Giovedì, 21 Ottobre 2021 15:18

Di sovranismi, rapporti con la destra estrema ed elezioni comunali

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Un accordo al ribasso.

Non si può definire in altro modo il voto del Parlamento sulla proposta di scioglimento di Forza Nuova.

Sia la Camera che il Senato hanno approvato l'ordine del giorno presentato dalle forze di centrosinistra - Pd, M5s, Leu e Iv - e che ha sostituito le 4 differenti mozioni che erano state presentate all'indomani dell'assalto alla sede della Cgil di Roma; il provvedimento "impegna il governo a valutare le modalità per dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente, adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione fascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana".

Una formula che non mina i rapporti tra i partiti di centrosinistra e il governo; con la mozione, il Parlamento avrebbe impegnato l'esecutivo allo scioglimento di Forza Nuova: l'ordine del giorno, invece, è un atto parlamentare che lascia l'esecutivo libero di attendere la sentenza della magistratura, ai sensi del comma 1 dell'articolo 3 della legge Scelba.

I partiti del centrodestra hanno deciso di astenersi, votandosi, invece, un ordine del giorno - su cui si sono astenuti i partiti di centrosinistra - che impegna il governo "ad adottare tempestivamente ogni misura prevista dalla legge per contrastare tutte - nessuna esclusa - le realtà eversive che intendano perseguire il sovvertimento dei valori fondamentali dell'ordinamento costituzionale e, di conseguenza, che rappresentano un concreto pericolo per l'impianto democratico".

La solita retorica dell'equiparazione basata sulla logica degli "opposti estremismi" che la destra italiana utilizza per evitare di fare i conti, fino in fondo, con la sua storia.

Sta di fatto che il voto parlamentare ha rappresentato un momento delicato per le forze sovraniste, ed in particolare per Fratelli d'Italia che sta facendo di tutto per affrancarsi da etichette neofasciste poco consone alle ambizioni di governo di Giorgia Meloni

Dopo aver tergiversato sull'inchiesta di Fanpage che, al di là delle accuse su un presunto giro di fondi neri, tutte ancora da dimostrare, ha aperto uno squarcio inquietante sulla dirigenza del partito in Lombardia tra saluti romani e battute sulla 'Birreria di Monaco'; dopo aver dovuto sopportare le critiche per la scelta di candidare a sindaco di Roma Enrico Michetti che, negli anni passati, dalle frequenze di Radio Radio si era lasciato andare ad affermazioni piuttosto imbarazzanti, e aver vacillato sull'assalto di Forza Nuova alla Cgil - "la matrice non la conosco, nel senso che non so quale fosse la matrice della manifestazione: sarà fascista, non sarà fascista non è questo il punto", le sue parole - Meloni ha provato a portare fuori il partito dall'ombra.

Così, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli si è affrettato a negare qualsiasi relazione con Forza Nuova assicurando che il partito avrebbe votato lo scioglimento del movimento guidato da Roberto Fiore; in realtà, FdI si è poi astenuto, come detto, votando un ordine del giorno 'altro': tuttavia, il deputato Tommaso Foti ha tenuto a chiarire, durante le dichiarazioni di voto, che se il governo dovesse ravvisare le condizioni di "procedere con un decreto all'immediato scioglimento di Forza Nuova e di altre organizzazioni", il partito non avrebbe "alcuna difficoltà perché noi, come Fratelli d'Italia, non abbiamo avuto mai nulla a che fare con queste organizzazioni". Ha poi aggiunto che "FdI non ha nessuna riserva a condannare tutti i totalitarismi, il fascismo, il nazionalsocialismo e il comunismo: non abbiamo alcuna continguità con gruppi neofascisti o neonazisti e, per questo, se si vorranno approvare specifiche leggi che colpiscano tutti i totalitarismi, FdI c'è e ci sarà".

Resta la contraddizione di un partito che non è ancora riuscito a tagliare il legame con la sua cultura di origine, che resta quella del Msi.

D'altra parte, all'indomani dell'assalto alla Cgil Meloni è volata in Spagna, ospite del raduno di Vox, partito guidato da Santiago Abascal che si rifà apertamente alla dittatura fascista di Francisco Franco e che mantiene un forte legame con quelle frange delle Forze Armate spagnole nostalgiche del fallito golpe militare del 23 febbraio 1981 guidato dal colonnello della Guardia Civil Antonio Tejero. E non è stata mai nascosta la simpatia per Viktor Orban, presidente ungherese teorico della democrazia illiberale, propugnatore di leggi xenofobe e omofobe che gli sono valse procedure d’infrazione da parte dell’Unione Europea, che Meloni ha più volte definito "un patriota", con "programmi simili ai nostri".

Rapporti che hanno creato delle spaccature in seno al centrodestra italiano che stanno emergendo, con forza, all'indomani delle elezioni amministrative. Sebbene Berlusconi abbia voluto ribadire l'unità della coalizione, i ministri di Forza Italia non hanno nascosto le loro inquietudini tant'è vero che Brunetta è arrivato a teorizzare un fronte "popolare, liberale e socialista" per arginare i sovranisti. L'ex ministra Prestigiacomo ha aggiunto: "Meloni è in gamba, ma si deve distaccare dal fascismo".

