“La necessità di cogliere appieno le opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è ormai consapevolezza diffusa ed obiettivo della Regione deve essere quello di investire bene le ingenti risorse disponibili, tornare allo sviluppo ed interrompere l’andamento negativo dell'economia. Meno diffusa invece la consapevolezza dell'importanza delle risorse che il PNRR destina allo sport”.
Ad affermarlo è il segretario regionale del Psi Abruzzo Gianni Padovani.
“In effetti” osserva Padovani “lo sport viene quasi sempre declinato nella sua dimensione prettamente agonistica. Meno frequente è la narrazione dello sport come strumento di carattere economico, occupazionale e sociale. Ciò comporta, a livello politico, che lo Sport venga spesso considerato un settore a se stante, con caratteristiche proprie, quasi svincolato da un ecosistema più ampio. Al contrario, lo Sport incrocia professioni, passioni e destino di milioni di persone, in Italia e nel mondo. È un comparto produttivo a tutti gli effetti, che genera PIL, crea posti di lavoro, indotto e produce virtuosi effetti sociali. Un comparto quindi che può avere un ruolo strategico anche nel raggiungimento degli obiettivi posti dal PNRR”.
“I Comuni soprattutto hanno un ruolo rilevante per il corretto impiego dei finanziamenti PNRR e sono, nella quasi totalità dei casi (98%), anche i proprietari degli impianti sportivi. Il valore strategico degli impianti sportivi, anche ai fini della valorizzazione delle comunità locali, è molto alto e perfettamente in linea con gli ulteriori obiettivi di inclusione del PNRR”.
“Le infrastrutture sportive, in effetti, sono in grado di abbinare la tradizionale dimensione sportiva, agonistica e non agonistica, con una funzione sociale, di tutela ambientale e una ulteriore funzione legata alle dimensioni dell’innovazione e della digitalizzazione. In effetti la pandemia ha accelerato un processo di digitalizzazione che ha trovato il mondo dello sport molto impreparato ed ora dobbiamo recuperare una gestione digitale delle associazioni sportive che avrebbe dovuto verificarsi molto prima”.
“Resta pecca grave del PNRR il fatto di non considerare adeguatamente il “rischio fallimento” di migliaia di società sportive, quelle stesse che poi dovrebbero far funzionare le palestre e gli impianti che si intende realizzare. Migliaia di società sportive sono a rischio chiusura perché è da troppo tempo che sono ferme causa Covid, società che hanno fatto investimenti, acceso mutui e non sanno come pagare i debiti. Il PNRR non dà loro alcuna risposta su come ripartire”.
“Insomma lo sport, per il ruolo che ricopre nella lotta alle discriminazioni e come forte elemento di coesione sociale, oltre che come prevenzione delle malattie croniche, dovrebbe avere nei progetti PNRR una sua considerazione a tutto tondo, e non essere visto prevalentemente come impiantistica”.
“In sintesi, sommando PNRR e risorse ordinarie, dovrebbero essere tre gli obiettivi dei Comuni nei redigendi “Piani regolatori per lo Sport”: intercettare i fondi del PNRR e FESR per creare e/o rigenerare impianti sportivi e in particolare costruire/ammodernare le palestre scolastiche (strumento utile anche per combattere la piaga dell'abbandono); incentivare con adeguati finanziamenti le associazioni sportive a ripartire e svilupparsi secondo una gestione manageriale e digitale; assicurare a tutte le discipline pari dignità”.
“Lo Sport è un mondo complesso, è benessere, è socialità, è comunità. Ecco perché i Comuni devono saper approfittare del PNRR e la Regione deve metterli in grado di farlo ove non riescano. Di particolare interesse è la legge n. 55/19 (sblocca cantieri) che prevede l’obbligo per i comuni non capoluoghi di provincia di avvalersi di centrali uniche di committenza che possono essere costituite presso le unioni di comuni, le province e i comuni capoluogo, per gli appalti afferenti al PNRR”.
“Tuttavia, la legge non prevede un supporto tecnico alla gestione degli appalti comunali e qui deve aiutare l'Amministrazione regionale che può attingere alle risorse comunitarie ordinarie per aiutare i piccoli comuni a realizzare e/o riqualificare le infrastrutture sportive ed i connessi progetti per la socialità ed inclusione”.
“Si potrebbe pensare ad una struttura regionale che presti assistenza tecnica ai piccoli municipi. Anche l'Anci e l'associazionismo potranno svolgere un ruolo di facilitatori per l'attivazione delle risorse stesse, a partire dai progetti pilota già disponibili presso l'Anci nazionale nel quadro del “Piano per lo sviluppo innovativo e strategico delle infrastrutture sportive””.
“In sintesi, i Comuni abruzzesi devono investire bene le consistenti provvidenze europee in arrivo, anche per quanto concerne lo Sport, ed invertire la rotta attuale se non si vuole patire una strutturale decrescita che non deriva solo dalla pandemia ma anche dalla pandemia. Neppure un euro va rimandato indietro”.