Dodici minuti.
Dodici minuti di intervento, per incensare il lavoro svolto fino ad ora dal governo Renzi. Poi, la sottosegretaria Paola De Micheli, delegata dell'esecutivo alla ricostruzione del cratere, ha lasciato l'assise per spostarsi in Regione, dove è stato organizzato un incontro con gli imprenditori del territorio.
Così, meno di un'ora dopo l'inizio del Consiglio comunale straordinario, il presidente Carlo Benedetti è stato costretto a sospendere i lavori per le vibranti proteste dei consiglieri di minoranza che hanno inscenato una forte contestazione alla De Micheli e all'amministrazione Cialente.
In realtà, l'atteggiamento della sottosegretaria del governo Renzi ha lasciato interdetti anche molti consiglieri di maggioranza. Durissimo il commento di Rifondazione comunista: "Durante il consiglio comunale odierno sulla ricostruzione, momento atteso da anni al quale assistevano centinaia di cittadini, il sottosegretario De Micheli ha ritenuto di dover abbandonare la seduta dopo solo mezz'ora per recarsi ad un convegno dei costruttori, senza aver ascoltato i consiglieri, ma essendosi solo incensata e autocompiaciuta per il lavoro che sua detta starebbe svolgendo il governo Renzi, ma di cui non abbiamo alcun riscontro", si legge in una nota firmata dal capogruppo Enrico Perilli, dal segretario provinciale Francesco Marola e dal segretario comunale Goffredo Juchich. "Siamo ormai ben consapevoli che per il governo Renzi la priorità è il rapporto con i poteri economici piuttosto che con le istituzioni democratiche, ma una tale mancanza di rispetto nei confronti dell'Istituzione del consiglio comunale finora nessuno l'aveva mai avuta. L'intervento del sottosegretario - ha sottolineato Rifondazione comunista - è consistito in una passerella piena di vaghe promesse, per l'ennesima volta il governo ha perso l'occasione di ascoltare i problemi reali della città. Ciò pone un problema politico ormai ineludibile, da affrontare prima di tutto con il Partito Democratico locale, che non può più appellarsi alla differenza tra il livello nazionale e locale essendo il proprio segretario nazionale il Presidente del consiglio. Ne va del futuro e della dignità della città".
Se non si tratta di una spaccatura, poco ci manca. "Mi dispiace. Si trattava di una occasione utile per confrontarci", ha spiegato a NewsTown la senatrice Stefania Pezzopane, a seguito della sospensione dei lavori. "Il Consiglio comunale è stato richiesto da alcuni consiglieri di minoranza: di solito, quando si richiede la convocazione dell'assise, si presenta un documento su cui discutere. Non c'era. Piuttosto, si aspettava che altri facessero proposte".
"Personalmente ho delle idee", ha sottolineato la senatrice democrat, "e mi piacerebbe confrontarmi con i Consiglieri comunali. Il sottosegretario ha spiegato cosa intende fare il Governo. E' stata però convocata in Regione, purtroppo in contemporanea con il Consiglio: sono rammaricata abbia dovuto abbandonare i lavori dell'assise, per andare tra l'altro ad una riunione dove si affrontano questioni legate alla ricostruzione. Detto questo, sono convinta che il Consiglio sia utilissimo, spero i lavori possano riprendere: sono qui per ascoltare le ragioni dei consiglieri, per prenderle come spunti di riflessione importanti alla costruzione del testo di legge, o comunque per l'organizzazione che stiamo istruendo. Molti degli spunti che arrivano dal dibattito, infatti, non sono articoli di legge: li sto acquisendo, ma al momento del confronto con le strutture della ragioneria e dell'ufficio legislativo probabilmente verranno spacchettate. Una parte andrà, già subito, nel decreto anticorruzione, un'altra in un decreto legge, un'altra ancora in delibera Cipe o in Leggi regionali e coordinamenti".
"Mi aspetto emergano problemi", ha ribadito Pezzopane. "Si faccia un memorandum delle questioni aperte e su quelle il legislatore interverrà". I lavori del Consiglio, in effetti, sono ripresi dopo una mezz'ora di interruzione. Inutilmente, a dire il vero.
Oramai, lo 'schiaffo' della sottosegretaria De Micheli al Consiglio comunale aveva lasciato segni che, senza dubbio, animeranno il dibattito politico cittadino, nelle prossime settimane. Paola De Micheli, il governo Renzi che rappresenta, hanno infatti lanciato un messaggio chiarissimo: poco importa delle legittime richieste dei consiglieri, rappresentanti dei cittadini aquilani nella casa comunale, l'esecutivo ha idee precise e intende perseguirle. Se non fosse che non è affatto chiaro quali siano le idee sul tavolo della discussione. Insomma, l'attesissimo Consiglio comunale - iniziato tra le polemiche - si è concluso in modo anche peggiore.
Tra anticipazioni giornalistiche e smentite, non è stata portata all'attenzione dell'assise alcuna bozza di legge. Semplicemente perché non ci sono testi definitivi. C'è il lavoro depositato dall'allora sottosegretario Giovanni Legnini prima di lasciare l'incarico e ci sono diverse bozze con eventuali modifiche da apportare per migliorarne l'impianto e che hanno accolto - ha spiegato Paola De Micheli - le istanze del territorio. Non si capisce, però, come le istanze siano state formulate, quando e, soprattutto, da chi.
Si resta in una terribile indeterminatezza. Almeno apparente. I consiglieri comunali hanno avuto una bozza già superata. Dunque, hanno 'scoperto' che circolavano altri testi, non hanno avuto delucidazioni dalla sottosegretaria e, stando all'ordine dei lavori contestato al presidente Benedetti, avevano soltanto cinque minuti per esprimere proposte e modifiche su un testo non ancora depositato. Una situazione grottesca, paradossale.