Un tema, quello della distanza - sempre più accentuata - tra sovranisti e moderati, che da tempo tormenta il centrodestra italiano. Ai nostri microfoni, il senatore di Coraggio Italia Gaetano Quagliariello è stato piuttosto diretto: "Scorgo per la prima volta, dopo tanto tempo, dei segnali di risveglio di un'area moderata e centrista. Credo che il voto ottenuto da Carlo Calenda a Roma sia, oggettivamente, impressionante; credo, altresì, che il 5,7% strappato dal mio partito alle regionali in Calabria, dove ci presentavamo per la prima volta, sia un segno che va in questa direzione così come quel voto, non malvagio, ottenuto dagli esponenti moderati di Forza Italia. Si deve aprire un dialogo, e vale anche in Abruzzo; o questa parte politica viene rappresentanta nella coalizione di centrodestra oppure ne deve prendere atto". E poi ha aggiunto: "i moderati debbono rivendicare una loro autonomia e capire se il loro posto è ancora nella coalizione di centrodestra".

Non solo.

Ci sono i rapporti delle forze sovraniste con movimenti di chiara ispirazione fascista in Italia ad imbarazzare i moderati di centrodestra. Per dirne una: la sede romana di Forza Nuova è in un appartemento occupato abusivamente di proprietà della fondazione Alleanza Nazionale; Meloni dice che da anni ne ha chiesto lo sfratto, che tuttavia non risulta essere mai stato eseguito. Per non parlare del doppio filo che unisce Lega e Fratelli d’Italia a Lealtà Azione, organizzazione nata da una costola dei neonazisti americani di Hammerskin, di cui fanno parte diversi esponenti dei due partiti della destra istituzionale italiana.

A Roma e a Milano militanti di organizzazioni dell’estrema destra sono stati candidati in Fratelli d’Italia o nella Lega; parliamo di singoli esponenti che hanno spesso rapporti personali con dirigenti locali, mai esplicitamente con i leader nazionali che però, almeno alle ultime amministrative, hanno acconsentito a varie candidature provenienti dal neofascismo poi finite sui giornali.

Una precisa strategia, che sta pagando.

Il gruppo più forte, più numeroso e più dinamico nel mondo che i militanti amano chiamare "non conforme", quello cioè della nuova estrema destra, è CasaPound. "La guerra è finita da 70 anni e ancora, ciclicamente, c'é chi tira fuori l'idea dello scioglimento, parlando a fasi alterne di Costituzione Italiana, privi di visione, programmi e risposte. E' la teoria della distrazione di massa. Si parla solo ed esclusivamente di fascismo, ma il fascismo è durato 20 anni contro i 70 dell'antifascismo. Anche questa narrazione di parte, per cui loro sono sempre i buoni, che non hanno fatto danni all'Italia, è quantomeno singolare", ha detto il fondatore e presidente Gianluca Iannone, commentando ai microfoni dell'Adnkronos la proposta di scioglimento di Forza Nuova.

All'indomani dell'ennesimo flop elettorale, alle europee del 2019, il partito della 'tartaruga frecciata' ha deciso di non presentarsi più alle elezioni con le sue liste e il suo simbolo: tuttavia, alcuni esponenti del movimento si sono candidati tra le fila del centrodestra alle ultime amministrative. Ed in alcuni casi sono stati anche eletti. 

CasaPound ha una sua popolarità tra i più giovani (il Blocco studentesco, emanazione del gruppo, è presentissimo negli Istituti italiani), ed è culturalmente più attiva degli altri gruppi, impegnata in politica ma anche in attività collaterali.

Succede ovunque, anche all'Aquila.

Dunque, non si può escludere che esponenti del movimento possano candidarsi alle amministrative di primavera in qualche lista di centrodestra, magari nella civica espressione del sindaco Pierluigi Biondi, 'Benvenuto presente'; una ipotesi che, a quanto si è potuto apprendere, preoccupa le forze moderate della coalizione. D'altra parte, l'attuale primo cittadino è stato per anni in CasaPound, almeno fino a qualche mese prima delle elezioni che, nel giugno 2017, l'avrebbero incoronato sindaco del capoluogo di Regione. 

Anzi, Biondi doveva candidarsi proprio con CasaPound: a seguito di un’indiscrezione del nostro giornale, nell'agosto 2016 rilasciò un'intervista ad AbruzzoWeb confermando che sì, c'erano stati "incontri e contatti a Roma con Gianluca Iannone, che mi ha chiesto la disponibilità che io ho dato". Biondi non la citò mai, ma lasciò intendere che a suo sostegno si sarebbe schierata anche Forza Nuova. Sappiamo come è andata: Biondi è riuscito a strappare la candidatura a sindaco della coalizione rompendo con CasaPound che la prese piuttosto male, tanto da presentare una sua candidata, Claudia Pagliariccio

Il tempo, però, rimargina le ferite: oggi i rapporti sono più che buoni tant'è vero che sono state diverse, negli ultimi tempi, le iniziative organizzate insieme da Fratelli d'Italia e L'Aquila sociale, che fa riferimento diretto a CasaPound.

Staremo a vedere.

Certo è che tenere insieme una 'larga coalizione' che va da CasaPound ai moderati di Forza Italia e fino a Progetta, la compagine politica lanciata da Rinaldo Tordera, sarebbe davvero complicato. 

Ultima modifica il Sabato, 23 Ottobre 2021 22:15

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