Venerdì, 21 Novembre 2014 20:38

Ricostruzione, ecco le proposte di cittadini, tecnici e imprenditori

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E' stato un incontro lungo e intenso quello tenutosi venerdì pomeriggio al Palazzetto dei Nobili, in centro storico all'Aquila, sull'ormai mitica legge per la ricostruzione dell'Aquila e del cratere sismico. L'assemblea pubblica, chiamata "La ricostruzione è di tutti", è stata indetta dai gruppi consiliari civici di opposizione Appello per L'Aquila e L'Aquila che Vogliamo.

Era il 2 settembre quando l'allora sottosegretario con delega alla ricostruzione Giovanni Legnini dichiarava alla stampa che una nuova "legge per L'Aquila" ci sarebbe stata entro la settimana successiva. Il momento era caldo e dirimente, perché erano stati da pochi giorni alcuni arresti per presunte infiltrazioni camorristiche nella ricostruzione privata, e la città chiedeva a gran voce garanzie normative su quest'ultima. Poi, tra il balcone crollato a Cese di Preturo e la promozione di Legnini a vice presidente del Csm, anche le tre bozze presenti sui tavoli degli ordini professionali, della politica e della stampa, sono andate perse.

Un'ipotesi su una legge ad hoc sulla ricostruzione - a cinque anni e mezzo dal sisma - è stata successivamente ripresa dalla senatrice aquilana Stefania Pezzopane. Ma sul testo è ancora il buio totale, con buona pace della partecipazione da parte della popolazione. Per questo Apl ed Lcv hanno organizzato un'assemblea, anche per spingere gli abruzzesi in Parlamento a una ampia condivisione di una legge che, volente o nolente, riguarderebbe la maggior parte degli abitanti del comprensorio aquilano. Le proposte sono state raccolte oggi, nel tentativo di formulare una testo completo e organico, da presentare prima in Consiglio comunale e dopo in Parlamento.

Un incontro organizzato in un momento di grave vuoto di governance: non c'è infatti ancora una nomina all'Ufficio Speciale, non c'è una nomina "vera" alla direzione dei Beni culturali e, dato ancor più importante, non esiste da mesi una figura di riferimento per gli affari della ricostruzione nel governo Renzi.

Nella sontuosa sala dei Nobili, si sono alternati al microfono diversi cittadini (facenti parte di associazioni, comitati e collettivi), attori istituzionali (i consiglieri comunali Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini) ed esponenti degli ordini professionali più importanti, come Ance (costruttori edili), Cna, Architetti e Ingegneri.

In apertura, Di Cesare ha ribadito uno dei principi cardine di Appello per L'Aquila, che rappresenta in consiglio comunale: la trasparenza. "Proponiamo che non si possa superare più del 40% di subappalti sul totale dei lavori - ha sottolineato Di Cesare - rappresenterebbe una tutela per i cittadini, contribuendo alla limitazione dei troppi accaparramenti che alcune imprese stanno facendo. Proponiamo inoltre l'iscrizione a una white list della prefettura, in continuo aggiornamento, per appaltatori e subappaltatori. Vogliamo infine un tracciamento delle pratiche online, dove priorità e parametri dei progetti di ricostruzione privata siano accessibili ogni giorno dalla cittadinanza". Le proposte con cui Apl è arrivato all'incontro sono anche di altra natura: tracciamento delle macerie, condizione di provvisorietà dell'area Ex Teges (per permettere il ripristino una volta liberata dalle macerie), bandi pubblici per l'assegnazione del famoso 5% dei fondi per la ricostruzione allo sviluppo delle attività produttive. E' uscito, inoltre, il tema sviluppato in questi anni anche dai movimenti civici: quello della redistribuzione delle ricchezze. In tal senso, Di Cesare ha proposto che vengano utilizzati i residui nei conti correnti dedicati ai condomini all'interno del quale vengono versati i fondi per la ricostruzione degli edifici, per fini di utilità sociale. 

Per l'architetto Antonio Perrotti "le proposte di Apl dovrebbero già essere contenute nelle leggi vigenti, come la 241/1990, che disciplina la trasparenza delle pubbliche amministrazioni". Secondo il tecnico, ci sarebbero due livelli di azione (nazionale e regionale), che devono tenere conto innanzitutto del problema cardine della ricostruzione: un capitolo ordinario di finanziamento costante negli anni, all'interno del bilancio dello Stato.

Nel corso dell'incontro è intervenuta anche Paola De Santis, dell'associazione Policentrica: "Non si può parlare di legge sulla ricostruzione senza aver visionato nulla di quello che i parlamentari dicono di aver elaborato in bozza - ha affermato - senza mancanza di informazioni non c'è partecipazione. Proponiamo dunque che questa assemblea sia innanzitutto informativa, rinviando a un altro appuntamento durante il quale sarà possibile discutere le proposte". Nonostante la sorta di "mozione d'ordine" di Policentrica, l'incontro è poi andato avanti con l'idea di origine: pensare e condividere, a prescindere dalle bozze su cui starebbe lavorando la politica e "di cui non è dato sapere", proposte fattive.

