Giovedì, 01 Aprile 2021 13:38

Comune di Pescara, assegni alle donne che scelgono di non abortire. Insorgono le opposizioni

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Assegni alle donne che scelgono di non abortire. E’ quanto previsto dalla mozione a firma del consigliere del Comune di Pescara in quota Fratelli d’Italia Fabrizio Rapposelli e approvata ieri dal Consiglio con con i voti contrari di PD, M5S e liste civiche di opposizione.

Nello specifico la mozione impegna il Comune a istituire un fondo che eroghi assegni alle donne che scelgono di non abortire. Una proposta che rappresenta un attacco al diritto di autodeterminazione delle donne e che ha suscitato la protesta dell’opposizione e dei movimenti femministi.

Giovani democratici: “Dalla destra pescarese ennesimo schiaffo reazionario alla libera scelta delle donne”

“È gravissimo e degradante - afferma il segretario regionale dei Giovani Democratici Claudio Mastrangelo - che per l’ennesima volta in questa consiliatura la destra utilizzi dei mezzucci mascherati da falsi buoni sentimenti per attaccare in maniera reazionaria la Legge 194 e la libera scelta delle donne. Se si vuole stare davvero dalla parte delle donne e contemporaneamente incentivare la natalità in calo, piuttosto da una parte si incentivino i consultori e le iniziative di educazione sessuale nelle scuole per formare una consapevolezza alla sessualità nelle giovani generazioni, e dall’altra si proceda a una verifica dell’adeguatezza della spesa sociale del Comune per le famiglie pescaresi, come ampiamente chiesto dal centrosinistra a fronte della crisi generata dalla pandemia”.

Sulla stessa linea il segretario provinciale Lorenzo Marinari. “La destra di FdI cerca di nascondere l'intento di aggredire la legge sull'aborto con il contrasto alla denatalità. Vanno adottate misure concrete e strumenti adatti al sostegno alle nascite, non iniziative che umiliano coloro che ricorrono all’aborto. Non possiamo permetterlo - continua Marinari - per rispetto verso le donne di oggi e di ieri e verso le battaglie condotte e che continueremo insieme a condurre per ridurre ogni tipo di disparità”.

All’attacco anche Irene Bizzarri, vicesegretaria regionale dei GD e responsabile per le politiche di genere. “I tentativi di disincentivare la libera scelta sull'aborto attraverso una somma di denaro sono deplorevoli e richiamano l'immagine che della donna ha la destra. Per loro, le donne sono persone fragili, non autonome e, a quanto pare, facilmente corruttibili rispetto a scelte di vita così importanti. Fratelli d’Italia, che governa oltre che a Pescara anche in Regione, dovrebbe preoccuparsi piuttosto di applicare la Legge 194 garantendo a tutte le donne la possibilità di decidere sul proprio corpo, dato che in Abruzzo questa possibilità è negata dalla mostruosa percentuale dell’80,7% di ginecologi obiettori di coscienza”.

Per il segretario del circolo di Pescara Area metropolitana Walter Verrigni la mozione Rapposelli è solo una misura spot utile alla propaganda antiabortista. “Per contrastare la denatalità - dichiara - se i consiglieri di maggioranza avessero un po’ di onestà intellettuale, punterebbero a incentivare l’occupazione femminile e a porre in essere misure di sostegno alle famiglie in difficoltà integrando e potenziando quanto già previsto a livello nazionale, invece che puntare sulla propaganda reazionaria”.

“La correlazione fra aborto e denatalità, peraltro, è una fantasia creata dalla propaganda dell’estrema destra” conclude la vicesegretaria provinciale Alice Colangeli. “L’aborto non è un comportamento da stigmatizzare e disincentivare economicamente, ma anzi la libertà delle donne di avere o non avere un figlio è l’unico mezzo che consente davvero a chi nasce di crescere in un ambiente familiare sano e idoneo sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista sociale sia soprattutto dal punto di vista dell’amore. Sul corpo e sulla vita delle donne devono decidere le donne, e non il Comune di Pescara”.

Collettivo Zona Fucsia - Abruzzo: "Obiettivo è garantire fondi pubblici ad un'azienda privata"

“Troviamo sminuente e sconsiderato il provvedimento del Consiglio comunale di Pescara approvato ieri dalla maggioranza di destra, di barattare una legittima scelta delle donne con un "incentivo economico a chi rinuncia ad abortire" che svela l'ennesima azione di natura clientelare atta a garantire fondi pubblici ad una azienda privata”.

E’ quanto scrive in una nota il collettivo femminista Zona Fucsia - Abruzzo.

“Riteniamo fondamentale un supporto alle donne che vogliono intraprendere una interruzione di gravidanza, senza far leva su manipolazioni emotive ed economiche che limitano il diritto ad autodeterminarsi. Servono piuttosto scelte politiche adatte a garantire certezza per le donne nell'ambito lavorativo, presenza di nidi pubblici su tutto il territorio, affitti sostenibili per le famiglie in difficoltà”.

“Respingiamo quindi in toto questa misera proposta di cui farebbero le spese donne, bambine e bambini che potrebbero venire al mondo in contesti non adeguati o in condizioni limite dove nessun partito, comune, istituzione potrà intervenire”, conclude il collettivo.

Coalizione civica Pescara: “La 194 non si tocca”

“La  proposta votata dalla maggioranza di centrodestra del Comune di Pescara denota, se ce ne fosse ancora bisogno, la lontananza estrema di questi esponenti politici dalla realtà che tutta la cittadinanza vive”.

Lo scrive in una nota Coalizione civica Pescara.

“Una mozione a dir poco inconsistente dal punto di vista economico e di proposte e che non manca di discriminare e attaccare, anche se indirettamente, il diritto delle donne ad abortire (si legge nel testo: "la Giunta si impegna ad attivarsi in particolare, programmare interventi straordinari per fornire un sostegno economico e sociale alle donne in procinto di abortire)".

“Nel 1930 la popolazione mondiale era di 2 miliardi, raddoppiando nel 1975, arrivando a 6 miliardi nel 1999. Oggi siamo più d i 7 miliardi. Inoltre, l'ultimo rapporto Svimez del 2019 sulla popolazione italiana classifica l'Abruzzo al primo posto tra le regioni italiane che "perdono" popolazione giovanile laureata, la cosiddetta emigrazione intellettuale. Se si volesse davvero sostenere la maternità basterebbe copiare le politiche francesi a riguardo: supporto al lavoro femminile, aumento sostanziale dei nidi pubblici, adeguate politiche abitative per le giovani coppie, sostegno concreto alle madri single, congedi parentali, trasformazione culturale della mentalità vetero patriarcale di metà della popolazione ancora "non abile" a svolgere la propria parte di lavoro domestico”.

“Fra tutte queste azioni per sostenere la "Vita già nata" - conclude Coalizione civica - continua poi a sfuggirci l'utilità di una Festa della famiglia (luogo in cui avviene la maggior parte delle violenze private), funzionale unicamente al travaso di soldi pubblici in aziende private”.

Ultima modifica il Giovedì, 01 Aprile 2021 13:56

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