Venerdì, 30 Luglio 2021 08:20

Tribunali minori, salta la proroga al 2024. Marsilio: "Schiaffo all'Abruzzo"

di 

Avevano festeggiato tutti, dal Pd a Forza Italia, dal Movimento 5 stelle a Italia viva passando per i sindacati; persino Fratelli d'Italia, pure dall'opposizione, aveva salutato con favore l'approvazione all'unanimità, nelle Commissioni congiunte Giustizia e Affari costituzionali del Senato, dell'emendamento a prima firma Gianluca Castaldi (M5s) che prorogava di due anni la soppressione dei tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, fino al settembre 2024. 

E invece, con un colpo di spugna il governo ha cancellato la proroga. 

D'altra parte, si sapeva che la ministra della Giustizia Marta Cartabia era fortemente contraria al provvedimento; tuttavia, non ci si aspettava un intervento a 'gamba tesa' dell'esecutivo.

Un caso 'unico', una ingerenza che va oltre la prassi.

Di fatto, nel corso della discussione in Senato sul decreto legge 80 del 9 giugno scorso, recante misure urgenti per il 'rafforzamento della capacità amministrativa e delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del PNRR e per l'efficienza della giustizia', dal maxiemendamento presentato è stata stralciata dalla presidente Elisabetta Casellati, per estraneità, la parte relativa ai presidi di giustizia abruzzesi; alcuni parlamentari sono insorti, richiamando l'unanimità raggiunta in Commissione e sottolineando, altresì, come fossero stati accolti altri emendamenti non pienamente attinendi al provvedimento in discussione. 

Castaldi ha parlato di "abuso di potere"; il senatore dell'Udc Luigi Vitali di "invasione di campo dei burocrati ministeriali".

Tutto inutile. 

In piena notte, il senato ha votato la questione di fiducia con 168 voti favorevoli e 9 contrari (alcuni senatori abruzzesi non hanno partecipato al voto); dunque, al momento i presidi giudiziari di Avezzano, Sulmona Lanciano e Vasto, chiuderanno a settembre del 2022, a meno che non intervenga un disegno di legge estivo a rimettere a ruolo la proroga.

A questo punto, pare davvero improbabile.

Durissimo il commento del presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio: "Lo stralcio della proroga dell’apertura dei tribunali minori abruzzesi è stato uno schiaffo all’Abruzzo e alla democrazia. E’ chiaro da come si sono svolti i fatti che non è stata una questione di tecnicismi ma che dietro la inammissibilità decretata dal Presidente del Senato c’è stata una evidente volontà politica del Governo".

La ministra Cartabia aveva già espresso il suo parere contrario in Commissione Giustizia e ciononostante l’emendamento era stato approvato all’unanimità. "La Ministra non si è rassegnata e ha messo in campo tutta la sua forza e le sue relazioni per sbarrare questo emendamento e la strada dell’approvazione in Aula", l'affondo di Marsilio; "già ieri nel pomeriggio, nel corso della riunione dei capigruppo in Senato, la Presidente aveva rappresentato ai Gruppi che su questo emendamento vi era una richiesta di stralcio. Fonti parlamentari parlano di un interessamento diretto del Quirinale anche a seguito della recentissima lettera alle Camere per richiamare il Parlamento a non varcare certi limiti nella conversione in legge dei decreti. Tutti i gruppi hanno respinto questa richiesta e a quel punto si è provato con il tipico argomento della copertura finanziaria, cercando di affossare l’emendamento in Commissione Bilancio".

Anche la Commissione Bilancio, però, ha respinto questo tentativo "individuando le coperture necessarie e riapprovando un’altra volta all’unanimità l’emendamento. A quel punto non è rimasto altro che assegnare al Presidente del Senato l’ingrato compito di dare esecuzione al diktat, dopo che per tutta la giornata negli ambienti istituzionali era circolata la voce che il Quirinale avrebbe rinviato alle Camere il Decreto se non fosse stato ripulito nei provvedimenti ritenuti estranei, compreso questo dei tribunali. Come possa definirsi estranea una norma sui tribunali quando il decreto parla di semplificazione della giustizia è un mistero".

Marsilio chiarisce di aver avuto diretta conferma di una ferrea volontà politica di non approvare la proroga per ragioni di merito dalla voce della stessa ministra Cartabia che ha avuto modo di incrociare a tarda sera al Quirinale al termine del concerto diretto dal Maestro Muti; "non mi sono fatto scrupolo di avvicinarla per chiederle di rivedere la propria contrarietà, alla luce dell’unanime volontà del Parlamento e del territorio, ma non c’è stato nulla da fare. La ministra Cartabia in maniera cortese ma determinatissima mi ha detto chiaramente che non intendeva assecondare questa spinta alla proroga dei tribunali abruzzesi nel timore che potesse fungere da esempio per tutti gli altri tribunali soppressi".

E’ arrivato quindi il momento di affrontare pubblicamente la questione visto che le scorciatoie e i sotterfugi per ottenere di volta in volta le proroghe si stanno rivelando inefficaci. "Ora pretendiamo che il Parlamento esamini il Disegno di Legge proposto dal Consiglio regionale e che tutte le forze politiche si esprimano nel merito sula soppressione dei tribunali minori. E se il caso abruzzese dovesse offrire l’occasione per riaprire la discussione dei tribunali già soppressi e sulla geografia giudiziaria nel suo complesso non potremmo che essere onorati di aver fatto da apripista. Quella di ieri - conclude Marsilio - è stata una brutta pagina nella storia della democrazia parlamentare. Un emendamento due volte approvato all’unanimità, in due diverse commissioni, è stato gettato nel cestino per volontà di un Governo che non era stato capace di convincere neanche uno dei parlamentari che fanno parte della sua maggioranza a sostenere le sue convinzioni. E’ un metodo autocratico, molto pericoloso e mi auguro che il Parlamento torni a riappropriarsi della piena potestà legislativa".

Pezzopane (Pd): "provvedimento di proroga va subito recuperato".

"Quanto avvenuto in Senato lascia senza parole. La decisione della presidente Casellati di stralciare dal maxiemendamento della fiducia l’emendamento della proroga dei tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, è ingiusta e lascia attoniti. Giunge inaspettata, visto che tutto procedeva per il meglio. L’emendamento era stato votato in commissione per due volte, sia come singolo che nel maxi emendamento, con tanto di bollinatura della Ragioneria. Quindi la proposta era valida, condivisa all’unanimità e con adeguata copertura bollinata dal Mef. La motivazione data dalla presidente per l'inammissibilità, e cioè che era estraneo alla materia, è francamente non condivisibile. In tal caso, infatti, l’emendamento poteva essere dichiarato inammissibile già a monte e senza fargli compiere l’intero iter parlamentare. La proroga dei tribunali fino a settembre 2024 sarebbe stata un'importante boccata d'ossigeno per la giustizia, per i territori, per la qualità del servizio. Adesso è necessario che il governo e le Camere si impegnino al più presto per recuperare l’emendamento e approvarlo nel primo provvedimento utile, eventualmente anche con legge ordinaria visto che abbiamo trovato la copertura, la congruità del testo e l’unanimità della politica".

Così Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, appena appresa la notizia della decisione assunta dalla presidente del Senato di dichiarare inammissibile l’emendamento che prorogava i tribunali d’Abruzzo fino a settembre 2024.

Ultima modifica il Venerdì, 30 Luglio 2021 14:45

Articoli correlati (da tag)

Chiudi