Americo Di Benedetto non scioglie ancora la riserva su una sua candidatura a sindaco: c’è la disponibilità dichiarata ad individuare con le forze civico progressiste un nome di sintesi, che scaturisca da una volontà unanime e non a maggioranza; se entro una settimana, al massimo dieci giorni, non si arriverà però ad un accordo, il consigliere comunale e regionale si candiderà a sindaco con il Passo Possibile e altre forze centriste.
Questa la notizia, in poche righe.
Era attesa la conferenza stampa di Di Benedetto; con lui, il presidente del movimento civico politico Fabrizio Ciccarelli, il consigliere provinciale Fabio Camilli, il consigliere comunale Elia Serpetti (Emanuela Iorio e Antonio Nardantonio sono stati impossibilitati a partecipare per motivi di lavoro, la prima, e personali, il secondo). In sala, tra gli altri: il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, seduto in prima fila, e l’ex presidente della Fondazione Carispaq Marco Fanfani.
Fino ad oggi, Di Benedetto non aveva chiarito le sue intenzioni, sebbene il Passo Possibile, già nel mese di ottobre, lo avesse invitato a scendere in campo. “Ringrazio chi ha risposto all’appello del partito rendendosi disponibile al dialogo”, le parole di Di Benedetto. In particolare, “il segretario regionale del Pd Michele Fina, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, il segretario provinciale Francesco Piacente e la segretaria cittadina Emanuela Di Giovambattista, il consigliere comunale Stefano Albano oltre a Paolo Romano (Italia viva)”. Segno di una intesa ritrovata con i dem, o almeno con una parte del partito. “Voglio ringraziare anche Marco Fanfani – ha aggiunto – Enrico Verini e Alfonso D’Alfonso per le cordiali interlocuzioni politiche. Ringrazio altresì Stefano Palumbo che mi ha invitato pubblicamente a sciogliere la riserva al fine di valutare la mia candidatura”.
Prima annotazione: Di Benedetto non ha citato mai Stefania Pezzopane, altra candidata in campo. Ma sul punto torneremo.
“Non sciolgo la riserva ma neanche faccio un passo indietro e questo perché non ho mai fatto un passo in avanti: a me è stato chiesto di candidarmi. Non sono stato io a chiederlo”, una frase che è suonata come una stoccata proprio alla deputata dem.
Al momento, ha chiarito Di Benedetto, “non ci sono le condizioni per sciogliere la riserva in quanto non registro una condivisione di tutte le forze politiche di riferimento. Potrei averla a maggioranza o con le primarie, ma il Passo Possibile non ritiene questi strumenti percorribili perché divisivi”. Poi, il passaggio chiave: “L’unità delle forze, preso atto del passato e guardando al futuro, non può che scaturire da una volontà unanime”.
Pertanto, Di Benedetto ha chiesto “alla città” di fare “un passo avanti e alle forze politiche che vogliono stare insieme di riunirsi tutte intorno ad un nome, e non intorno al tavolo”.
Poche parole per ribadire che la via maestra, per Il Passo Possibile, è lavorare ad individuare un profilo di unità, “che abbia la predisposizione a dare, non a ricevere”, una persona che “abbia tempo, passione e amore da dedicare alla città e con cui costruire non un manifesto politico fuori dal tempo ma un solido programma di governo”.
L’identikit è chiaro: non una personalità politica ma una figura ‘terza’, della società civile, con capacità amministrativa. E’ una porta chiusa in faccia a Stefania Pezzopane, per intendersi: “la città ha bisogno di essere governata, non politicizzata”. Ma anche sugli altri nomi sul tavolo, il citato Stefano Palumbo e Fabrizio Marinelli, indicato dal Movimento 5 stelle, la posizione è piuttosto chiara: “non mi pare siano nomi capaci di fare sintesi”.
A domanda precisa, Di Benedetto ha chiarito che “un nome 'terzo' ancora non c’è: sarebbe distorsivo rispetto alla necessità di addivenire ad un profilo condiviso”.
Dunque, Di Benedetto ha messo in fila alcuni punti cardine su cui lavorare “e che interessano i cittadini, non certo le divisioni di parte”; sanità, innanzitutto: “da regionale, il nostro ospedale è diventato di frontiera: un collasso totale, nonostante gli ingenti investimenti messi in campo dal governo; il fondo complementare, col Comune dell’Aquila incapace di disegnare una strategia di sviluppo ed impegnato, piuttosto, a completare le schede richieste, come fosse un piccolo comune, così da mettere le pezze alle mancanze di questi anni; la ricostruzione pubblica ferma al palo, e non mi soffermo sull’edilizia scolastica; la piena fruibilità del centro storico e delle frazioni, lasciate in stato di completo abbandono; i giovani e le loro prospettive: vi sfido ad individuare una sola proposta dell’attuale amministrazione per frenare l’emorragia demografica che rischia di trasformare L’Aquila in una magnifica città ma vuota; e ancora turismo, cultura, sport – sul punto mi taccio, dico soltanto una parola: rugby - attività sociali, terzo settore, giusta tutela degli anziani e delle categorie più fragili. Su questo ci sarà da lavorare”.
Di qui, la ‘messa in mora’ della coalizione: “se la proposta da noi formalizzata non sarà raccolta nel breve termine, o sarà raccolta solo da alcune forze, sarà nostra premura riunire senza indugio gli organismi del Passo Possibile per decidere ciò che, secondo noi, sarà la strada giusta da seguire”. Di nuovo, a domanda precisa è seguita risposta puntuale: la strada è la candidatura a sindaco di Di Benedetto.