Insiste il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi sulla necessità di trasferire i pazienti covid delle terapie intensive nel così detto 'Covid Hospital' di Pescara, inaugurato nel maggio scorso, a seguito di un investimento pubblico di 11 milioni, per svolgere funzione di hub per l'emergenza sanitaria.
Dopo il duro 'botta e risposta' con Alberto Albani [qui], referente regionale per le maxi emergenze sanitarie, che ha bocciato la sua proposta, Biondi ha tenuto a ribadire che ci sono "circa cinquanta pazienti oncologici, già preospedalizzati – di cui molti provenienti da fuori regione – che attendono di sottoporsi a un intervento che necessariamente dovrà svolgersi entro il mese di settembre. Non è più possibile prolungare una sospensione di attività determinanti per la qualità della vita dei cittadini, congelate a causa della crisi pandemica".
Anche per questo motivo, spiega il sindaco dell'Aquila, presidente del Comitato ristretto dei sindaci della provincia dell'Aquila, "ho fatto appello affinché tutti i malati covid in terapia intensiva siano concentrati presso il Covid hospital di Pescara, centro di riferimento abruzzese, così come, in colpevole ritardo, auspicato dal Pd stamattina [qui]. Sempre più spesso, infatti, accade che gli sia data la sveglia su quanto accade nel mondo reale, per di più su un tema delicatissimo e prioritario come quello della salute pubblica. Destati dal loro torpore, Stefania Pezzopane e Massimo Cialente, si sono finalmente accorti di una necessità non più rinviabile".
Aprire un modulo, come il G8, per soli sei utenti, richiede la presenza di cinque anestesisti, almeno dieci infermieri e quattro operatori socio-sanitari. "Impegnare questo personale con ospedalizzati Covid implica la distrazione da altre incombenze con conseguente differimento di attività determinanti per la salvaguardia dei livelli assistenziali. Anche l'assunzione di nuove unità lavorative è complessa: anestesisti e infermieri sono molto ricercati e neanche con bandi di concorso e avvisi si riesce a reperirli. Una delle criticità messe in luce dalla crisi pandemica è la cronica carenza di personale nei nosocomi, acuita in Abruzzo dal blocco del turnover all’80%, stabilito dalla precedente amministrazione regionale. All’onorevole e all’ex sindaco, parte integrante della coalizione che ha nominato Albani, attuale responsabile della struttura per l’emergenza sanitaria, piace creare confusione per evitare i problemi che la giunta D’Alfonso non è riuscita a risolvere in cinque anni, a partire dalla rete sanitaria e dall’ottimizzazione dei servizi, passando per la mancata attuazione del piano assunzionale e le carenze infrastrutturali lasciate in eredità all’ospedale dell’Aquila e al territorio: lacune che la maggioranza di centrodestra sta colmando passo dopo passo".
Nell’ospedale aquilano, infine, entro ottobre, dovrebbero terminare i lavori della nuova ala interna dedicata ai pazienti Covid, a fianco alla sala operatoria del reparto di Rianimazione che garantirà una discreta autonomia: "il trasferimento nella struttura pescarese sarebbe una soluzione temporanea, non a tempo indeterminato", assicura Biondi.
Al primo cittadino ha replicato, a stretto giro, Massimo Cialente, referente regionale Salute del Pd. "Capisco tutto, anche la necessità di rispondere alle polemiche politiche, ma serve stile. Se giochi in serie A devi conoscere i fondamentali quali stoppare la palla o fare un lancio di 60 metri. Se giocavi in Prima categoria, evita di stoppare, anche se per caso sei entrato in campo. Il sindaco Biondi alza un polverone per coprire mesi e mesi di silenzio, suoi e del suo partito e del centro destra sulla vicenda Covid, a partire dalle responsabilità della fase pandemica di ottobre che colpì la nostra provincia. Lui ha difeso la scelta del covid hospital di Pescara e le scelte successive - ricorda Cialente - nei giorni in cui noi segnalammo i limiti e rischi (e le vere motivazioni) di quella scelta. Ora è dovuto uscire perché obbligato da un medico della sua maggioranza", l'affondo dell'ex sindaco dell'Aquila.
"Sappia che i malati oncologici sono più di cinquanta", rintuzza Cialente. "I cinquanta sono in attesa presso solo uno dei nostri reparti chirurgici. Circa la vicenda organici è così disinformato che ignora la vicenda del piano di rientro. Sulla riorganizzazione della rete ospedaliera stesa dalla Verì avremo tempo di parlarne. È un'altra vergogna, ennesima sveltina elettorale, che pagheremo gravemente. Comunque il sindaco ha aperto finalmente bocca. Aspettiamo gli altri giovani leoni del centrodestra aquilano".