Che fossero elezioni importanti dal punto di vista politico, si era detto da giorni. Nessuno si attendeva, però, che le amministrative 2013 segnassero un flop tanto clamoroso del Movimento 5 Stelle e la vittoria del bipolarismo, sospeso sul piano nazionale con l'esecutivo di larghe intese, e che rinasce invece a livello locale. Anche se, a dire il vero, a vincere è stato l’astensionismo: ha votato il 62,38% degli aventi diritto, quindici punti in meno rispetto alle passate amministrative.
Il centrosinistra è in vantaggio in tutti e sedici comuni capoluogo interessati dal voto. A Roma, e nelle principali città, i ballottaggi sono tutti, o quasi, fra Pd e Pdl. Come a dire che, forse, guardando a sinistra il Pd ha ancora la forza di risollevarsi dopo lo schianto delle politiche. Lo sottolinea Nichi Vendola: "oggi il centrosinistra risorge nelle città e si dimostra capace di essere un'alternativa credibile".
I segnali più forti, come prevedibile, arrivano dalla Capitale: un elettore su due è rimasto a casa. In testa, con 2000 sezioni scrutinate su 2600, c’è Ignazio Marino con il 42,76%, candidato che del no all’alleanza con il Pdl ha fatto una battaglia elettorale. Il sindaco uscente, Gianni Alemanno, è fermo al 30,23%. Ottimo risultato per l’imprenditore Alfio Marchini che sfiora il 10%, crollo invece per il Movimento 5 Stelle: l’avvocato Marcello De Vito ottiene un deludente 12,6%. E’ comunque il miglior risultato dei "cittadini" a livello nazionale: nelle altre città, non hanno superato il 10%.
Un flop davvero inatteso. E la base del Movimento è in subbuglio: che la rivoluzione sia già tramontata? Sul blog di Beppe Grillo si parla di fallimento e di necessità di rivedere le strategie comunicative. Il comico genovese è intervenuto in tarda serata: "Il calo per noi era previsto - si giustifica - Un italiano su due non è andato a votare: questa è la crisi, sempre più profonda, della partitocrazia, e non il nostro 'crollo'. Lo sconfitto è il sistema dei partiti".
Parole che non bastano a placare i malumori della base, divisa tra chi vorrebbe mantenere la linea, nessun accordo con i partiti, e chi al contrario è pronto a valutare le prossime posizioni da assumere. In molti, accusano Grillo e Casaleggio di tenere ingabbiato il Movimento, privandolo di una reale autonomia politica. Insomma, l’atmosfera è bollente.
Per quel che riguarda i risultati della nostra Regione, in Abruzzo ha votato il 69,65% degli aventi diritto rispetto al 77,60% delle ultime amministrative. Il calo si attesta intorno all’8%: meno della media nazionale, un dato comunque su cui riflettere in vista delle elezioni regionali. A Chieti i votanti sono stati il 62,73%, a L’Aquila il 70,83% (con un calo di quasi 9 punti percentuali), a Pescara il 67,77, a Teramo il 72,01%.
I risultati nella provincia dell'Aquila: a Barete è stato rieletto il sindaco uscente, Leonardo Gattuso. A Castellafiume ha vinto Mariani, a Oricola si è imposto Paraninfi, a San Benedetto dei Marsi l'ha spuntata D’Orazio e a Scanno il sindaco eletto è Spacone. Infine Carsoli, dove ha vinto D'Antonio per una manciata di voti. Il risultato più atteso era quello di Sulmona: si andrà al ballottaggio tra Giuseppe Ranalli (4890 voti) e Luigi La Civita (2007 voti). Il candidato Fulvio Di Benedetto, deceduto prematuramente 15 giorni fa nel corso di un incontro elettorale, ha ottenuto 3255 voti.