Dopo il consigliere Pd Stefano Palumbo anche l'ex candidato sindaco Pierluigi Properzi dice la sua sulla proposta di legge L'Aquila capoluogo in relazione però anche al disegno di legge che prevede la riduzione delle regioni da 20 a 12 e in cui L'Aquila sarebbe inclusa nella Macroregione adriatica.
Il professore di urbanistica non stronca come il suo collega di centrodestra Giorgio De Matteis la proposta di legge presentata dal consigliere aquilana Pierpaolo Pietrucci insieme al Presidente della Regione Luciano D'Alfonso:
"La mia posizione - afferma Properzi a NewsTown - è coerente con quella in campagna elettorale. Non perdiamo tempo tempo in sterili contrapposizioni ma poniamo le basi per elaborare una proposta di nuovo assetto per lo sviluppo delle città" .
In una nota infatti l'ex candidato sindaco commenta così la proposta di legge sull'Aquila capoluogo: "Si poteva fare meglio ma molti dei critici di oggi, pur avendone potenzialità istituzionali non lo hanno fatto o non hanno saputo farlo. Lo stesso Consiglio comunale, da me in tal senso più volte sollecitato, non ha mai ritenuto di affrontare il tema del ruolo della città in riferimento alla sua area geografica, che non è solo la regione. Il tema è sicuramente questo, ma non va risolto in un Consiglio comunale aperto dove si è sovrastati dalle invettive di De Matteis contro Cialente e viceversa, ma soprattutto senza un preventivo e partecipato approfondimento, per questo non ho firmato la richiesta di convocazione recentemente avanzata".
Dio conseguenza secondo Properzi "la proposta di legge riflette l'assenza di idee in merito, ma denuncia anche una subordinazione politica del governo della città a quello regionale".
"E' quindi in termini politici che deve essere valutato quale è il problema della scarsa incidenza dell'Aquila - continua la nota - ma solo dopo aver ben posto i problemi del suo modello di sviluppo: avendo cioè in mano un progetto di sviluppo sul quale si è trovata una coesione e si può alzare la voce".
"Penso che la proposta Pietrucci - aggiunge Properzi - sia stata confezionata in breve tempo, con scarsa partecipazione, un po' di ingenuità, solo per dare un segnale di presenza, ma se non altro ha smosso le acque. Si tratta ora di mettere in moto, se lo si vuole, due attività scarsamente praticate in città: elaborare una proposta di nuovo assetto per lo sviluppo delle città e cooperare per costruire coesione sociale".
In tal senso però secondo il Consigliere comunale, rispetto alla via burocratica dalla quale esce fuori la Macroregione, in cui L'Aquila avrebbe un ruolo marginale - dato che non fa parte del corridoio adriatico - andrebbe presa in considerazione quella, antecedente, della Macroregione Mediana:
"Rispetto ad una confusa, quanto mediaticamente pervasiva Macroregione Adriatico –Ionica, poi trasformata in Euro - regione Adriatica, non esiste infatti sul tavolo politico regionale una visione alternativa che tenga conto dell'esistenza dell'Aquila, di questo dobbiamo tener conto. Eppure - continua la nota - è stato elaborato uno studio , bene ha fatto il consigliere comunale Palumbo a ricordarlo qualche giorno fa, promosso in sede istituzionale (Ministero Infrastrutture e trasporti / Regione Abruzzo, Assessorato Lavori Pubblici) sul ruolo della città".
"Esso fornisce - contua Properzi - una lettura che riconosce diversi sistemi insediativi tra loro interagenti, ed una macro struttura basata su Telai infrastrutturali, spesso ancora incompleti. Ne deriva il rafforzamento della centralità di una cerniera costituita dai poli L'Aquila, Sulmona, Avezzano e Carsoli la cui dimensione (massa critica) è di circa 300.000 abitanti in un'area di prima influenza che è di oltre 1.000.000 di abitanti nella dimensione Macroregionale, quella della Macroregione "Mediana". Questa è una visione non conflittuale con la Euro-Regione Adriatica e da un punto di vista metodologico coerente con le cose che Luciano D'Alfonso ha sempre detto. Si tratta di passare dallo studio alla condivisione politica, cosa che i nostri amici della costa stanno facendo. Noi che aspettiamo?".
"Ritengo pertanto - conclude Properzi - che sia opportuno andare in Consiglio comunale: ma per sviluppare una riflessione compiuta sul ruolo della città, riflessione condivisa da tutta la società locale. Questo comporterà, lo si spera, anche una rimodulazione radicale del Programma di mandato, votato dal Consiglio e restato per l'80% inattuato".
La cartina dell'Italia secondo il progetto di legge che vede diminuire le Regioni da 20 a 12