Come successo già in altre occasioni - leggi assemblea pubblica con l'allora ministro Barca nell'estate 2012 - il Comitato 3e32 ha improntato le proprie proposte sull'emergenza sociale che la città vive e sulla conseguenziale redistribuzione delle ricchezze come politica da intraprendere: "E' paradossale - ha esordito Federico Bologna di 3e32 - che in questa città viaggi un flusso di denaro immenso, e al tempo stesso ci siano intere e ampie fasce sociali economicamente allo stremo. Una percentuale delle parcelle di tecnici, amministratori di condominio e presidenti di consorzi dovrebbero essere destinati a un fondo per attività per cooperative e sociali". Il 3e32 vorrebbe proporre di inserire nella legge anche un fondo per iniziare a "smantellare il Progetto Case, che rappresenta un costo di gestione tale da portare al default il Comune dell'Aquila".

I tecnici della ricostruzione (ingegneri, progettisti, architetti) sono stati più volte citati, anche con toni critici, nel corso dell'incontro. Nuove categorie che fanno discutere - più delle classiche fasce sociali di cui hanno sempre fatto parte alcune tipologie di professionisti, come medici e avvocati - la città, soprattutto per le percentuali a loro assegnate nei ricchi appalti della ricostruzione: "Rispetto agli imprenditori - si è difeso il presidente dell'Ordine degli Architetti dell'Aquila Gianlorenzo Conti - abbiamo praticato fin da subito il ribasso del 30% delle nostre parcelle. La ricostruzione senza tecnici non va avanti, e siamo gli unici che creano occupazione reale, assumendo giovani professionisti continuamente". Conti ha poi attaccato il Comune dell'Aquila, reo di "legiferare addirittura con circolari firmate dal dirigente Fabrizi" e ha proposto che sia riunificato, al fine di una più snella burocrazia, l'Ufficio Speciale con gli uffici comunali per la ricostruzione.

Molto duro, a tratti movimentista, l'intervento dell'ex presidente dell'Ordine degli ingegneri Paolo De Santis: "Qui si parla solo di ricostruzione dei palazzi - ha tuonato - ma dobbiamo occuparci soprattutto del tessuto sociale ed economico. Ormai non c'è differenza tra degrado e disagio delle aree Case e quelle di tutti gli altri quartieri della città". Gli hanno fatto eco, seppur con accenti diversi, anche i costruttori, per bocca di Paolo Tella (in veste anche di consigliere del Cna) e di Stefano Cipriani, per l'Ance. Tella ha risposto a Conti, sottolineando che "le imprese stanno lavorando con un prezziario fermo al 2008" e si è soffermato sul concetto di partecipazione: quest'ultima, secondo l'imprenditore, è espressa nelle assemblee di condominio, per quanto riguarda la ricostruzione privata. "Il cittadino non può entrare in tavoli meramente tecnici", ha sottolineato poi Tella, in merito alle proposte di redistribuzione di parcelle e appalti alle fasce sociali più deboli. Cipriani, invece, ha suggerito al contrario di Di Cesare l'ampliamento della possibilità di subappalto "a patto che sia destinato alle imprese locali" e l'introduzione di un "albo reputazionale" dentro il quale scegliere solo le imprese pulite e virtuose.

Altri temi usciti nel corso dell'incontro sono stati l'importanza vitale della riqualificazione degli spazi pubblici (proposto dall'architetto Marco Morante) e l'argomento locomotiva di L'Aquila che Vogliamo: la sicurezza degli edifici, quella "visibile". La proposta del gruppo di Vittorini prevede che le certificazioni relative alla sicurezza e vulnerabilità sismica degli edifici ristrutturati vengano rese pubbiche online e siano immediatamente visibili all'esterno di cascun fabbricato. "Le certificazioni di sicurezza - ha sottolineato il consigliere comunale di Lcv - dovrebbero entrare a far parte della documentazione dell'edificio con il cosiddetto libretto del fabbricato".

Alcune differenze di "principio" sono state esplicitate, anche se questo, nelle innumerevoli assemblee pubbliche organizzate in questi anni, non rappresenta una novità. E' stato, ad esempio, netto il solco di differenze sulla redistribuzione delle ricchezze e sull'utilizzo dei fondi a scopi sociali tra gli ordini professionali e alcune espressioni dei movimenti civici che in questi anni hanno protestato e proposto una visione alternativa, come il 3e32.

Non sono stati tuttavia affrontati argomenti dirimenti, come l'eccessivo consumo di suolo e la speculazione edilizia: in una città che - ormai già da un po' - ha un'infinità di case vuote (costruite, ricostruite, assemblate, di legno e di cemento) dovrebbe essere previsto uno strumento normativo volto a limitare il consumo di suolo e la speculazione edilizia. Così come - essendo stati riparati pregevoli edifici in centro storico con soldi pubblici - dovrebbe essere normata una forte calmierazione degli affitti, affinché il centro possa tornare ad essere nuovamente cuore pulsante della città. I temi, insomma, sono tantissimi [leggi scheda in fondo] e l'affaire della ricostruzione dell'Aquila e dei comuni del cratere è certamente complesso, articolato, con mille sfaccettature, pro e contro di ogni tipo.

