Lunedì, 27 Maggio 2013 23:54

Amministrative 2013: vince l'astensione. Flop clamoroso del Movimento 5 Stelle

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Che fossero elezioni importanti dal punto di vista politico, si era detto da giorni. Nessuno si attendeva, però, che le amministrative 2013 segnassero un flop tanto clamoroso del Movimento 5 Stelle e la vittoria del bipolarismo, sospeso sul piano nazionale con l'esecutivo di larghe intese, e che rinasce invece a livello locale. Anche se, a dire il vero, a vincere è stato l’astensionismo: ha votato il 62,38% degli aventi diritto, quindici punti in meno rispetto alle passate amministrative.

Il centrosinistra è in vantaggio in tutti e sedici comuni capoluogo interessati dal voto. A Roma, e nelle principali città, i ballottaggi sono tutti, o quasi, fra Pd e Pdl. Come a dire che, forse, guardando a sinistra il Pd ha ancora la forza di risollevarsi dopo lo schianto delle politiche. Lo sottolinea Nichi Vendola: "oggi il centrosinistra risorge nelle città e si dimostra capace di essere un'alternativa credibile".

I segnali più forti, come prevedibile, arrivano dalla Capitale: un elettore su due è rimasto a casa. In testa, con 2000 sezioni scrutinate su 2600, c’è Ignazio Marino con il 42,76%, candidato che del no all’alleanza con il Pdl ha fatto una battaglia elettorale. Il sindaco uscente, Gianni Alemanno, è fermo al 30,23%. Ottimo risultato per l’imprenditore Alfio Marchini che sfiora il 10%, crollo invece per il Movimento 5 Stelle: l’avvocato Marcello De Vito ottiene un deludente 12,6%. E’ comunque il miglior risultato dei "cittadini" a livello nazionale: nelle altre città, non hanno superato il 10%.

Un flop davvero inatteso. E la base del Movimento è in subbuglio: che la rivoluzione sia già tramontata? Sul blog di Beppe Grillo si parla di fallimento e di necessità di rivedere le strategie comunicative. Il comico genovese è intervenuto in tarda serata: "Il calo per noi era previsto - si giustifica - Un italiano su due non è andato a votare: questa è la crisi, sempre più profonda, della partitocrazia, e non il nostro 'crollo'. Lo sconfitto è il sistema dei partiti". 

Parole che non bastano a placare i malumori della base, divisa tra chi vorrebbe mantenere la linea, nessun accordo con i partiti, e chi al contrario è pronto a valutare le prossime posizioni da assumere. In molti, accusano Grillo e Casaleggio di tenere ingabbiato il Movimento, privandolo di una reale autonomia politica. Insomma, l’atmosfera è bollente.

Per quel che riguarda i risultati della nostra Regione, in Abruzzo ha votato il 69,65% degli aventi diritto rispetto al 77,60% delle ultime amministrative. Il calo si attesta intorno all’8%: meno della media nazionale, un dato comunque su cui riflettere in vista delle elezioni regionali. A Chieti i votanti sono stati il 62,73%, a L’Aquila il 70,83% (con un calo di quasi 9 punti percentuali), a Pescara il 67,77, a Teramo il 72,01%.

I risultati nella provincia dell'Aquila: a Barete è stato rieletto il sindaco uscente, Leonardo Gattuso. A Castellafiume ha vinto Mariani, a Oricola si è imposto Paraninfi, a San Benedetto dei Marsi l'ha spuntata D’Orazio e a Scanno il sindaco eletto è Spacone. Infine Carsoli, dove ha vinto D'Antonio per una manciata di voti. Il risultato più atteso era quello di Sulmona: si andrà al ballottaggio tra Giuseppe Ranalli (4890 voti) e Luigi La Civita (2007 voti). Il candidato Fulvio Di Benedetto, deceduto prematuramente 15 giorni fa nel corso di un incontro elettorale, ha ottenuto 3255 voti. 

Ultima modifica il Martedì, 28 Maggio 2013 09:41

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