Sabato, 16 Ottobre 2021 07:43

"Mai più fascismi": in piazza a Roma 200mila persone. Le foto

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Circa duecentomila persone, secondo la stima finale dei sindacati, hanno preso parte alla manifestazione 'Mai più fascismi' indetta dopo l'assalto alla sede della Cgil di sabato scorso.

Per i sindacati confederali, piazza San Giovanni gremita di manifestanti ha rappresentato la risposta ai gravi accadimenti di sabato scorso e un’occasione per rilanciare la contrattazione con il governo. La richiesta a Draghi, che sta prendendo tempo sul cosa e come fare, è stata netta: le organizzazioni neofasciste e neonaziste siano messe nelle condizioni di non nuocere, sciogliendole per legge.

”Non è una manifestazione di parte - ha affermato dal palco il segretario generale della Cgil Maurizio Landini in risposta a quanto affermato dal leader della Lega Salvini - Questa è una manifestazione che difende la democrazia di tutti. Questo è il tema. L’attacco alla Cgil, l'attacco al sindacato è in realtà un attacco alla dignità del lavoro di tutto il Paese. E noi siamo qui non per difendere qualcuno ma per difendere la democrazia e per estenderla". 

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“E’ necessario  - ha proseguito il segretario nazionale della Cgil - costruire una rete antifascista e democratica che sia continentale. La democrazia non si esporta con le guerre, ma con il lavoro e i diritti. Ci hanno attaccato proprio per il ruolo che i lavoratori sono stati in grado di svolgere sempre nella storia. Dedichiamo questa giornata ai giovani, per dare loro la speranza di vivere senza fascismi e alle donne. Tutti insieme - ha aggiunto - dobbiamo cambiare la cultura. La violenza sulle donne la fanno gli uomini. Un uomo che compie una violenza pensa che la donna è una sua proprietà ma le persone non sono proprietà di nessuno".

"Questa piazza rappresenta tutta l'Italia che vuole cambiare questo paese - ha aggiunto -  che vuole chiudere la storia di violenza politica che colpisce tutta la società. Essere antifascisti lo si è per garantire la democrazia di tutti e i principi della nostra Costituzione, la cui applicazione deve tornare ad essere la stella polare della riforma e del rilancio del Paese”.

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Landini ha quindi commentato la notizia di altri due morti sul lavoro: un operaio 37enne della provincia di Enna, deceduto stamattina a Lanciano dopo essere stato travolto da una frana mentre lavorava in un canalone dove dovranno passare le condotte di un metanodotto, e un operaio di 47 anni di Santa Croce sull’Arno, in provincia di Pisa, morto intorno alle 11 mentre lavorava in un’azienda che vende materiali edili e ferramenta per cantieri. “E’ una strage che non possiamo permetterci - il commento di Landini - Abbiamo ottenuto una norma importante del governo ma il problema è prevenire. Per le imprese deve diventare un vincolo e non un costo la sicurezza sul lavoro”.

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Landini ha ricordato il rastrellamento del Ghetto Ebraico eseguito dalle SS naziste, con la collaborazione dei fascisti. “Il 16 ottobre del 1945 ci fu il rastrellamento del Ghetto Ebraico. Di otre mille persone deportate solo 16 sopravvissero ai Campi di sterminio: è necessario che Roma dedichi un luogo a quel ricordo in maniera tale che resti indelebile nella storia del nostro Paese".

Il leader della Cgil ha chiesto anche che si faccia "verità su Giulio Regeni". "C'è un primo atto che chiediamo che il governo faccia, con l'appoggio di tutto il Parlamento - ha aggiunto -: le forze che si richiamano al fascismo e usano atti violenti devono essere sciolte. Dalla solidarietà si deve passare all'azione concreta".

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Dal palco di piazza San Giovanni anche gli interventi di Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl e di Pierpaolo Bombardieri, leader della Uil.

"In questa piazza c'è la nuova Resistenza - ha detto Bombardieri - La Resistenza che è quella che ha combattuto il fascismo. Vogliamo riaffermare i valori della democrazia, della partecipazione e rifiuto della violenza", ha aggiunto.

"Cosa si aspetta a rendere obbligatorio l'obbligo vaccinale, grave che il governo e il Parlamento non l'abbiamo ancora fatto per mera convenienza politica e per nascondere contraddizioni all'interno della maggioranza. E' grave che per non affrontare queste contraddizioni si siano scaricati conflitti e divisioni sul mondo del lavoro. Così si rischia di trasfomare i luoghi di lavoro in trincee”, ha affermato Sbarra.

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Decine le adesioni di associazioni, movimenti e partiti, da Pd a M5s e Leu, Azione, Sinistra italiana, Rifondazione comunista, Europa verde, Arci e Anpi, la Rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re e il sindacato Usigrai. In piazza, tra gli altri, il segretario del Pd Enrico Letta, il leader del M5s Giuseppe Conte, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il ministro della Salute Roberto Speranza.

Massiccia la partecipazione dall'Abruzzo da dove sono partiti 42 pullman. "Abbiamo aderito convintamente a questa iniziativa nazionale – hanno sottolineato Carmine Ranieri, Leo Malandra e Michele Lombardo, rispettivamente segretari di Cgil Abruzzo Molise, Cisl Abruzzo Molise e Uil Abruzzo – nella certezza che dire di no ai fascismi sia un dovere morale per le presenti e le future generazioni. Al tempo stesso, com’è nello spirito del sindacato, non si tratta solo di una manifestazione 'contro': è l’occasione per ribadire la centralità del lavoro e della democrazia per la rinascita del nostro Paese, e così anche dell’Abruzzo."

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Ultima modifica il Domenica, 17 Ottobre 2021 14:12

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