Però è necessario, a cinque anni e mezzo dal sisma, cambiare davvero passo, anche e soprattutto in termini di visione di comunità. All'Aquila, dai condomini alla politica - passando per i tecnici e le associazioni - sono pochi i casi virtuosi in cui non si difende a prescindere una posizione di rendita, o una corporazione, che sia professionale o di altro tipo. E questo ragionamento non può trovare sfogo e soluzione nel velleitarismo della "unitarietà neroverdista", ma solo ed esclusivamente nei rispettivi passi indietro di chi difende gli interessi di parte e nell'assunzione di responsabilità reciproca.

Dopo quasi sei anni, è curioso ascoltare ancora nell'ennesimo incontro pubblico dedicato alla ricostruzione tecnici, secondo i quali la colpa sarebbe "del Comune e della burocrazia", o costruttori, per cui le responsabilità della lenta ricostruzione materiale, economica e sociale sarebbero nella mancanza di fondi governativi.

"C'è bisogno sì di condivisione - ha evidenziato in conclusione Vincenzo Vittorini - ma c'è bisogno soprattutto, a questo punto della storia, di fare delle scelte di campo. O si sta con il sistema che sta distruggendo questo Paese e le nostre vite, oppure lo si combatte. Bisogna avere la forza di dire da che parte si sta".

Parole sante.


Le proposte emerse nel corso dell'incontro

> subappalti concessi per un massimo del 40% dell'importo totale dei lavori di appalto;
> Iscrizione obbligatoria alla white list della Prefettura, con comunicazione al Comune di appaltatori e subappaltatori;
> Tracciamento delle pratiche della ricostruzione privata online;
> Ripristino del deposito Ex Teges;
> Bandi pubblici per i fondi per le attività produttive derivanti dal 5% dei fondi per la ricostruzione;
> Riduzione delle parcelle per i tecnici e redistribuzione per attività a fini sociali;
> Capitolo ordinario di finanziamento della ricostruzione nel bilancio dello Stato;
> Obbligo per i Comuni di indicare criteri e lista di priorità di intervento sulla ricostruzione, sulle infrastrutture e sulla valenza urbanistica;
> Strumento ordinario del principio di partecipazione come cardine della legge per la ricostruzione;
> Destinazione di fondi per il ridimensionamento del patrimonio pubblico del Comune dell'Aquila (Progetto Case);
> Utilizzo dei proventi dei processi nei quali il Comune è costituita parte civile per smantellamento Progetto Case e progetti di utilit sociale;
> Articolo nella legge che obblighi alla calmierazione degli affitti per gli edifici di pregio storico che hanno visto aumentare, dopo la ristrutturazione, il proprio valore;
> Destinazione dei fondi Inail (piano triennale degli investimenti) al recupero e ripristino del patrimonio edilizio pubblico che investe le attività sociali, sanitarie (es. Collemaggio) e sportive;
> Eliminazione della tassa di occupazione di suolo pubblico;
> Riunificazione Uffici Usra e Uffici comunali per la ricostruzione;
> Rivisitazione della normativa sulla cessione di crediti e appalti;
> Certezza e programmazione dei finanziamenti per la ricostruzione prevista per legge;
> Aumento del subappalto in caso di subappaltatore proveniente dal comprensorio aquilano;
> Istituzione di un albo reputazionale per selezionare le imprese migliori (fine lavori entro i termini, certificati antimafia, rispetto pagamenti);
> Recupero delle somme, anche dalle imprese, per la riqualificazione urgente degli spazi pubblici urbani;
> Pubblicazione online e sulle facciate degli edifici ricostruiti dei certificati di sicurezza e vulnerabilità sismica;
> Ridefinire le priorità di ricostruzione, in base al criterio della prima casa, nelle numerose frazioni del Comune dell'Aquila;
> Prevedere strumento normativo che superi il precariato lavorativo di operai e tecnici della ricostruzione;
> Destinazione delle penali per i ritardi nei progetti e nei lavori alle attività di utilità sociale;
> Riduzione delle parcelle dei tecnici in base al reddito e patrimonio personale e destinazione dei relativi fondi ad attività di utilità sociale;
> Istituzione di un osservatorio permanente sulla ricostruzione, partecipato dalla cittadinanza;
> Attuazione di un piano strategico per le infrastrutture e di un piano per lo sviluppo socio-economico;
> Introduzione del principio di sussidiarietà, cardine dell'ordinamento dell'Unione Europea;
> Attivare l'Ufficio Relazioni con il Pubblico della Regione Abruzzo, volto a migliorare il grado di informazione dei cittadini.

Ultima modifica il Domenica, 23 Novembre 2014 00:04

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