"Sono soddisfatto, ho trovato un'aula capace di democrazia parlamentare. Temi rilevanti, approcci intellettualmente onesti hanno arricchito il contenuto della proposta di legge".
Luciano D'Alfonso, al termine del consiglio comunale-fiume dedicato alla discussione della proposta di legge regionale sull'Aquila città capoluogo, si dice contento per come la seduta si è svolta e ostenta ottimismo sul prosieguo dell'iter di approvazione: "Il testo che abbiamo depositato si può migliorare, da parte nostra non c'è nessuna chiusura, anzi siamo aperti al confronto. L'importante è che rimanga come architrave della legge il principio di addizionalità".
Ed è proprio quest'ultimo il concetto su cui il presidente della Regione ha insistito maggiormente nei suoi due lunghi interventi (posti uno in apertura e l'altro a chiusura della seduta), conditi dal solito eloquio torrenziale e da una serie di citazioni e riferimenti intellettuali davvero ecumenica. Il D'Alfonso pensiero spazia e si muove disinvoltamente dall'europeismo a Gianfranco Miglio, il principale ideologo della Lega Nord, che auspicava la secessione della Padania.
Il principio di addizionalità richiamato da D'Alfonso, tradotto, sta ad indicare un sovrappiù di funzioni amministrative che L'Aquila avrà in virtù dello status di capoluogo di regione che lo statuto regionale già le riconosce. Un'estensione alla quale dovrà corrispondere, nel tempo, anche una maggiore disponibilità di risorse.
Ma sono proprio le incerte coperture finanziarie il punto debole della legge, dicono i critici. Il testo presentato da D'Alfonso e Pietrucci individua come copertura principale una porzione minimale, cirrispondente allo 0,5%, del gettito del bollo auto. Se si guarda allo storico degli ultimi anni, parliamo di circa 700mila euro. Troppo pochi, dicono i detrattori, se si pensa che l'ambito territoriale individuato dalla legge non comprende soltanto L'Aquila ma un territorio che va dall'Alta Valle dell'Aterno alla Valle Subequana, passando per l'Altopiano delle Rocche e le terre della baronia Carapelli (S. Stefano di Sessanio, Castel del Monte, Calascio, Castel del Monte e Castelvecchio Calvisio, compreso il Comune di Ofena).
"I soldi sono importanti" ha detto D'Alfonso "ma prima bisogna avere le idee, progetti e programmi forti. Quando si hanno i soldi ma non le idee di solito si agisce male. Le leggi stabiliscono istituti, quella sull'Aquila non ha un carattere provvedimentale ma ordinamentale. Prevede un'addizionalità, cosa mai avvenuta prima. Di legislazione ordinaria in legislazione ordinaria provvederà poi anche alla copertura finanzaria". Insomma, ai soldi provenienti dal bollo auto, la Regione dovrà aggiungere altre risorse da reperire di anno in anno attraverso il bilancio. Un'operazione per niente scontata.
"La legge stanzia delle risorse finalizzate alla realizzazione di progetti specifici" ha rincarato Cialente. "Per questa ragione le polemiche sui fondi e sulla copertura finanziaria sono pretestuose e frutto di un modo superato di intendere la politica".
Un'altra fonte di finanziamento, ha detto D'Alfonso, saranno i fondi comunitari per lo sviluppo, il miliardo e mezzo di euro che l'Ue ha stanziato per il settennato 2014- 2020 e che la Regione dovrà essere capace di intercettare e soprattutto di spendere.
A tale scopo, D'Alfonso ha accolto positivamente la proposta avanzata da Giorgio De Matteis - contenuta in un disegno di legge che l'ex consigliere e assessore regionale ha presentato in alternativa a quello di Pietrucci - di istituire, in seno alla Regione ma in appoggio al Comune dell'Aquila, una task force specializzata in europrogettazione. "Giacché" ha spiegato De Matteis "gli unici soldi veri, reali che arriveranno nei prossimi anni saranno quelli provenienti da Bruxelles".
D'Alfonso ha detto sì anche all'idea della creazione di un polo fieristico aquilano. Dove ha nicchiato, invece, è stato sulla sollecitazione, posta sempre da De Matteis, di riportare all'Aquila tutti gli assessorati che attualmente hanno sede a Pescara: "Non voglio sconvolgere i progetti di vita di centinaia di persone che lavorano in quegli uffici" si è limitato a rispondere.
Nelle scorse settimane, a venir fuori con un proprio disegno di legge, alternativo a quello del Pd e denominato "L'Aquila città Capitale della Macro Regione Mediana", era stata anche Forza Italia, con Emilio Iampieri (vice capogruppo in consiglio regionale), Guido Liris (capogruppo in consiglio comunale) e Nazario Pagano (ex vice presidente del Consiglio regionale).
“L’Aquila" ha affermato Liris "deve essere il fulcro e la cerniera di un grande progetto di Macroregione Mediana, del corridoio tra Tirreno e Adriatico, in una visione progettuale da condividere con Lazio, Umbria e Marche. Per fare ciò, all’interno del Comune, serve una struttura stabile, finanziata dalla legge, capace di formulare e proporre in Europa progetti cantierabili”.
Una visione che sembra andare nella stessa direzione dei progetti dalfonsiani, incentrati sull'idea dell'Euroregione adriatico-ionica: "Il nostro impegno è di intervenire sulla ferrovia che corre lungo la costa" ha affermato il governatore "con una strategia complementare che deve svilupparsi anche sull’asse est ovest, con L’Aquila come fulcro. Vogliamo ridurre i tempi di percorrenza tra L'Aquila e Pescara e potenziare i collegamenti su ferro con l'ammodernamento della ferrovia".
L'idea di dotare L'Aquila di una linea ferroviaria moderna non è nuova ma non è mai stata realizzata, sia per mancanza di volontà politica sia per una questione di costi. Anche se lo stesso D'Alfonso ha parlato di un fiume di investimenti che starebbe per riversarsi sia sulla tratta ferroviaria Roma-Pescara sia sulle autostrade A24 e A25. Si tratta di massicce iniezioni di capitali con le quali si andrà a migliorare la dotazione infrastrutturale della provincia, l'unico modo, ha detto D'Alfonso, per far uscire il capoluogo dal suo isolamento e per renderlo attrattivo e facilmente raggiungibile.