Domenica, 28 Aprile 2013 22:16

Scelte non comuni: urbanistica 2013-2017, il nuovo Piano regolatore

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La Giunta comunale dell'Aquila, in data 15/3/2013 ha emanato una Deliberazione che viene discussa stamane in Seconda Commissione: “Attività per il Territorio e l’Urbanistica 2013-2017”. Approderà, poi, in Consiglio Comunale.

La proposta di deliberazione parte dall’affermazione che il vecchio Piano Regolatore Generale è ormai superato. In particolare, il dimensionamento degli standard urbanistici a suo tempo stabiliti (67,8 mq/abitante) sarebbe troppo oneroso per il futuro. Vale dire cioè, che per il nuovo Piano regolatore, il rapporto tra residenzialità privata e verde pubblico/viabilità/parcheggi/servizi pubblici, deve essere modificato a sfavore del pubblico. Fermo restando che su questa previsione del vecchio Piano non c’è una verifica, relativamente alla sua effettiva attuazione.

Nella proposta di Deliberazione, quali documenti programmatori del territorio, sono citati il “Piano Strutturale” del 2004 e il Piano Strategico nella sua redazione pre-sisma, e considerati come un dato strutturale gli interventi realizzati nella fase di emergenza (progetto C.AS.E., M.A.P. e M.U.S.P.), ivi compresi i manufatti provvisori realizzati da privati a norma delle Delibere comunali del 2009 (senza indicare per questi ultimi alcun criterio relativo alla loro rimozione, e senza alcun cenno alla problematica dell’abuso edilizio), quali elementi dai quali partire per la redazione del nuovo Piano Regolatore Generale. E si richiama la legge 77/2009 stravolgendone il contenuto.

La legge 77/2009 stabilisce che i Comuni provvedano alla ripianificazione del territorio e i Sindaci provvedano alla redazione di un Piano di Ricostruzione del Centro Storico. La proposta di Delibera, invece, afferma che il Comune deve predisporre il piano di Ricostruzione del Centro Storico (già approvato con Delibera di Consiglio Comunale il 9/2/2012).
Nell’ottica della proposta di Delibera, quindi, sembra che non si debba realizzare una ripianificazione del territorio, come previsto dalla Legge 77/2009 bensì, è il Piano di Ricostruzione, così come approvato dal Consiglio Comunale, che realizza tale ripianificazione. Non è la città, e le sue frazioni, da ripianificare. Ma solo il Centro; in forma diretta con la ricostruzione dei privati, o attraverso Piani Attuativi secondo la Legge Regionale 18/83.

Il Piano di Ricostruzione cioè, proprio perché fatto approvare dal Consiglio comunale e non proveniente dal Sindaco come invece chiesto dalla legge, prevede al suo interno che sia possibile e approvato, di fatto, qualunque intervento, in modo automatico e preventivo, anche in variante al Piano Regolatore Generale vigente o futuro, purchè configurato come “Piano Attuativo”. Addirittura, la proposta di Delibera qualifica come “sovraordinati” i progetti strategici di iniziativa pubblica o privata contenuti nel Piano di Ricostruzione approvato dal Consiglio comunale. E quindi non più discutibili, ma già acquisiti, e quindi da inserire all’interno del nuovo Piano Regolatore Generale. Nella impostazione della Giunta Comunale, non appare perciò chiara una gerarchia delle norme, capace di spiegare motivazioni e legittimità di tutti gli atti cui si fa riferimento, ed anzi il confondersi degli atti di pianificazione rischia di rendere l'urbanistica della città un terreno ideale per l'affermarsi di interessi parziali a discapito di quelli pubblici.

Questo riassunto degli atti normativi, e dei fatti accaduti, nella proposta di Delibera, configurerebbe, secondo la Giunta comunale, la fine del processo di programmazione della ricostruzione da parte del Comune, in attuazione della legge 77/2009 e del Decreto del Commissario Delegato n. 3/2010, evidentemente assunto tra gli atti di programmazione del territorio.Pertanto, il documento di indirizzo “Attività per il territorio e l’Urbanistica”, viene a configurarsi come “documento preliminare per il nuovo PRG”, recependo le trasformazioni post-terremoto e gli atti di ripianificazione già approvati.

A questo punto, nel merito, la proposta di Deliberazione del Consiglio comunale si propone di affidare all’Assessorato alla Ricostruzione, una sorta di delega totale. Dalla redazione di una “variante di salvaguardia” per le aree a vincolo decaduto (un Piano Regolatore nel Piano Regolatore in realtà, vista l'assoluta rilevanza in termini quantitativi del territorio comunale interessato a questo provvedimento: 7,3 milioni di metri quadrati); alla determinazione di regole e parametri per il rapporto pubblico/privato per il quale non si fornisce alcuna indicazione (se non quella già citata per cui il rapporto precedente era troppo “oneroso” per il Comune); a modalità di acquisizione di aree attraverso meccanismi innovativi che non siano l’esproprio (quali ?); alla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale (ivi compresi i beni demaniali ?); fino ai progetti per il rilancio socio-economico del territorio e alla riorganizzazione della struttura comunale, ivi compresa la costituzione dell’Ufficio del Nuovo Piano Regolatore.

