Il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci ha depositato oggi una Risoluzione per sollecitare l’assessore alla Sanità, Nicoletta Verì a potenziare il servizio di Medicina territoriale di base come consentono le nuove norme appena approvate.
Qualche giorno fa, infatti è stata pubblicata la L. 52/2022 – del 19 maggio scorso – che mira a garantire l’assistenza sanitaria di base a seguito dei pensionamenti dei Medici di medicina generale.
"Già la pandemia aveva messo alla prova la tenuta dell’intero sistema sanitario evidenziando gli errori commessi nel tempo, i tagli alla sanità pubblica, le carenze di personale, la disattenzione verso la medicina territoriale che rappresenta la frontiera insostituibile di un diffuso servizio di conoscenza, screening, prevenzione e primo intervento vicino ai cittadini", sottolinea Pietrucci; noltre, "la doverosa priorità riservata all’emergenza COVID-19 ha prodotto un generalizzato rallentamento e il rinvio di quasi tutte le altre attività di diagnostica e cura delle 'ordinarie' patologie con rischi gravissimi per la salute delle persone. Infine, il turn-over dei Medici di base, non sufficientemente e adeguatamente compensato da nuove assunzioni, rischia di generare una crisi nell’assistenza territoriale, con disagi e preoccupazione tra gli utenti, considerando che ogni Medico di base che va in pensione, lascia circa 1.500 pazienti che a loro volta devono individuare un loro nuovo medico di fiducia".
Per fronteggiare la situazione, la L. 52/2022 consente alle Regioni di incrementare il numero di assistiti a carico dei “Corsisti” durante lo svolgimento della loro specifica formazione in medicina generale, dal precedente numero di 500 all’attuale massimale di 1.000 assistiti. Con la Risoluzione, dunque, Pietrucci impegna la Giunta ad agire immediatamente su due fronti:
- consentire, come hanno già fatto Lombardia e Lazio e in deroga all’Accordo Collettivo Nazionale di Lavoro dei Medici di Medicina Generale, la permanenza facoltativa in convenzione oltre il limite dei 70 anni di età;
- assicurare, con l’aumento della potenzialità assistenziale, la più adeguata e qualificata assistenza sanitaria di base agli utenti in un periodo di criticità e transizione come quello che sta vivendo la categoria, anche nel rispetto del principio della “libera scelta”.