Mercoledì, 15 Maggio 2013 15:19

Il viaggio di Cialente a Roma: il Governo, stavolta, avrà capito davvero?

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“Il governo ha finalmente capito”. Parole di Massimo Cialente il 16 aprile scorso, all’uscita da Palazzo Chigi, dopo l’incontro con il sottosegretario Catricalà. Era il giorno della manifestazione a Roma, con le carriole piene delle quasi 2mila pratiche di ricostruzione inevase. Ci hanno promesso un miliardo, annunciò soddisfatto. E’ passato un mese, da allora. E pare che, oggi, anche il governo Letta abbia capito la gravità della situazione. Evidentemente, i parlamentari non avevano prestato attenzione al discorso di Fabrizio Barca, nell’ultima audizione in Senato.

Almeno, è quello che ha dichiarato il primo cittadino dopo l'audizione in Senato e l'incontro con il Governo. Nessuna certezza, per carità. Si tenterà, però, fin da questo pomeriggio, di reperire nelle pieghe del bilancio dello Stato gli 85 milioni di euro necessari ad accendere il mutuo da 1,4 miliardi con la Cassa depositi e prestiti.

Le ipotesi sono quelle ampiamente annunciate nei giorni scorsi: il finanziamento per la ricostruzione potrebbe essere inserito nella legge di conversione dell’ultimo decreto Monti sulle emergenze ambientali oppure, e sarebbe una bella boccata d’ossigeno, nel decreto sull’Imu annunciato per venerdi. Se così fosse, infatti, i tempi sarebbero molto più brevi e non si rischierebbe di tenere i cantieri fermi per tutta l’estate.

A tessere le operazioni, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l’abruzzese Giovanni Legnini, che si è impegnato ad organizzare una visita di Enrico Letta in città. Il Presidente, stamane, non ha incontrato il Sindaco dell’Aquila: c’era il suo coordinatore politico, Francesco Sanna.

C’è da aspettare, insomma, almeno fino a venerdi. Per assicurarci che il Governo trovi i soldi per il 2013. Per gli anni a seguire, ancora non è dato sapere. In altre parole, nessun cenno alla tassa di scopo e nessun tentativo di programmazione, seria e di rigore, degli otto miliardi di euro necessari nei prossimi cinque anni per pianificare la ricostruzione dell’Aquila e del cratere.

Era francamente difficile aspettarsi qualcosa di diverso. Per ora, dunque, rientra la minaccia di una protesta di piazza, a Roma. Il Sindaco, però, ha promesso di rimanere vigile. Sperando che stavolta il Governo abbia capito davvero. 

Ultima modifica il Giovedì, 16 Maggio 2013 00:29

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