con i più affidabili tamponi molecolari, venisse pianificata una campagna di comunicazione per ribadire ai cittadini risultati negativi ai test rapidi di non abbassare la guardia davanti al Covid”.
“Se l'Abruzzo – prosegue – è tra le regioni d'Italia ad aver avuto più a lungo zone rosse all'interno del proprio territorio, sarebbe il caso di porsi alcune domande sull'intera operazione di controllo. Perché se è vero che gli screening di massa servono per scovare e isolare per tempo i positivi al Covid, non si capisce come mai da mesi la nostra regione conti centinaia di nuovi casi al giorno, che sembrano calare solamente dopo settimane di chiusure prolungate su tutto il territorio, mentre parte dei fondi del Cura Abruzzo 1 per le aziende rimangono chiusi un cassetto da quasi un anno”.
“La sola certezza che rimane è che se Marsilio partecipasse più spesso ai lavori del Consiglio regionale e pensasse meno alle ospitate su tv nazionali per portare avanti la propria propaganda, forse conoscerebbe meglio cosa accade in Abruzzo. Ad esempio, mentre cerca giustificazioni economiche sull'acquisto di tamponi molecolari, potrebbe spiegare perché questa Regione, in piena emergenza Covid, abbia trovato in poche ore 6 milioni di euro per il ritiro del Napoli Calcio, soldi che avrebbero fatto molto comodo alle casse della sanità regionale. Oppure, potrebbe spiegare perché Regione Abruzzo si affidi al medesimo imprenditore sia per le campagna di comunicazione che per l'acquisto di test rapidi. Tutte questioni che rimangono in sospeso, mentre i cittadini aspettano risposte chiare e un'operazione verità definitiva”, conclude.