Martedì, 14 Giugno 2022 15:09

Marsilio 'il picconatore' spara a zero all'indomani del voto all'Aquila

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Bisogna saper perdere: l'auspicio è che il centrosinistra cittadino, o meglio l'ampio fronte progressista aquilano, possa imparare la lezione, o meglio le lezioni del voto amministrativo del 12 giugno scorso, a partire dal riconoscimento di una sconfitta netta, inequivocabile, durissima. Da questa evidenza si dovrà ripartire, cogliendo appieno il messaggio che una parte dell'elettorato di centrosinistra ha inteso inviare col voto di domenica.

Ma bisogna anche saper vincere, ed è forse persino più difficile. 

Va riconosciuto che in queste ore, nelle dichiarazioni rilasciate ai cronisti, il sindaco Pierluigi Biondi, rieletto con oltre il 54% delle preferenze, ha mantenuto un atteggiamento istituzionale, sfuggendo le polemiche e riflettendo, con sobrietà, sugli impegni che l'attendono già da domani. Peccato non si possa dire lo stesso del Presidente della Giunta regionale Marco Marsilio che stamane, nel corso della conferenza stampa indetta dal centrodestra per commentare il voto, si è lasciato andare ad un intervento che è parso davvero fuori luogo.

Nei modi e nei contenuti. 

Innanzitutto, andrebbe ricordato a Marsilio che riveste un ruolo istituzionale importante, da garante dell'intera comunità abruzzese e non soltanto di una parte politica avendo l'onore, e l'onere, di guidare la Giunta regionale; purtroppo, continua a comportarsi da luogotenente di Giorgia Meloni sul territorio, da dirigente di partito più che da presidente dell'esecutivo abruzzese. 

E poi, alcune affermazioni sono davvero irricevibili da parte di un governatore.

Parlando dopo Biondi, Marsilio ha vestito i panni del picconatore incattivito: ha iniziato denunciando come il centrosinistra aquilano, in campagna elettorale, abbia "inventato emergenze e problemi per colpire il sindaco uscente", e fin qui si è persino trattenuto. Poi, è andato giù pesante: "Si è parlato di un sistema di potere di Pierluigi Biondi e del centrodestra regionale - le sue parole - ma in realtà è stato proprio il centrodestra ad aver scardinato, cinque anni fa, il sistema di potere della sinistra. Nessuno in Italia pensava si potesse vincere: persino i giornali nazionali, quelli buoni, belli, dei salotti giusti, elogiavano il lavoro di Massimo Cialente, evidentemente non conoscendolo. I partiti di sinistra hanno pensato di poter condizionare e ricattare gli aquilani e, in effetti, sono arrivati ad un soffio dalla vittoria al primo turno, anche con un gioco incrociato tra le liste e le preferenze nei seggi. Quei cittadini aquilani che erano stati portati a votare al guinzaglio per la sinistra - passaggio riportato letteralmente, ndr - quando il guinzaglio si è sciolto, perché al ballottaggio non c'è modo di controllare il voto, e di verificare dunque se le clientele rispondono, si sono sentiti liberi e hanno votato Biondi; gli stessi cittadini che, magari, quindici giorni prima erano andati a votare per una lista di sinistra e per i candidati che gli erano stati comandati".

Ci vorrebbe maggiore rispetto per l'espressione di voto dei cittadini aquilani che, di certo, non si fanno portare "al guinzaglio", chissà per quali meccanismi clientelari che pure si mettono in campo, quando si governa; vale anche per il centrodestra, è piuttosto evidente, ma non significa che si possa derubricare la vittoria elettorale di Biondi come frutto di lacci e lacciuoli soffocanti per gli elettori. O no?

Eppure, Marsilio ha insistito: "Una volta liberi dai legacci, gli aquilani hanno scelto il centrodestra che, per cinque anni, ha lavorato per liberare la città da un certo sistema, che ancora esiste - e qualcuno dovrebbe raccontarci i motivi che hanno portato ad un centrosinistra diviso, alla candidatura solitaria di Americo Di Benedetto, i motivi per cui la vecchia guardia di quello che era il Partito comunista aquilano si senta proprietaria della città proclamandosi guida dell'opposizione anche se arrivano ultimi - e sembra voglia continuare a tenersi stretto un piccolo pezzetto di potere".

Marsilio ha sbeffeggiato poi il Movimento 5 stelle: "Devo dire che fa impressione vedere la loro lista arrivare ultima, praticamente non pervenuta, forse condizionata da qualche parlamentare in cerca di un seggio nel così detto 'campo largo', che poi si è rilevato un campetto sterrato, improvvisato dal centrosinistra. Una tattica che sta svuotando di contenuti i pentastellati. E' ciò che accade quando si tradiscono i principi ispiratori del proprio agire".

Firmato il presidente della Giunta regionale.

 

Ultima modifica il Martedì, 14 Giugno 2022 17:41

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