"Dobbiamo subito ragionare se e come L'Aquila, a 70 minuti da piazza San Pietro in auto, con il primo vero Giubileo della storia voluto da San Pietro Celestino, con il primo, piccolo e raccolto, Santuario di San Giovanni Paolo II, con i suoi richiami turistici ed un processo della ricostruzione che sta restituendo edifici splendidi, potrà comunque giocare un ruolo in questa grande festa. Sin dalla prossima settimana converrà cominciare a sedersi intorno ad un tavolo". Sono parole del sindaco del capoluogo abruzzese Massimo Cialente, scritte sul suo wall di Facebook, poco dopo l'annuncio da parte di Papa Bergoglio di un Giubileo straordinario, che inizierà il prossimo dicembre e andrà avanti per gran parte del 2016.
Cialente dunque, con l'istinto che da sempre lo contraddistingue e attraverso il suo strumento di comunicazione preferito, propone L'Aquila per accogliere parte dei fedeli del Giubileo romano. Le parole del Sindaco rappresentano, inoltre, un modo di legare il Giubileo annuale della Perdonanza Celestiniana a quello straordinario appena annunciato dal Papa Francesco. Un tentativo di inserire L'Aquila, sin da subito, nel piano del grande evento della Capitale. Anche per attrarre turismo religioso, e non solo.
Insomma, il Sindaco punta nuovamente sui grandi eventi per fare turismo in città. E' comunque una strategia, seppur non preveda un flusso di persone (ed economico) costante e duraturo nel tempo, e si affidi sempre ad "elementi esterni", come può essere un Giubileo o un'adunata nazionale di alpini. E a proposito di quest'ultima, l'incontro nazionale degli alpini previsto per il prossimo maggio sarà un banco di prova fondamentale per una eventuale futura partnership con il Giubileo di Roma.
Ad oggi, al di là delle rassicurazioni della politica, secondo gli organizzatori dell'Adunata sono stati individuati 13 campi tenda e 8 aree camper, per un totale di 13mila posti disponibili, escluse le (poche) strutture alberghiere e ricettive. Numeri risicati, considerando la portata dell'evento, che solitamente coinvolge nel suo clou poco meno di mezzo milione di persone. Certo, in migliaia arriveranno alla sfilata senza pernottare in città - come succede solitamente nelle adunate nazionali - ma si spera che nelle prossime settimane si possa allestire una logistica efficiente.
La città, con la sua classe dirigente e la sua comunità, è davvero pronta a "sgomitare" anche per avere un posto in prima fila nel Giubileo straordinario? E' lungimirante una politica che fa l'occhiolino ai grandi eventi, quando non dimostra particolari intraprendenze nel voler pianificare un (potenzialmente) più esplosivo turismo - di montagna, religioso e d'arte - costante e di lungo beneficio? Non ci sono risposte, né ricette, anche se, giusto per fare un esempio calzante, basta ricordare e ricordarci dell'asma con la quale convive la Perdonanza Celestiniana, un evento per il quale si riesce faticosamente a trovare un budget dignitoso, che permetta una degna comunicazione e pianificazione.
Quel che è certo, per stessa ammissione del sindaco di Roma Ignazio Marino, è che neanche la Capitale potrà realizzare le "grandi opere" come fu fatto per il "grande evento" del Giubileo del 2000, per il quale si ebbero quattro anni di preparazione. I tempi ristretti potrebbero favorire il paradigma dei meccanismi di efficienza nel minor tempo possibile: un concetto che gli aquilani conoscono già bene, coinvolti come furono nell'emergenza dell'immediato post-sisma. Sia nel 2000 a Roma che nel 2009 all'Aquila, a presiedere fu l'uomo forte delle emergenze, Guido Bertolaso, che proprio in questi giorni ha rilasciato un'intervista a Il Tempo, da sempre uno dei più influenti quotidiani romani. E, si sa, Cialente nutre da sempre una profonda ammirazione per l'ex capo della Protezione Civile.
Staremo a vedere. Nel frattempo, mentre continuiamo a cercare letti agli alpini, iniziamo a "sognare" il Giubileo romano.