Il nuovo PRG dovrebbe essere lo strumento operativo per realizzare una nuova idea di città post-sisma e dialogare costantemente con i processi di ricostruzione: è da chiedersi se il totale accentramento nelle mani dell'Assessorato alla Ricostruzione sia la strada migliore per realizzare questo dialogo.

La giunta Comunale, contraddice poi sé stessa affermando di voler procedere, con successivo atto, all’affidamento dell’incarico tecnico-scientifico, per la ripianificazione del territorio, tramite redazione del nuovo PRG.
Dunque, la ripianificazione del territorio, prevista dalla Legge 77/2009, non è tutto quanto fatto fino ad ora, ma solo ed esclusivamente il nuovo PRG? E' una domanda che meriterebbe una risposta. Oltre che comportamenti conseguenti.

La Delibera vera e propria, si sostanzia come un Programma del Comune dell’Aquila. Il passaggio dal regime commissariale, a quello ordinario, individua una serie di priorità, tra le altre:

  • Avviare la ricostruzione del centro storico, secondo quanto contenuto nel Piano di Ricostruzione: il che significa avviare tutti i “Progetti strategici”, di iniziativa pubblica, privata, e privato-pubblica, anche quando siano in variante a qualunque PRG vigente o futuro;
  • Coordinare la ricostruzione delle opere pubbliche del Comune e delle altre Amministrazioni Pubbliche ( affermazione ambigua, visto che la legge 77/2009 pone in capo al Presidente della regione Abruzzo questo compito );
  • Nella variante di salvaguardia al PRG, per le aree a vincolo espropriativo decaduto, occorre prendere atto delle trasformazioni urbane e infrastrutturali intervenute dopo il sisma;

Il modello che si sceglie per il nuovo PRG è quello della “Urbanistica operativa per progetti”, dentro moduli negoziali (urbanistica contrattata ) e partecipativi, finalizzati alla condivisione delle scelte.
Si deve procedere a partire dalla costruzione di un quadro conoscitivo (microzonazione sismica etc.), che però già preveda l’integrazione nel PRG degli interventi successivi al sisma (CASE, MAP, MUSP etc.), il che è certamente necessario, ma, forse, occorrerebbe chiarire cosa di tutto quanto sin qui realizzato si continui a considerare temporaneo e cosa no, e come rimuovere quanto considerato temporaneo. E si prevede la costituzione di un “Osservatorio della ricostruzione”. La cornice entro cui ci si muove è quella del Piano Strategico, che si definisce in corso di elaborazione, con la partecipazione dei cittadini e del partenariato aquilano, esteso ai comuni del cratere.

La ricostruzione del Centro Storico avverrebbe, sulla base delle richieste pervenute o previste (?!), secondo due direttrici: gli interventi conformi al PRG e quelli in variante, da sottoporre comunque al passaggio in Consiglio Comunale (che però li ha già approvati, nei fatti, approvando il Piano di Ricostruzione), applicando un piano attuativo di tipo negoziale, ma anche prevedendo possibili interventi autoritativi del Comune con concorsi di progettazione internazionali (il Comune, quindi, potrebbe prevedere “motu proprio”, interventi in variante del PRG: non si capisce perché tutto debba funzionare in variante, e mai secondo regole previste). In questo senso va la richiesta di risorse economiche statali per la progettazione di questi interventi: risorse economiche che sarebbero affidate a privati, che quindi potrebbero progettare con soldi pubblici interventi in variante al PRG, e realizzarli tramite le risorse pubbliche della ricostruzione, così come già delineato nei Progetti Strategici inseriti nel Piano di Ricostruzione.

Viene poi fatto un rapido riassunto, dei Progetti Strategici Urbani, individuando opere da realizzare, tra le altre:

  • Parcheggio a ridosso di Viale della Croce Rossa con percorsi meccanizzati che lo colleghino con l’ex- San Salvatore;
  • Gli immobili scolastici dismessi lungo viale Duca degli Abruzzi saranno oggetto di programmi di riqualificazione urbana e “valorizzati” (venduti?);
  • Dismissione e valorizzazione economica dell’ex Ospedale psichiatrico di Collemaggio, considerata dalla Giunta un dato acquisito, evidentemente;
  • Sede unica degli uffici comunali nell’ex autoparco integrato con servizi pubblici e privati per l’istruzione lo sport e il tempo libero (?) ;
  • Attuazione del Piano della Mobilità ( quello del 2008 ), anche attraverso una nuova linea Metrobus (?);
  • La pedonalizzazione del Centro diventa possibile realizzando un sistema di parcheggi esterni, anche provvisti di percorsi meccanizzati.

