Nei giorni scorsi avevamo raccontato la difficile quotidianità nel progetto Case di Sassa NSI, dove l'amministrazione attiva intende realizzare il centro di formazione nazionale dei Vigili del fuoco trasferendo altrove 150 famiglie [qui l'approfondimento]; nei mesi scorsi eravamo stati, invece, a Cese di Preturo, per mostrarvi lo stato d'abbandono in cui versano le palazzine post-sisma sgomberate a seguito del crollo di un balcone [qui].
A qualche chilometro di distanza, però, la vergogna si trasforma in sgomento camminando tra le piastre evacuate a seguito dell'incendio che, nel luglio 2013, più di otto anni fa, ha danneggiato alcuni appartamenti a Pagliare di Sassa.
Portoni divelti, finestre sfondate, mobili devastati; in questi alloggi, si è fatta razzìa di tutto ciò che poteva avere valore. Nei frigoriferi aperti, ci sono ancora alimenti e bevande dimenticate, si può presumere, dalle famiglie costrette a lasciare l'abitazione che gli era stata assegnata. Sui materassi, vecchie coperte che raccontano di incursioni notturne; a terra, bottiglie rotte e cicche di sigarette.
Tutt'intorno, il guano dei piccioni che rende l'aria irrespirabile.
Una scena surreale.
Sconcertante, se si pensa che a pochi metri, in altre palazzine, vivono decine e decine di famiglie costrette, d'altra parte, a sopportare la presenza del capannone ex Sercom, trasformato, oramai, in una vera e propria discarica.
Una vergogna, una situazione indegna per una città che voglia dirsi civile. Possibile che in 8 anni nessuno abbia pensato a svuotare gli appartamenti, a serrare finestre e porte per impedire che divenissero giacigli di fortuna?
Ad accendere la luce, stamane, è stato il circolo Pd di Sassa che ha organizzato un'assemblea itinerante per incontrare iscritti e residenti, denunciando "l'abbandono e la volontà di invisibilizzazione che questa amministrazione sta attuando contro le frazioni", le parole del segretario Quirino Crosta. Prima tappa a Pagliare di Sassa, poi ci si è spostati a Colle Sassa, lungo il tratto di strada crollata a gennaio, e a San Martino. "In ciascuna frazione abbiamo trovato cittadini e cittadine con cui confrontarci e da cui raccogliere nuovi spunti e nuove segnalazioni", ha aggiunto Crosta, accompagnato dalla segretaria cittadina Emanuela Di Giovambattista, dalla deputata Stefania Pezzopane e dall'ex assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano.
Il lavoro da fare è enorme, "molto del quale si sarebbe potuto evitare se si fosse fatto qualcosa in questi quattro anni. Il circolo Pd di Sassa ha elaborato una linea molto chiara sul futuro di questa parte di città, il Partito democratico dell'Aquila ha sostenuto e sostiene questo lavoro, queste proposte e questo metodo che saranno replicati nelle altre frazioni e dagli altri circoli".
Nello specifico, il circolo propone di riqualificare la ex Sercom ed il piano Case di Pagliare di Sassa realizzando qui la scuola bazionale dei Vigili del Fuoco; d'altra parte, ci sono 24mila metri quadri, 22mila di verde oltre alla palazzine post-sisma per gli alloggi; inoltre, "si deve subito bonificare il fosso delle Cese attiguo, occupato da vegetazione e dunque pericolosissimo corpo idrico che, occluso, potrebbe esondare a danno degli abitanti" ha proseguito Crosta.
Il crollo della strada provinciale di Colle Sassa "deve essere risarcito prima dell'inverno: la provincia deve impegnarsi a ricostruire la strada; parimenti, il Comune dovrebbe girare ogni frazione per toccare con mano i pericoli e il degrado di sua responsabilità e dei privati: in questo caso, a Colle Sassa vanno attivate le procedure previste per costringere il privato proprietario di un rudere e l'Enel ad eliminare il pericolo.
Chiediamo, inoltre, di recuperare la bretella che da San Martino collega a Foce di Sassa, l'unico collegamento diretto alla farmacia e ad altri servizi; gli emendamenti portati in Consiglio da Paolo Romano sono stati a tal riguardo bocciati dalla maggioranza in sede di approvazione di Bilancio". Infine, il circolo propone di riprendere gli studi di progettazione e fattibilità per la realizzazione delle fogne sulle frazioni alte, progetti che la passata amministrazione Di Benedetto alla GSA aveva avviato e che oggi giacciono nell'oblio".
L'assemblea itinerante di oggi - ha concluso Crosta - "ci ha portato sui luoghi dell'abbandono e del degrado; continueremo a fare le nostre assemblee in ogni frazione, portando in ciascuna le nostre proposte di recupero e riqualificazione".
Le piastre sgomberate del progetto Case di Pagliare di Sassa