Lo ha detto molto autorevolmente Edmondo Bruti Liberati, il 23 giugno scorso sul Sole24ore, a proposito della fondamentale riforma della Giustizia indispensabile per il Paese ma anche per ottenere la disponibilità e l’utilizzo delle enormi risorse europee stanziate dal programma Next Generetion EU per la ripresa economica e sociale post Covid.
Il prestigioso magistrato, accademico ed ex Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati a proposito della “geografia giudiziaria” ha scritto: “…Il Tribunale sotto casa non ce lo possiamo più permettere. La riforma Severino è rimasta incompiuta. Per le Corti di Appello il principio è quello di una per regione. Ma la Sicilia ne ha quattro: Palermo, Caltanissetta, Messina e Catania; la Puglia ne ha tre: Bari, Lecce e Taranto. Se due Corti sono sufficienti per macroregioni come Lombardia e Campania altrettante dovrebbero bastarne per Sicilia e Puglia. È stato insensato mantenere un Tribunale in ogni capoluogo di provincia, tanto sono diversificate le situazioni. Per la revisione non si partirebbe da zero: vi è la proposta della Commissione Vietti del 2016 e il ministero della Giustizia dispone di tutti i dati aggiornati necessari. Vi è almeno una ventina di piccoli, troppo piccoli, tribunali in Italia che per le loro ridotte dimensioni non sono in grado di garantire efficienza, ed entrano in crisi quando sopravvengono emergenze…”
Questo è il quadro del confronto in atto a livello nazionale. "La discussione sulla razionalizzazione e l’efficienza del sistema giudiziario deve vedere al centro i diritti dei cittadini", sottolinea il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci: "servono dunque – insieme a leggi chiare e norme adeguate – utili investimenti organizzativi e funzionali (con personale adeguato, strumentazioni e tecnologie) che rendano i processi più celeri e più giusti. Tutelando ovunque possibile i presìdi territoriali esistenti. Su questo tutti ci dobbiamo impegnare".
Se invece la discussione torna periodicamente e inutilmente su vecchie proposte di doppioni, l'affondo di Pietrucci, "si rischia di trascurare il vero obiettivo di una 'giustizia giusta' e di riaprire dannose polemiche politiche territoriali. Evitiamo – lo chiedo a tutti – di perdere tempo ed energie su 'sedi distaccate' di Corti d’Appello e cerchiamo insieme le proposte migliori affinché le scelte di Governo e Parlamento consentano di rafforzare l’intero sistema giudiziario abruzzese".
Chiaro il riferimento alla proposta di legge per l'istituzione di una sezione distaccata della Corte d'Appello dell'Aquila a Pescara: nei giorni scorsi c'è stata la prima riunione della commissione Giustizia della Camera sul provvedimento di cui è relatore il deputato abruzzese Anrea Colletti (L'Alternativa C'è). "Alcuni anni fa - sottolinea Colletti - avevo proposto una legge per l'istituzione della sezione distaccata; la proposta, però, è rimasta ferma a lungo nei cassetti, con il relativo iter che non era mai partito. Ora finalmente è iniziata la discussione, nell'ottica della riorganizzazione della geografia giudiziaria. L'obiettivo dell'istituzione di una sezione distaccata della Corte d'Appello a Pescara è quello di rendere un servizio alla cittadinanza. Allo stato attuale, infatti - ricorda il deputato - si fanno spostare centinaia di persone da una città all'altra, con tutto ciò che questo comporta, a partire dai costi maggiori".
Parole che hanno acceso la polemica. "La sede della Corte d’Appello è stata istituita a L’Aquila, capoluogo della Regione Abruzzo, pertanto è qui che deve svolgere le sue funzioni giuridiche", la presa di posizione del Presidente del Consiglio comunale Roberto Tinari. "Eventuali sedi distaccate non avrebbero senso in ragione di risorse che andrebbero investite sul rafforzamento del sistema giudiziario e non del patrimonio immobiliare. Qualche tempo fa, in veste di collega e in qualità di Presidente del Consiglio comunale del capoluogo, ho sollecitato tutti i componenti dell’Ordine degli Avvocati dell’Aquila sull’argomento che ciclicamente torna alla ribalta distogliendo l’attenzione dalle vere criticità che vive il sistema giudiziario. Invece di proporre doppioni, bisogna rafforzare i presidi giudiziari già esistenti con leggi funzionali e risorse adeguate per affrontare le criticità attualmente in atto, dalla carenza di personale specializzato alla gestione interminabile dei processi".
La proposta di legge, che interviene sul distretto della Corte d’Appello dell’Aquila, istituisce la sezione distaccata di Pescara con giurisdizione sul circondario dei tribunali di Pescara e Chieti: "si tratta di una proposta inammissibile cui tutte le forze politiche, parlamentari e associazioni, devono opporsi in modo congiunto e responsabile, senza favorire accordi sotterranei con Pescara", la stoccata di Tinari.