Va attuato il Piano di Ricostruzione mettendo a disposizione del Comune tutte le risorse necessarie, ivi comprese quelle che l’Intesa con il Commissario per la Ricostruzione riteneva “importi soggetti ad approfondimento”, e gli “importi degli interventi non ricadenti nella perimetrazione”: vale a dire cioè esattamente i Progetti Strategici, che quindi non hanno alcuna copertura finanziaria. E per i quali deve essere abbandonato l’agire autoritativo, in favore dell’ “attivazione di nuovi moduli concertativi e consensuali che favoriscano la realizzazione degli interventi ammessi “.

“Ciò richiede preventivamente che l’Amministrazione si doti di regole di trasparenza amministrativa tutte le volte che intraprende una azione diretta a riportare all’interno del procedimento amministrativo l’apporto collaborativo dei privati investitori, onde evitare che nei procedimenti consensuali si possano manifestare modalità di scambi ineguali tra l’interesse pubblico e quello dei privati”. Qui siamo al sublime. Perché si sta parlando di interventi giudicati strategici, fatti già votare al Consiglio Comunale, dei quali si chiede la copertura finanziaria pubblica, finanche per la fase di progettazione, senza che sia in alcun modo evidente l’apporto economico di investitori privati, ma per i quali, ex-post, ci si dovrebbe dotare di procedure di trasparenza e di salvaguardia dell’interesse pubblico.

Tra gli interventi urgenti in variante al vigente PRG vi è la famosa questione delle cosiddette “aree bianche”, per le quali va realizzata la “variante di salvaguardia al PRG” che deve prevedere, a fronte del diritto ad edificare, secondo certi indici, la cessione di una parte dell’area all’Amministrazione per finalità pubbliche. Si ripropone lo schema della “convenzione” pubblico-privato, che, come è noto, è stato sempre nel tempo attentamente monitorato dal Comune che ha sempre preteso la effettiva realizzazione dai privati di quanto convenuto.
Così come per il Centro Storico, nelle Norme Tecniche di Attuazione, immediatamente va stabilito come fare per favorire i cambi di destinazione d’uso, le rilocalizzazioni delle funzioni terziarie, pubblico-private, della ricettività turistica, degli esercizi commerciali.
Va rilevato infine, che va ripreso subito in mano il vecchio “Piano della Ricettività”, dell’ex-Giunta Tempesta per intervenire nell’area della Regione Abruzzo- Pettino-Multisala movieplex.

Vi è poi nella proposta di Delibera, tutto un capitolo dedicato alla riqualificazione e valorizzazione (cioè vendita) del patrimonio immobiliare del Comune, secondo le indicazioni della cosiddetta “spending review”. Ecco allora, come inquadrare gli interventi sul sistema scolastico già citati; o il destino del Progetto C.A.S.E., MAP e MUSP; ivi compresa la concessione a canone del diritto di superficie a privati per la realizzazione di aree polivalenti all’interno del Progetto C.A.S.E.

Questa Delibera, in sostanza, appare come un sistema utile al solo scopo di legittimare, dentro un nuovo Piano Regolatore, non solo tutto quanto avvenuto sino ad ora, sia in termini di attuazione materiale, che di costruzione normativa (comprese le Linee di Indirizzo Strategico per la Ricostruzione del 2010 del Commissario per la Ricostruzione). Ivi compresi presunti interventi strategici già surrettiziamente inseriti nel Piano di Ricostruzione del Centro Storico, votato dal Comune a febbraio 2012, privi di copertura finanziaria, che celano rilevanti interessi privati da finanziare con risorse pubbliche.
La stessa scelta di affidare tutto il nuovo PRG, all’Assessorato alla Ricostruzione, fa coincidere plasticamente l’idea di una ricostruzione contrattata, con il nuovo assetto del territorio.

A prescindere dalla possibile bontà di proposte e interventi di merito, forse non è questa la strada.

La legge 77/2009 chiede al Comune di ripianificare il Territorio. Lo strumento della ripianificazione è il nuovo PRG. Il Consiglio Comunale dovrebbe allora deliberare qualcosa di serio sulle cosiddette “aree bianche” e procedere nella ricostruzione, costruendo un dialogo costante con il futuro PRG che deve avere un’ottica ampia di coinvolgimento degli altri livelli istituzionali (comuni del cosiddetto “Comitatus”, Provincia, Regione e collocazione della città dentro assi di attraversamento Est-Ovest e Nord-Sud dell’Appennino). Senza precostituire nulla.

In questo senso, andrebbe ricalibrato il Piano di Ricostruzione dei Centri Storici, della città e delle sue frazioni, con i necessari interventi in termini di logistica della ricostruzione e di crono programma, anche per i servizi, e per gli interventi che sostanzino l’aspirazione a divenire una “ Smart City “ e una città sostenibile, in termini di risparmio energetico e di riduzione della mobilità privata. Affrontando poi una discussione seria, e di merito, su ognuno dei cosiddetti Progetti Strategici, senza darli per acquisiti.

Ultima modifica il Lunedì, 29 Aprile 2013 10:43

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