Come scrivevamo ieri gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari chiuderanno il prossimo 31 marzo. Una data storica per il Paese che si libererà di quelli che Napolitano chiamò "luoghi indegni per un Paese civile".
Eppure i timori non mancano. Li spiega bene nella lunga intervista che pubblichiamo sopra, Alessandro Sirolli, già direttore del centro diurno psichiatrico dell'Aquila e referente del comitato StopOpg Abruzzo, in sciopero della fame nella giornata di ieri presso la redazione del nostro giornale.
Il Comitato StopOpg sta facendo una forte campagna di sensibilizzazione affinché non vi siano altre proroghe alla chiusura e per segnalare la pericolosità di un superamento degli Opg solo parziale e camuffato.
La legge 9 del 2012 (a cui è seguita la 81 del 2014) infatti prevede la sostituzione degli Opg con "una pluralità di strutture a limitato numero di posti/letto, ad esclusiva gestione sanitaria e con attività perimetrale di sicurezza e di vigilanza esterna, solo ove necessaria".
Strutture chiamate residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS) e che secondo gli StopOpg rischiano comunque di essere dei mini ospedali psichiatrici in cui gli utenti che hanno commesso reati verranno ugualmente internati. Tanto più se i finanziamenti andranno tutti o quasi per la loro realizzazione, piuttosto che "per i servizi di salute mentale e per progetti terapeutici riabilitativi compresi gli inserimenti lavorativi" come sostiene Sirolli.
A tal proposito l'Abruzzo ha una sua situazione, negativa, particolare. Ben 4,8 milioni di euro sono stati impiegati per una Rems da 20 posti da realizzare a Ripa Teatina (Chieti) per il 2018, fondi per i quali gli StopOpg chiedono con forza una rimodulazione.
Provvisoriamente intanto i 13 pazienti abruzzesi (quattro dei quali in realtà dichiarati già dimissibili) dovrebbero andare nella Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza di Guardiagrele.
Una ex sede del Servizio psichiatrico diagnosi e cura (Spdc) sulla cui possibilità di installarvi una Rems si dovrà pronunciare il Tar il prossimo 25 marzo in conseguenza di un ricorso presentato. Se il Tribunale regionale darà la sospensiva, la Regione sarà fuori tempo massimo per garantire il ritorno in Abruzzo degli internati come vuole la legge e sarà con ogni probabilità commissariata con chissà quali conseguenze.
Per questo giovedì è stata convocata a Roma presso il Ministero. A farne le veci il direttore del dipartimento di salute mentale Lanciano-Vasto-Chieti, Massimo Di Giannantonio, responsabile per l'applicazione della legge 81 per la Regione Abruzzo.
"Siamo fiduciosi che il Tar non dia la sospensiva e al primo aprile le persone internate possano entrare nella struttura di Guardiagrele già pronta al 75%", dichiara a NewsTown Di Giannantonio, che ammette che non c'è nessun piano B a riguardo però.
Dal canto suo il direttore di salute mentale trova positiva la soluzione delle Rems: "Con le Rems passiamo da una gestione penale e carceraria ad una gestione sanitaria, primo paese europeo a farlo. Il sistema sanitario nazionale si farà carico di queste persone creando delle strutture psichiatriche ad alta intensità che si occupano di cittadini a cui è stata limitata la libertà personale e sono stati definiti dai tribunali come socialmente pericolosi". "Le Rems - conclude Di Giannantonio - sono un gigantesco salto in avanti perché mai e poi mai saranno delle carceri ma a tutti gli effetti saranno delle strutture di riabilitazione dove l'aspetto medico è al primo posto".
Si vedrà ben presto nei fatti cosa saranno le Rems. Quello che dovrebbe essere certo (salvo proroghe dell'ultima ora) è che circa 700 pazienti psichiatrici che hanno commesso reati, internati negli Opg di Barcellona Pozzo di Gotto, Aversa, Napoli, Montelupo Fiorentino, Castiglione delle Stiviere usciranno da lì. Per andare dove, in Abruzzo, non è ancora sicuro.
Marola e Perilli (Prc L'Aquila): "Solidarietà e vicinanza a Sirolli"
"Esprimiamo a nome del Partito della Rifondazione Comunista il pieno sostegno e la massima vicinanza ad Alessandro Sirolli, rappresentante del comitato StopOpg, in sciopero della fame per denunciare il mantenimento in essere di strutture di internamento, le cosiddette "residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS)", dopo la chiusura degli OPG del prossimo 31 marzo". A dichiararlo in una nota il segretario di Rifondazione Comunista della provincia dell'Aquila Francesco Marola e il consigliere comunale dello stesso partito Enrico Perilli.
"Questa situazione - continuano - ci riporta a quanto accaduto con la mancata applicazione in tutti le sue parti della Legge Basaglia. Riteniamo i principi di quella legge fondamentali per uno Stato civile; per far sì che essa possa esprimere la sua reale portata civile e democratica, è necessario che venga applicata rigorosamente e nella sua interezza".