"Per la prima volta ci siamo seduti intorno ad un tavolo con il centrosinistra per ragionare insieme, proponendo un progetto politico innovativo per la città. L'obiettivo è percorrere la strada vincente per le prossime elezioni comunali dell’Aquila. Il fine è il bene della comunità aquilana. Lo abbiamo fatto pensando che la cosa più importante fosse quella di essere uniti nella sfida e accompagnati dal necessario rinnovamento della classe politica. Per una stagione nuova".
A dirlo in una nota è il movimento politico di Primavera aquilana che, sul tavolo del centrosinistra, aveva posto il nome di Rita Innocenzi, "una proposta concreta e realista, sindacalista della Cgil riconosciuta e nota anche per le tante battaglie che ha portato avanti nel settore edile dopo il terremoto del 6 aprile 2009, donna capace di impegnarsi nella soluzione dei problemi quotidiani delle persone e, nel contempo, di avere una visione, persona adatta quindi per guidare una coalizione politica e incarnare un’idea nuova di città. Positivamente sorpresa della nostra valutazione e disponibile, come in queste ore ha voluto esprimere, ad essere candidata a sindaca qualora la coalizione glielo avesse chiesto. Una proposta che corrispondeva alla terza via civica e sociale, criterio che dopo di noi è stato invocato anche da altre personalità politiche in campo quale prerequisito di un centrosinistra unito".
"Abbiamo insistito - sottolinea Primavera aquilana - ma allo stesso tempo siamo stati disponibili a valutare con massima apertura altre possibili candidature civiche. La nostra proposta non ha convinto tutto il tavolo della coalizione, dove alcune forze hanno sposato l'idea di una candidatura 'forte' adatta - secondo loro - per uno 'scontro fisico' con la destra e tutto ciò anche a costo di sacrificare l'unità del centrosinistra, con una conseguente e rischiosa spaccatura, ossia la rottura certa con il Passo Possibile. Un'analisi per noi sbagliata e che crediamo lasci perplessa buona parte della città che vuole mandare a casa Biondi ma, allo stesso tempo, vive questo ostinarsi al rifiuto della terza via come interesse alla conservazione o riedizione di scenari di spartizione di potere".
E' stata buttata al macero una possibilità, l'affondo, "una bella opportunità come dicono tante cittadine e cittadini in queste ore, e dunque siamo costretti a prendere le distanze dal 'tavolo di coalizione'. Il motivo è semplice quanto lampante: abbiamo aderito al tavolo a condizione che ci fosse unità. Questa poteva esprimersi solo attraverso una candidatura unitaria. Ci si è presi la responsabilità di spaccare il tavolo proponendo una candidatura divisiva. Sono cadute dunque le condizioni di unità che avevano generato il tavolo stesso. Non rimaniamo nei 'tavoli' per opportunismo politico o peggio ancora personalistico. Lo abbiamo sempre dimostrato con i fatti, le condizioni politiche che abbiamo posto sono parte del sistema valoriale che promuoviamo da sempre, e che pensiamo debba essere la cornice necessaria al cambiamento reale della città e della sua comunità".
Certo "non ci fermeremo nel nostro percorso, in vista ma anche a prescindere dalle elezioni. Abbiamo intenzione di convocare a breve un appuntamento con la nostra comunità politica per discutere e verificare ogni scenario dopo il rammarico per il punto morto a cui si è giunti nel percorso comune. Speriamo ancora che quanto accaduto induca a riflettere. La forza sociale dell'azione quotidiana deve continuare oltre il politichese. Crediamo che il tentativo che abbiamo fatto finora sia stato coraggioso, dovuto e, comunque, utile a dare una scarica di elettricità al corpo sociale della nostra città che vuole riprendersi il suo futuro".