Così come è parso grottesco l'intervento di Paola De Micheli. Dodici minuti di nulla. Che hanno riavvolto il nastro, come si fosse all'indomani del sisma. Inaccettabile, sei anni dopo. "Sono un po' dispiaciuta per non avere avuto la possibilità di conoscere l'opinione relativa al testo di legge, qualche idea, qualche proposta, relativa ad un percorso iniziato molto prima che avessi l'onore di ricevere la delega", ha detto De Micheli, rispondendo alle critiche sollevate dalle opposizioni sull'ordine dei lavori. "La ricostruzione è la cosa più importante che farò nella vita - ha retoricamente sottolineato - e dunque l'ultima delle critiche che accetto è la trascuratezza. Altre, sono disponibile ad ascoltarle. Nel cuore e nella testa del Governo è molto forte il rispetto per il dramma che avete vissuto".
La sottosegretaria ha dunque spiegato di dover andare via "non per mancanza di volontà, ma perché le richieste di incontro che arrivano dalla città sono centinaia". Sul processo legislativo, De Micheli ha voluto ribadire come "il territorio abbia fornito un contributo importante, chiedendo al legislatore di intervenire per accellerare i processi della ricostruzione. Il testo nasce così: stiamo ricevendo altre richieste, affrontando altri problemi, e nel giro di qualche giorno arriveremo alla definizione di una serie di norme che riteniamo utili per migliorare la modalità con la quale è in corso la ricostruzione".
"I soldi ci sono - ha incalzato De Micheli - non è un annuncio, è scritto nella Legge di Stabilità approvata a dicembre 2014. Il 20 febbraio, il Cipe ha stanziato risorse per la ricostruzione privata pari ad 1miliardo e 300milioni che saranno disponibili appena la Corte dei Conti darà il via libera. Nel mese di maggio, un'altra delibera stanzierà fondi per la ricostruzione pubblica, attingendo ai 5miliardi e 100milioni che abbiamo assicurato in Legge di Stabilità. Inoltre, sarà possibile dare risposte al programma definito dal Comune dell'Aquila per richiedere personale aggiuntivo".
"Sarò qui almeno una volta al mese", la promessa della sottosegretaria. Che ha poi dettato i tempi per arrivare alla Legge. "Nei prossimi 7-10 giorni valuteremo come presentare la Legge. Analizzeremo le proposte arrivate a vario titolo e a vario modo dalla città, quelle realizzabili e funzionali a tre principi: l'accellerazione dei processi, la trasparenza, il rafforzamento degli strumenti della governance istruiti dall'allora ministro Fabrizio Barca a sostegno degli enti locali e a garanzia degli italiani che hanno a cuore la ricostruzione del cratere". Come la senatrice Pezzopane, Paola De Micheli - nel suo intervento - ha confermato che alcuni capisaldi entreranno nel testo di legge. "Ci sono altri aspetti, invece, riproposti e sottolineati da diversi attori del territorio, penso alla White List e al rating per le imprese, per cui esiste già una normativa generale che deve entrare in vigore. Potrebbe essere sufficiente anticipare e applicare presto queste norme. Più riusciamo a stare dentro le norme ordinarie, più il processo di ricostruzione verrà velocizzato, in coerenza con il quadro normativo generale".
Entro l'estate, ha assicurato De Micheli, "istruiremo la Legge. L'intenzione è trasformare il cantiere più grande d'Europa in un successo, per il Governo e soprattutto per gli aquilani. E' una sfida per tutto il Paese: siamo nelle condizioni di farcela, ci sono le risorse, c'è la consapevolezza di che cosa fare e come farlo". Dodici minuti. E via, Paola De Micheli lascia l'assise senza ascoltare i consiglieri d'opposizione che stavano prendendo la parola. A quel punto, si è scatenata la bagarre: "Buffoni", "Tutti a casa", "Liberate la città", hanno urlato i rappresentati delle opposizioni.
A sei anni dal sisma, e dopo mesi di attesa per una legge che doveva essere approvata già nel giugno passato, davvero un brutto spettacolo.
Apl e Lcv polemici: "Si preferiscono confronti con i poteri economici"
Il Consiglio comunale di oggi è stata la cartina di tornasole dei veri interessi che ruotano intorno alla ricostruzione.
La Sottosegretaria De Micheli è stata presente un’oretta, dopo mesi di attesa, e poi è scappata via dando uno schiaffo a tutta la città.
Una vera e propria vergogna, una mancanza di rispetto unica, dopo quella dell’assenza all’ultima fiaccolata, che nessun altro Governo aveva finora compiuto.
La Sottosegretaria del PD aveva già programmato un altro incontro nella sede della Regione con alcuni rappresentati delle attività produttive in primis i costruttori. Si è preferito quindi un confronto con i poteri economici piuttosto che con i consiglieri comunali che rappresentano tutti, poveri e ricchi.
Ma evidentemente le nuove norme non devono essere discusse con i cittadini ma solo con chi conta davvero, con chi muove soldi e risorse e di cui vanno garantiti gli interessi. Un processo di formazione della legge totalmente opposto alla trasparenza e alla partecipazione.
Oggi la città è stata spaccata in due per opera del Partito Democratico con una passerella di un’oretta in Consiglio comunale, poi le cose serie si vanno a discutere in Regione con D’Alfonso, Lolli e gli imprenditori: ci sono da tutelare interessi economici e non solo aquilani.
Dei cittadini “normali”, quelli senza voce che ogni giorno vivono le difficoltà della ricostruzione, non importa nulla a nessuno.
Appello per L’Aquila
L’Aquila che Vogliamo