"Ho partecipato alla cerimonia di inaugurazione del Parco della Memoria per il profondo senso delle istituzioni che nutro e per la gratitudine della presenza dello Stato in una giornata di raccoglimento e commemorazione. Purtroppo, la discutibile gestione degli eventi istituzionali che questa amministrazione ha dimostrato anche in altre occasioni è riuscita a intaccare persino uno dei pochi tessuti sociali ancora coesi in città, quello dei parenti delle vittime; molti fra loro sono stati costretti, infatti, a rinunciare alla presenza di oggi per un’offesa tanto evidente quanto intima e insindacabile".
L'affondo è del capogruppo di Italia viva, Paolo Romano.
"Il primo cittadino, occupato da sempre ad allestire scenografie personali, ha rivelato una volta di più la sua inadeguatezza; prova ne è stata l’autoincensamento su come abbia gestito la questione precari e quella della ricostruzione scolastica nel discorso tenuto davanti al premier. Stonature imperdonabili dettate da ataviche insicurezze di ruolo".
Anche la scelta di esporre su Piazzale Paoli l’insegna dell’Ufficio Speciale della Ricostruzione vicino a quella del Comune - aggiunge Romano - "stonava parecchio, almeno quanto stonava quella firma 'simbolica' che Draghi e Carfagna avrebbero dovuto apporre sul cosiddetto ultimo avvio del procedimento per la ricostruzione privata. Sono rinfrancato che anche grazie alle perplessità che ho sollevato si sia deciso di evitare quel momento inopportuno e fallace. Fallace nel metodo, nel merito e nelle tempistiche, perché la ricostruzione privata non è affatto conclusa e le frazioni ne sono una prova dolorosa, perché in USRA c’è un cesto pieno di avvìi di procedimento, perché comunque la scadenza ultima a presentare domanda è fissata al 30 settembre, non certo oggi e perchè oggi avrebbe dovuto essere solo una giornata di raccoglimento e ricordo".
Sarebbe stato "un inutile atto di sciocca vanteria" abusare della cordialità della Presidenza del Consiglio "che, in tutta evidenza - la stoccata del capogruppo di Italia viva - ha poi compreso la situazione e ritenuto di dover sopprimere dall’agenda quel momento. Resta tutta l’amarezza di una giornata che avrebbe dovuto vedere la città riunita intorno alla seppur tardiva apertura del Parco e che invece sarà ricordata per una frattura insanabile proprio con chi porta sulla spalle il peso maggiore della storia; una giornata senza passione, consumata nella freddezza di un evento gestito purtroppo molto male".